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Informazione Corretta Rassegna Stampa
29.12.2021 Doppiezza e ipocrisia nel mondo politico palestinese
Analisi di Antonio Donno

Testata: Informazione Corretta
Data: 29 dicembre 2021
Pagina: 1
Autore: Antonio Donno
Titolo: «Doppiezza e ipocrisia nel mondo politico palestinese»
Doppiezza e ipocrisia nel mondo politico palestinese
Analisi di Antonio Donno

Martedì 28 dicembre ISRAELE.net riportava un breve articolo di Maurice Hirsch, pubblicato su palwatch.org il 23 dicembre. L’articolo riferiva che il boicottaggio (Bds) dell’azienda Ben & Jerry’s nei confronti di Israele era stato plaudito dall’Autorità Palestinese. Nello stesso tempo, però, i dati statistici dimostrano che le importazioni da Israele da parte dell’Anp sono in costante aumento, così come le esportazioni verso Israele. Insomma, il boicottaggio è buono quando lo fanno gli altri, mentre non ha senso negli scambi dell’Anp con lo Stato ebraico.

Da quando in qua rendere un sito accessibile ai disabili è un “crimine di  guerra” e un atto di “giudaizzazione”? - Israele.net - Israele.net
Maurice Hirsch

Bella coerenza. Ipocrisia al massimo livello. Del resto, il mondo arabo, nei suoi rapporti storici con i sionisti e con Israele, ha sempre dato esempio di ipocrisia e doppiezza. Durante il mandato britannico, vari esponenti di spicco del mondo arabo-palestinese si lamentavano delle occupazioni di terre da parte dei pionieri sionisti, ma nello stesso tempo, essendo l’agricoltura palestinese in uno stato di arretratezza cronica, la gente araba doveva far riferimento ai prodotti della terra coltivata dai sionisti per sopravvivere. A questo proposito, è sufficiente far riferimento al notevole numero di documenti britannici al riguardo presenti nei nove fondamentali volumi Land Legislation in Mandate Palestine (Cambridge University Press, 2009), dove questa mistura di odio-dipendenza è ben evidente. Una doppiezza di atteggiamenti che darà il via a una lunga storia di profonde ambiguità del mondo arabo dopo la nascita di Israele il 14 maggio 1948. Quando gli eserciti di cinque Paesi arabi invasero il neonato Stato ebraico, esplose una gioia irrefrenabile tra le masse arabe prima ancora che gli eventi bellici dimostrassero la sconfitta e la distruzione di Israele.

Quando la realtà mostrò il volto di una sconfitta vergognosa, il mondo arabo affermò senza esitazione che la vittoria sarebbe stata dallo loro parte, se occulte forze non fossero intervenute a difendere gli ebrei, “figli di porci e scimmie”. La vittoria ebraica, dunque, era figlia non del valore e del sacrificio degli israeliani (era impossibile per gli arabi affermare una cosa di questo genere, essendo gli ebrei – è essenziale ripeterlo – “figli di porci e scimmie”, appunto. Sarebbe stato infamante). Allo stesso modo, quando gli eserciti arabi si collocarono ai confini di Israele, alla vigilia della guerra del 1967, il mondo arabo esultò perché la disfatta di Israele stava per avvenire, anzi era avvenuta. Era già avvenuta, perché era impossibile che gli insulsi ebrei resistessero alla forza devastante delle armate arabe. Quando gli arabi sprofondarono nella sconfitta, ancora una volta le oscure forze del male avevano impedito di raggiungere la vittoria definitiva contro il “mondo del male ebraico”. Queste giustificazioni si sono susseguite negli anni, prima nella guerra del 1973, e poi in ogni altra occasione di scontro arabo-israeliano e israelo-palestinese.

Benché nel corso del tempo, di sconfitta in sconfitta, prevalesse una visione più realistica dei fatti, soprattutto presso i comandi militari arabi, la propaganda dei giornali e degli altri mezzi di comunicazione non si sottrasse alla solita “spiegazione” del disastro presso la gente comune araba, anche per non favorire eventuali contestazioni nei confronti delle leaderships di quei Paesi. Così, questa storia è andata avanti sino ai nostri giorni.

Ma l’esempio più eclatante della doppiezza araba è rappresentato da Yasser Arafat, il quale parlava in un inglese storpiato nei consessi internazionali, dando finta dimostrazione di apertura al dialogo, e in arabo agli arabi, confermando il progetto palestinese di distruggere Israele. La sua profonda ambiguità, tuttavia, si dimostrò nel tempo un fattore di totale negatività per la causa palestinese. La situazione politica odierna dell’Anp lo sta a dimostrare; l’impasse è totale, ma la doppiezza e l’ipocrisia continuano a dominare la scena politica palestinese.

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Antonio Donno

takinut3@gmail.com

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