Una brutta e arrogante critica in odore di antisemitismo
Commento di Deborah Fait
A destra: la locandina
Oscar, la corsa dei film stranieri: Sorrentino tra i favoriti, ma il pericolo viene dal freddo di Alberto Crespi
'È stata la mano di Dio' in pole position, con 'Un eroe' di Farhadi, per entrare nella cinquina dei candidati al miglior film straniero. Ma occhio a tre titoli scandinavi, e a quello del Kosovo "L’Oscar per il miglior film straniero è nato come “premio speciale” nel 1948 (vinse Sciuscià). È diventato categoria ufficiale degli Academy Awards nel 1957 (vinse La strada). In più di 70 edizioni pochissimi autori ne hanno vinto più di uno: Fellini, De Sica, Kurosawa, Bergman… e Asghar Farhadi, quest’anno in lizza con Un eroe. Sì, Farhadi si è aggiunto a quel quartetto di giganti con le vittorie del 2012 (Una separazione) e del 2017 (Il cliente).
Paolo Sorrentino, 'È stata la mano di Dio', ecco le tappe fondamentali per sperare nell'Oscar 25 Dicembre 2021.
"Paolo Sorrentino ha invece vinto nel 2014 con La grande bellezza. Sarebbe sin troppo facile pronosticare che i due, in quanto veterani, siano i favoriti: un po’ come prevedere una finale Bayern-Liverpool in Champions League. Ma la sorpresa, nel calcio come negli Oscar, è sempre in agguato. Tra l’altro l’Oscar per il film straniero è storicamente il più “volubile”, segue regole diverse dagli altri premi e mette in crisi ogni parametro, a cominciare dalla qualità: basterebbe ricordare l’edizione del 1978 in cui il francese La vita davanti a sé di Moshe Mizrahi (ve lo ricordate? No? Ecco, appunto) battè Una giornata particolare di Ettore Scola e Quell’oscuro oggetto del desiderio di Luis Buñuel. Ogni commento è superfluo."
Vi invito a porre la vostra attenzione alle ultime righe in cui Crespi parla con evidente spregio di quel capolavoro che fu "La vie devant soi"(1977) di Moshe Mizrahi con una fantastica Simone Signoret nella parte di Rosa. Quelle parole tra parentesi "Non ve lo ricordate Mizrahi… appunto" hanno un cattivo odore di velato antisemitismo ma soprattutto puzzano di supponenza, di superbia, di disprezzo verso un intellettuale e regista ebreo israeliano che fece mangiare la polvere ai suoi rivali nella corsa all'Oscar, due giganti già famosi all'epoca dei fatti, come Ettore Scola e Luis Bunuel. Moshe Mizrahi, forse Crespi non lo sa, ha diretto 14 film sia in Israele che in Francia, tre dei quali furono nominati all'Academy Award for Best Foreign Language Film: "I Love You Rosa; The House on Chelouche Street e Madame Rosa". Tre Award su 14 non sono pochi nell'ambiente del cinema internazionale. Nel 1994 fu premiato allo Haifa Film Festival e , fino al 2009, ha insegnato cinematografia all'Università di Tel Aviv. Alberto Crespi dovrebbe levarsi il cappello dinnanzi a una simile personalità anziché fare del facile sarcasmo di pessimo gusto. "Ogni commento è superfluo" è l'ultima orrenda frecciata su Moshe Mizrahi. Si, ogni commento è superfluo, soprattutto il suo, signor Crespi.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"