Abu Mazen incontra Benny Gantz Analisi di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale Data: 30 dicembre 2021 Pagina: 14 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «Abu Mazen in Israele da Gantz. Hamas: 'Tradisce l'Intifada'»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 30/12/2021, a pag. 14, l'analisi di Fiamma Nirensteindal titolo "Abu Mazen in Israele da Gantz. Hamas: 'Tradisce l'Intifada'".
A destra: Abu Mazen, Benny Gantz
Fiamma Nirenstein
È vecchia di dieci anni l'ultima visita amichevole di Abu Mazen in Israele: l'indirizzo quella volta era la residenza di Benjamin Netanyahu, in Rehov Balfour, e i sorrisi di Sarah a Mahmoud Abbas di nuovo invadono i teleschermi, in memoria. Invece, non esistono immagini dell'incontro nella casa di Rosh HaAyin del Ministro della Difesa israeliano Benny Gantz col presidente palestinese Mahmoud Abbas, al secolo Abu Mazen. Gantz lo ha ricevuto alle otto e mezzo di sera martedì per due ore, con pochi intimi politici e tecnici. È stato un incontro importante? Si sono dette cose serie? Perchè ha avuto luogo? Di sicuro gli ha dato molto importanza Hamas, Ismail Haniyeh ha attaccato a testa bassa lo sgarro disgustoso, Hamas dice che Abu Mazen "tradisce l'Intifada"; e per spiegare come si fa, dopo poche ore ha sparato oltre il confine a casaccio ferendo un civile e suscitando la reazione dell'esercito, che ha risposto e ferito tre persone. Hamas ha voluto rubare la scena al leader 87enne, ma per ora è lui che ha spiazzato l'opinione pubblica palestinese e israeliana che in questi giorni si era abituata al ritmo serrato di attentati a fuoco, coltelli, auto. Otto in due settimane, di cui due mortali. Il clima si è surriscaldato: gli attacchi palestinesi, come per esempio quello in due riprese, ai santuari come la tomba di Giuseppe, nei Territori, si alternavano alle risposte dei residenti dei territori infuriati. Gli attacchi con le pietre si erano moltiplicate, le reazioni israeliane sono andate oltre i limiti di legge. Insomma, un clima ipereccitato, quasi una nuova Intifada che ha preoccupato anche Abu Mazen: ogni situazione estrema è pane per i denti di Hamas, come si è visto nella guerra di maggio. Abu Mazen non ha interesse allo scontro generale: un paio di settimane or sono due israeliani che per sbaglio sono entrati a Ramallah e la polizia palestinese li ha sottratti al linciaggio. Come calmare il terreno? L'incontro ha trattato di questo: Abu Mazen, si sussurra, ha ribadito la sua intenzione di non arrivare a scontri fatali, di evitare l'escalation, di tenere saldo l'accordo di sicurezza che tante volte lo ha salvato da Hamas. Per gestire la situazione, ha ottenuto mezzi economici e facilitazioni, oltre a più controllo dei settler. Ha ottenuto più permessi di lavoro, più ingressi in Israele, il transfer di 100 milioni di shekel (25 milioni circa) dei soldi delle tasse che Israele raccoglie, la legalizzazione dello status di 6000 cittadini del West Bank e di 3500 di Gaza e altre "misure di fiducia". É già successo con gli accordi Abramo, che le misure pratiche, lo scambio, siano portatrici di buone speranze. Ma lo sfondo qui è Abu Mazen, un leader che, anche se certo, a differenza di Arafat, non tenta di affogare nel sangue Israele, pure da prova da sempre di inimicizia inguaribile: è lui l'inventore delle peggiori forme di delegittimazione dello Stato Ebraico, che irrora di prensili falsità come quella dello "Stato di apartheid" o della "illegalità internazionale" o della "pulizia etnica". Il suo passato di negatore della Shoah si mescola all'erogazione milionaria di stipendi per i terroristi, al sostegno degli shahid dai testi scolastici alla santificazione dei terroristi suicidi. E' difficile crederlo un partner. La destra, all'interno dello stesso governo di Gantz, critica aspramente il suo ministro che ha "aperto la casa" a un nemico dichiarato, la sinistra, sempre dentro il governo, lo loda. E Bennett dice che non sapeva nulla dell'incontro. Ma è difficile crederlo. Gantz ha obiettivi condivisibili dall'attuale governo in genere: sicurezza interna e simpatia americana. Biden ci tiene a riaprire il dialogo palestinese, mentre proprio in questi giorni decide sulla trattativa con l'Iran degli ayatollah atomici.
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