Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 23/12/2021, a pag. 14, con il titolo 'II rapper odia gli ebrei. Si può definire antisemita' l'analisi di Daniel Mosseri.
Daniel Mosseri
Xavier Naidoo
Berlino La libertà di espressione deve valere per tutti: tanto per chi diffama, quanto per chi è stato diffamato. Lo ha stabilito la Corte costituzionale tedesca dando ragione a un rappresentante della Amadeu Antonio Stiftung, una fondazione berlinese impegnata contro il razzismo, che aveva chiamato il cantante tedesco Xavier Naidoo «un antisemita».
Nato nel 1971 a Manheim da genitori sudafricani, Naidoo è famoso in Germania per le sue canzoni ReB e per le sue uscite ora omofobe, ora antisemite. Nel 2015 è chiamato a rappresentare il suo paese all'Eurovision del 2016, invito ritirato dopo che una raccolta di firme online e le pressioni dei Verdi lo squalificano per il testo omofobo e transofobo della sua canzone «Wo sind die jetzt». Naidoo fa poi notizia perché chiama il Consiglio centrale degli ebrei tedeschi «il Consiglio centrale delle menzogne», scrive su Twitter che «tradimento, corruzione e ricatto» sono «il modo di vivere degli ebrei», che tutti gli ebrei dalla pelle chiara sono ingannatori e che «ci sono tanti ebrei in questo brutto mondo di molestatori di bambini». Senza dimenticare di sostenere ancora che lo sterminio «è una finzione storica di successo» mentre i Protocolli dei savi di Sion, un finto documento storico ferocemente antisemita, è uno dei «documenti più importanti della storia dell'umanità».
Nel 2017 una rappresentante della Fondazione Amadeu Antonio partecipa a una conferenza sui Reichsbürger, un movimento di nazionalisti che rimpiange l'Impero guglielmino visto che la nostalgia per il Terzo Reich è vietata per legge. A una domanda di un giornalista su cosa pensa di Naidoo e dei suoi testi, la rappresentante risponde: «E un antisemita: non dovrei dirlo perché ha la denuncia facile, ma può essere facilmente provato». La querela del cantante arriva puntuale e sia il Tribunale regionale di Ratisbona sia il Tribunale regionale d'appello di Norimberga censurano le affermazioni della donna perché dannose per la dignità del cantante che avrebbe subito anche un effetto-gogna. La Corte di Karlsruhe ha ribaltato invece la sentenza stabilendo che le due corti hanno trascurato la centralità della libertà nel pubblico scontro fra le idee. Per cui se detesti gli ebrei non ti puoi offendere se poi ti danno dell'antisemita.
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