F-35, Leonardo e non solo. Tutte le sinergie Italia-Israele
Cronaca di Chiara Rossi
(da Start Magazine)
Sempre più saldo l’asse Italia-Israele. “Le relazioni con l’Italia sono eccellenti, anche sul Covid. Ma collaboriamo in diversi settori. Nel campo della sicurezza e dell’intelligence, nella sfera del cyber, tra gli eserciti”. Lo ha sottolineato Dror Eydar, ambasciatore israeliano a Roma, in una recente intervista al Messaggero. “Lo scorso giugno sono stato ad Amendola, dove si è svolta una esercitazione delle nostre forze aeree con F-35, insieme alle forze americane e britanniche. La società israeliana Tower sta per investire mezzo miliardo di euro nella costruzione di un centro di produzione nel nord Italia. Lavoriamo in collaborazione con Confagricoltura e il Ministero dell’Agricoltura, insieme al comune di Napoli, per realizzare un polo per l’innovazione tecnologica nel campo dell’agricoltura, dell’acqua e dell’energia, nella speranza che di anno in anno questo possa richiamare tutti i Paesi del Mediterraneo e dell’Europa” ha spiegato il diplomatico israeliano. Tutte le sinergie tra Italia e Israele a partire dal campo della difesa e sicurezza e non solo.
INTESE NEL CAMPO SICUREZZA, CYBER E INTELLIGENCE Per il punto sulle relazioni tra Italia e Israele, l’ambasciatore israeliano Dror Eydar cita per primo il fronte della sicurezza con accenno alla sfera cyber. E proprio dinnanzi la recente minaccia di Log4Shell, la vulnerabilità di Java che ha allertato ricercatori di sicurezza informatica di tutto il mondo, Roma e Tel Aviv hanno fatto fronte comune. Secondo quanto riportato Formiche.net, un convegno a Bari dello scorso 16 dicembre “è diventato il pretesto per un incontro operativo e dietro le quinte tra l’Acn [Agenzia per la cybersicurezza italiana] e la sua “gemella” israeliana, il Direttorato nazionale cyber israeliano (Incd)”. “Al centro un piano d’azione per fare i conti con Log4Shell” appunto secondo Formiche.net.
F-35 E NON SOLO Ma oltre il campo della sicurezza, anche nella difesa sono strette le relazioni tra i due Paesi. L’ambasciatore ha menzionato infatti l’esercitazione delle due forze aeree con F-35 ad Amendola di questa estate. Per la prima volta in Europa infatti, si sono addestrati insieme, con assetti F-35, personale di volo e tecnico specializzato di quattro diverse nazioni: Italia, Usa, Regno Unito e Israele. Iniziata il 7 giugno scorso, la Falcon Strike 2021 è un’esercitazione multinazionale e multi-dominio basato su aeromobili di quinta generazione stealth F-35 Lightning II che operano in uno scenario di quinta generazione. L’esercitazione ha coinvolto oltre 50 velivoli e circa 600 persone provenienti da tutte le nazioni partecipanti. “Si tratta della più grande e più lontana esercitazione a cui hanno mai preso parte questi nostri velivoli”, aveva commentato a Times of Israel un ufficiale dell’aeronautica israeliana. Inoltre, subito dopo la Falcon Strike, dal 6 al 9 luglio, il 32° Stormo di Amendola ha ospitato, per la prima volta in Italia, l‘F-35 Users Group Working Group (UGWG) meeting, forum internazionale a cui hanno partecipato circa 50 rappresentanti dei Paesi utilizzatori del velivolo F-35, tra cui Belgio, Danimarca, Olanda, Stati Uniti, Israele e Italia appunto.
LA COLLABORAZIONE NEL SETTORE DIFESA DIFESA Ma la collaborazione militare tra Italia e Israele non si esaurisce con gli F-35. Come ha scritto Aurelio Giansiracusa di Ares Difesa, “È stato presentato in Parlamento alle competenti Commissioni Difesa di Camera e Senato per l’acquisizione del relativo parere il programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento A/R n. SMD 37/2021, configurantesi quale pianificata 2° tranche del già avviato ed approvato programma di A/R n. SMD 03/2020 (“Piattaforma Aerea Multi-Missione, Multi-Sensore”). “Tale programma è finalizzato alla progressiva implementazione di modifiche strutturali e integrazione del sistema di missione CAEW (Conformal Airborne Early Warning) su velivoli Gulfstream G-550 acquistati in versione “green” volte al raggiungimento della Full Mission Capability, nei segmenti strategici della caratterizzazione, sorveglianza e monitoraggio della situazione tattico-operativa, supporto decisionale di livello strategico e operativo, Comando e Controllo (C2) multi-dominio e protezione elettronica” ha spiegato Giansiracusa. Come è noto — ha ricordato l’esperto — “l’Italia, nel ambito di un accordo intergovernativo di cooperazione e collaborazione militare siglato nel 2003 con Israele, a fronte della fornitura di 30 velivoli d’addestramento avanzato Leonardo M-346 alla Israeli Air Force, ha ottenuto dalla controparte israeliana una fornitura di pari valore, consistente in due velivoli G-550 CAEW ed un satellite di osservazione e controllo OPSAT 3000”.
GLI ELICOTTERI DI LEONARDO E proprio Leonardo con i suoi M-346 è tornato protagonista questa primavera in Israele. Lo scorso aprile Grecia e Israele hanno annunciato un maxi-accordo nel settore della Difesa e che comprende un contratto da 1,65 miliardi di dollari per l’istituzione e il funzionamento di un centro di addestramento per l’aeronautica militare greca (Greek International Flight Training Center) da parte dell’appaltatore israeliano della difesa Elbit Systems per 22 anni. Il centro sarà dotato anche di 10 velivoli di addestramento M-346 di Leonardo. Stando alle stime di Banca Akros tale commessa può valere per Leonardo più di 300 milioni.
L’INVESTIMENTO DELLA ISRAELIANA TOWER PER I SEMICONDUTTORI Dalla sicurezza e difesa arriviamo all’innovazione tecnologica nel campo dei semiconduttori. Come ha sottolineato l’ambasciatore Eydar, “la società israeliana Tower sta per investire mezzo miliardo di euro nella costruzione di un centro di produzione nel nord Italia”. Il chip-maker franco-italiano StMicroelectronics si è alleato infatti con Tower Semiconductor, attiva nella produzione di wafer di silicio per dispositivi a semiconduttore per conto terzi (foundry). A giugno le due aziende hanno siglato un accordo in base al quale Stm ospiterà Tower nella fabbrica Agrate R3 da 300 mm attualmente in costruzione nel suo sito di Agrate Brianza, in provincia di Monza Brianza. Stm e Tower uniranno quindi le le proprie risorse per accelerare la crescita delle attività di produzione, ovvero il cosiddetto il ramp-up, fattore chiave per raggiungere un alto livello di utilizzo degli impianti e, di conseguenza, un costo competitivo per wafer di silicio. I prodotti fabbricati in Agrate R3 supporteranno i mercati dell’auto, dell’industrial e della personal electronics. “In un’ottica di medio-lungo termine, contribuiranno ad attenuare le tensioni sul lato dell’offerta in una vasta gamma di applicazioni” secondo il numero uno di Stm. “La produzione partirà a fine 2022 e a regime un impianto del genere potrebbe valere 2mila posti di lavoro. Un terzo dei quali grazie a noi” aveva dichiarato al Sole 24 Ore Ilan Rabinovich, manager di Tower Semiconductor.
IL POLO PER L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA Infine, l’asse italo-israeliano nel campo dell’innovazione tecnologica si rafforza anche con l’agritech hub di Napoli. Il polo per l’innovazione tecnologica nel campo dell’agricoltura, dell’acqua e dell’energia avrà luogo a Napoli con il contributo di Confagricoltura e il Ministero dell’Agricoltura. Proprio sul fronte della ricerca, il sindaco di Napoli Manfredi aveva evidenziato lo scorso novembre evidenziato quanto sia ”salda” la cooperazione tra il sistema della ricerca napoletano e campano e il sistema israeliano che ”potrà essere ulteriormente rafforzata anche in virtù di tanti nuovi progetti che dovranno partire tra il grande progetto dell’applicazione della tecnologia all’agricoltura con l’istituzione a Napoli del Centro nazionale”.