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Italia Oggi Rassegna Stampa
21.12.2021 Le strade antisemite di Berlino
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 21 dicembre 2021
Pagina: 13
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Le strade antisemite di Berlino»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 21/12/2021, a pag.13 con il titolo "Le strade antisemite di Berlino" il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

Quartiere di Charlottenburg, la zona più chic di Berlino
Charlottenburg, Berlino

Vivo da anni in un quartiere antisemita e non me ne sono accorto. Non per gli abitanti, ma per i nomi delle strade e delle piazze. Certamente, tra i miei vicini qualche razzista e nostalgico ci dovrà pur essere. Secondo le statistiche sarebbero almeno il 22%, esattamente nella media europea, anche se la percentuale a volte dipende dalle domande e da come vengono poste. Se dico che l'arrivo di molti musulmani in Germania o altrove potrebbe essere un problema per l'Europa, sarei un razzista? Il mio quartiere di Charlottenburg ha sempre accolto gli stranieri. Negli anni venti era stato scelto dai russi che fuggivano dalla rivoluzione bolscevica, tanto che venne soprannominato Charlottengrad. Allora, tra i miei vicini ci sarebbe stato il giovane Nabokov, che per vivere dava lezioni di tennis in un circolo sulla Kurfürstendamm. Un secolo non basta a cancellare il passato, oggi sono numerosi i russi emigrati dopo il crollo dell'Urss. Ma il politologo Felix Sassmannshausen mi avverte di non stare tranquillo. Ha controllato le 10.500 strade e piazze della capitale tedesca, su incarico del Senato, e ben 280 portano nomi antisemiti. A sinistra vado a prendere il metro a 200 metri, nella Richard Wagner Platz da cui parte l'omonima strada che conduce alla Deutsche Oper. Il compositore, si sa, non amava gli ebrei, era il preferito da Hitler, che era spesso ospite della famiglia Wagner. I nipotini del musicista lo chiamavano Onkel Adolf, zio Adolf, e lo zietto se li prendeva sulle ginocchia. Prima o poi, nell'era del politically correct L'Anello dei Nibelunghi sarà vietato. Ricordate la battuta di Woody Allen «Quando sento la Cavalcata delle Valchirie, mi viene voglia di invadere la Polonia»? Comunque preferisco Mozart, anche lui però in pericolo, era un maniaco sessuale come Woody Allen e un massone come Giuseppe Mazzini. Il teatro dell'Opera si trova nella Bismarckstrasse, e il Cancelliere di ferro era un guerrafondaio, viene considerato un precursore del Führer, e si contornava di collaboratori antisemiti, come antisemita era anche l'ultimo kaiser Wilhelm II. Non basta: nel quartiere si trova anche la Lutherstrasse, via Lutero, il monaco Martino odiava gli ebrei, e davanti alle mie finestre vedo una chiesa protestante. Si dovrebbe cambiare nome alle strade e alle piazze, e cancellare il passato, che è il vizio di Berlino. Il muro è stato raso al suolo con fretta sospetta. E si voleva abbattere anche l'Olympia Stadion, sempre nel mio quartiere, che ospitò nel 1936 i giochi di Hitler.

L'hanno salvato a stento, ma coprendolo con una cupola, e dipingendo con un orrendo colore violetto la pista rossa su cui sotto gli occhi di Hitler trionfo Jesse Owens, atleta non bianco, che dimostrò poco rispetto per il padrone di casa. Hanno buttato giù anche il Palast der Republik, simbolo della dittatura comunista, ma per ricostruire il castello degli Hohenzollern, cioè il palazzo di Wilhelm II. Una decisione contraddittoria. La ricostruzione è stata affidata all'architetto di Vicenza Franco Stella, che ha fatto un ottimo lavoro. Ma anche lo schloss degli Hohenzollern non sarebbe a posto peri fan del politically correct, si è lamentato Stella in un'intervista con Alessandro Brogani, direttore del giornale online Deutsch Italia. La scritta incisa sotto la cupola, che riporta un passo degli Atti degliApostoli, sarebbe discriminatoria verso le altre culture, e offenderebbe gli immigrati. E contestata è anche la croce sulla cupola, voluta dall'imperatore Friedrich Wilhelm W come simbolo dell'unità tra Stato e Chiesa. Infine andrebbero cancellati dalla lapide che ricorda gli sponsor della ricostruzione (costata oltre un miliardo di euro) i nomi di quanti hanno padri o nonni compromessi con il nazismo. Tuttavia non si parla di restituire i loro contributi. Il pensiero di Martin Lutero ha inquinato per secoli l'anima tedesca (e non solo), ma sospetto che guardare al passato sia un facile alibi per l'antisemitismo di oggi. Farsi riconoscere come ebreo è adesso diventato pericoloso a Berlino. Si rischia di venire aggrediti da qualche razzista tedesco, e dagli immigrati musulmani, non tutti ma comunque troppi. Normali risse tra cittadini, secondo la polizia.

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