Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 05/01/2022 a pag.15, con il titolo "Gli studenti stufi della 'cancel culture' ", il commento di Mauro Zanon.
Mauro Zanon
«Noi, allievi di tutti gli istituti di scienze politiche di Francia, deploriamo la censura, ufficiale e ufficiosa, onnipresente nelle nostre scuole, da parte di alcuni studenti, associazioni e professori, e dell'amministrazione. Inoltre, nel nostro piccolo, vogliamo lanciare un allarme sui pericoli della "cancel culture". Lungi dall'essere un fenomeno puramente anglosassone relegato tra i muri dei campus americani, l'esacerbato spirito comunitarista di questa enclave intellettuale fuori dal mondo vuole dettare legge su tutto». E ancora: «L'obiettivo, con la presente, non è porsi come vittime, ma allertare i nostri concittadini e i nostri dirigenti sulle derive degli istituti di scienze politiche francesi che, non dimentichiamocelo, sono destinati a formare le nostre future élite intellettuali, politiche ed economiche. Le derive che osserviamo attualmente all'interno delle Sciences Po di Francia si diffonderanno presto dappertutto».
CACCIA ALLE STREGHE Inizia così la lettera di protesta di un gruppo di studenti dei principali istituti di scienze politiche francesi, tra cui Sciences Po Parigi, laboratorio del progressismo chic, dove insegnava e faceva proseliti l'attuale segretario del Partito democratico italiano Enrico Letta (era il direttore dell'Ecole d'affaires internationales). Una lettera, pubblicata sul sito Figaro, nella quale si denuncia l'incursione capillare delle nuove ideologie estremiste provenienti da oltreoceano, il "wokismo" e la "cancel culture", e il pesante clima di censura e di caccia alle streghe che regna nelle grandes écoles. «Quelli che si ergono ad apprendisti censori saranno domani giornalisti, deputati, scrittori, "intellettuali", professori di università; insomma, avranno il controllo su tutte le strutture del potere, sulle menti», scrivono preoccupati gli studenti. Questi ultimi elencano numerosi esempi di oscurantismo: dalle minacce dell'ultrasinistra a sindacati studenteschi come l'Uni (di orientamento gollista) e Printemps Républicain (di orientamento liberale), perché ostili all'ideologia "woke", fino alle accuse di "islamofobia" ai danni di due professori di Sciences Po Grenoble. Uno dei due, Klaus Kinzler, è stato sospeso dall'insegnamento poco prima di Natale. A febbraio del 2021, per aver ricordato «le origini cristiane della Francia» e aver «contestato la settimana dell'uguaglianza "Razzismo, antisemitismo e islamofobia", la messa sullo stesso piano dei tre concetti», Kinzler ha visto il suo nome e il suo volto sui muri di Sciences Po accanto alla scritta «islamofobo». Da quel momento, divenuto il nemico pubblico numero uno delle associazioni musulmane e di estrema sinistra, ha ricevuto minacce di morte ed è finito sotto scorta. «Sciences Po Grenoble non è più un istituto di scienze politiche, ma un campus di educazione, o meglio di rieducazione politica. Gli studenti sono indottrinati», ha detto Kinzler in un'intervista all'Opinion, puntando il dito contro la direzione della scuola che lo ha abbandonato alla gogna degli estremisti.
CLIMA DI ODIO «L'atteggiamento settario e estremista delle associazioni di sinistra, pseudo-apolitiche, seguite dalla folla docile delle altre associazioni sportive e culturali, fa regnare un'atmosfera deleteria nella vita studentesca degli istituti di scienze politiche francesi e all'interno delle stesse associazioni, i cui membri refrattari agli ideali progressisti radicali sono rapidamente allontanati», raccontano gli autori della lettera aperta, prima di a. ungere: «Traumatizzati dal fatto di essere dei "bianchi cisgender eterosessuali' e dunque dei "privilegiati" e dei "dominatori", i professori e i membri delle direzioni degli istituti di scienze politiche tracciano, per necessità di pentimento e anche di masochismo, una via reale per le associazioni Lgbt e femministe». La lettera degli studenti è rivolta al primo ministro, Jean Castex, ma soprattutto alla ministra dell'Università, Frédérique Vidal. Quest'ultima, lo scorso ottobre, aveva detto che il problema dell'«islamogoscismo» nelle università francesi è risolto da quando ha preso in mano la situazione, e che la «libertà di opinione» è tornata. Visibilmente, non ha la minima percezione della realtà del mondo universitario, soprattutto negli istituti di scienze politiche.
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