Sondaggio: cala la fiducia degli israeliani nelle istituzioni del paese, ma in grande maggioranza sia ebrei che arabi non lo cambierebbero con nessun altro
I dati dell'Israel Democracy Institute
Dopo che Israele ha approvato la prima legge di bilancio in più di due anni ponendo fine a ricorrenti cadute del governo e ripetute elezioni, la fiducia dell’opinione pubblica nel governo sembra leggermente aumentata, ma la fiducia complessiva nelle istituzioni statali rimane bassa. E’ quanto emerge dal 19esimo sondaggio annuale pubblicato dall’Israel Democracy Institute, che è stato consegnato giovedì nelle mani del presidente d’Israele, Isaac Herzog, dal presidente dell’Israel Democracy Institute Yohanan Plesner e dalla professoressa Tamar Hermann, direttrice del Viterbi Family Center for Public Opinion and Policy Research. Significativo appare l’aumento della fiducia nel governo, nei partiti e nella Knesset da parte degli arabi israeliani, tradizionalmente più diffidenti verso le istituzioni statali: uno sviluppo verosimilmente legato all’ingresso per la prima volta nella coalizione di maggioranza di un partito arabo islamico.
Il rapporto, suddiviso in quattro temi principali (valori democratici, sistema giuridico, fiducia, soddisfazione generale) ha rilevato “un quadro complesso per quanto riguarda il livello di fiducia del pubblico nelle istituzioni, la fiducia nel servizio civile del paese e la forza complessiva della democrazia israeliana”, affermano in una nota gli autori della ricerca. Come nei sondaggi degli anni precedenti, le Forze di Difesa israeliane risultano l’istituzione che gode del livello più alto di fiducia pubblica, nonostante un calo dal 90% del 2019 al 78% del 2021, il livello più basso dal 2008. Al secondo posto la carica di Presidente, che gode della fiducia del 58% degli intervistati, simile al 56% del 2020. La Corte Suprema, massimo organo giudiziario, si posiziona al terzo posto, ma non si guadagna la maggioranza potendo contare sulla fiducia solo del 41% dei cittadini nel 2021 (erano il 42% nel 2020). Segue la polizia israeliana al quarto posto con il 33,5%, in calo rispetto al 41% del 2020. In fondo alla lista, la Knesset con il 21% e i partiti politici con il 10%. In controtendenza rispetto al generale trend al ribasso delle maggiori istituzioni, il governo ha guadagnato qualche punto percentuale, salendo dal 25% del 2020 al 27% odierno. Generalmente gli arabi israeliani intervistati tendono ad esprimere meno fiducia nelle istituzioni e nelle cariche statali rispetto ai loro concittadini ebrei. Tuttavia, nell’anno appena trascorso i livelli di fiducia della comunità araba sono aumentati. La Corte Suprema è salita al 49% dal 40% del 2020. Anche il Presidente ha guadagnato fiducia, dal 31% al 41%, così come le Forze di Difesa passate dal 32% di fiducia fra i cittadini arabi dell’indagine 2020 al 36% di quest’ultimo sondaggio. Anche i partiti politici si sono guadagnati un aumento della fiducia tra gli intervistati arabi, con il 22% di quest’anno contro il 14% nel 2020, così come la Knesset nel suo complesso passata dal 17,5% degli arabi intervistati nel 2020 al 25% dell’anno appena terminato. Netto il miglioramento del governo che gode oggi della fiducia del 28% degli arabi israeliani, contro il 14% di un anno fa. La polizia, invece, è scivolata dal 26% al 22% e i mass-media dal 36% al 32%.
Il sondaggio ha interpellato gli intervistati su sei proposte relative al decentramento del potere, alle modifiche delle Leggi Fondamentali del paese (con valore quasi costituzionale) e alla rappresentanza nelle elezioni della Knesset. Risulta che il 67% degli israeliani è favorevole a trasferire più poteri dai Ministeri alle autorità locali. Il 57% degli israeliani esprime fiducia nella propria leadership locale, una cifra relativamente alta e stabile nel tempo stando ai sondaggi dell’Israel Democracy Institute. Oltre il 51% si dichiara favorevole all’idea di una rappresentanza regionale nelle elezioni per la Knesset. La fiducia nelle autorità locali risulta molto più alta tra i cittadini ebrei (62%) che tra gli arabi (32%). Tuttavia, mentre la percentuale per gli ebrei è simile al 63% registrato l’anno scorso, tra gli arabi israeliani si rileva un netto calo rispetto al 48% del sondaggio 2020. Secondo i ricercatori dell’Israel Democracy Institute, ciò può essere dovuto all’insoddisfazione per il modo in cui le autorità arabe locali hanno gestito la pandemia covid-19 e l’imperversare di gravi violenze da criminalità comune in località con un’alta popolazione araba. Per quanto riguarda il sistema giudiziario, il sondaggio ha rilevato che il 56% degli israeliani ritiene che la Corte Suprema deve avere il potere di respingere leggi della Knesset che considera contrarie ai principi democratici. Questa posizione ha conosciuto un leggero aumento negli ultimi dieci anni, giacché nel sondaggio 2010 il sostegno era solo del 52,5%. Ma l’opinione sui poteri della Corte Suprema vede grosse differenze fra i diversi settori della popolazione. Mentre una netta maggioranza degli israeliani laici (70%) ne sostiene le prerogative, lo stesso vale solo per una minoranza di nazionalisti religiosi (22%) e addirittura solo per il 17% degli ultra-ortodossi. Forte il sostegno tra la popolazione araba (74%). La maggioranza di coloro che si definiscono di sinistra (56%) o di centro (41%) ritiene che la Corte Suprema abbia attualmente la giusta quantità di potere, mentre la maggior parte degli intervistati di destra (57%) pensa che eserciti troppo controllo. L’80% degli intervistati di sinistra e il 53% di centro non pensano che la Corte intervenga più del dovuto, mentre a destra il 69% ritiene che sia troppo interventista. Un dato di notevole interesse è che, stando al sondaggio, il 57% degli israeliani desidera un leader “forte” che possa prendere decisioni senza essere condizionato della Knesset, della stampa o dell’opinione pubblica. Questo dato è aumentato costantemente di anno in anno dal 41% rilevato nel 2014. Il leader “forte” viene visto con favore dal 55% degli ebrei israeliani e dal 61% degli arabi israeliani. Nel ricevere il rapporto, il presidente Herzog ha detto che il calo della fiducia dei cittadini nelle istituzioni statali è profondamente preoccupante.
“Non esiste sostituto per la democrazia israeliana – ha detto Herzog – e non c’è sostituto per le sue istituzioni statali. Quindi la perdita di fiducia mi fa perdere il sonno. Nessuno stato può esistere se i suoi cittadini non hanno fiducia in esso e nelle sue istituzioni. La fiducia del pubblico è il bene più importante di qualsiasi sistema o istituzione statale, e il prolungato declino della fiducia pubblica costituisce un campanello d’allarme per tutti noi. Credo che la crescente tensione e sfiducia tra esecutivo, legislativo e giudiziario abbiano portato a un calo della fiducia del pubblico, che vede e ascolta tutte queste risse e critiche: alcune pertinenti, altre meno. E quando lo scontro sostituisce la partnership e la collaborazione, si vedono i risultati. Ma è bene chiarire che questo non è un destino ineluttabile: possiamo e dobbiamo agire diversamente”. Infine, l’Israel Democracy Institute ha sondato il grado di soddisfazione generale della popolazione rilevando che meno di un terzo degli israeliani (33% degli ebrei, 25% degli arabi) definirebbe la situazione attuale di Israele “buona” o “molto buona”: è il punteggio più basso in un decennio. Tuttavia, il 63% degli intervistati si dichiara ottimista sul proprio futuro. Nel complesso, il 76% degli ebrei e il 66% degli arabi considerano Israele un buon posto in cui vivere. La maggior parte degli ebrei (70%) e degli arabi (81%) preferirebbe rimanere nel paese anche se gli fosse offerta la cittadinanza in un altro paese occidentale. (Il sondaggio via internet e telefono è stato condotto il 15-24 giugno e il 24-27 ottobre 2021 dal Viterbi Family Center for Public Opinion e ha campionato 1.004 uomini e donne in ebraico e 184 in arabo. L’errore del campione è stimato +-2,9%).
(Da: Times of Israel, Jerusalem Post)