Incredibile! L'enorme menzogna del quotidiano dei vescovi Allarme per i cristiani in Israele, ma i numeri dicono altro
Testata: Avvenire Data: 21 dicembre 2021 Pagina: 17 Autore: la redazione di Avvenire Titolo: «Allarme delle Chiese di Terra Santa: 'Minacciata la presenza cristiana'»
Riprendiamo oggi 21/12/2021, da AVVENIRE, a pag. 21, l'articolo dal titolo "Allarme delle Chiese di Terra Santa: 'Minacciata la presenza cristiana' ".
A destra: una processione religiosa di cristiani israeliani
Come introduzione al pezzo di disinformazione di Avvenire riprendiamo l'esordio dell'analisi di Deborah Fait pubblicato su IC in data 18/12/2021.
Si avvicina il Natale e naturalmente arriva in Rai anche la retorica su alcuni cristiani che hanno difficoltà a celebrarlo. Ma quali cristiani? Quelli siriani spazzati via dalla guerra civile? Forse quelli afghani e iracheni perseguitati e sgozzati dall'Isis? In Medio Oriente i cristiani erano il 20% oggi sono meno del 5%, Betlemme, quando era sotto la giurisdizione israeliana, aveva il 90% della popolazione di fede cristiana, oggi sono forse il 7%. In sessant'anni la popolazione araba cristiana di Gaza è diminuita dall' 8% a meno del 2%, durante lo stesso periodo il numero dei cristiani di Israele è triplicato. Monsignor Gabriele Naddaf di Nazareth (che tutti noi conosciamo per il suo grande amore e fedeltà a Israele) ha dichiarato: "Esiste solo un luogo dove i cristiani sono protetti, dove godono di piena libertà di culto e di pensiero, dove vivono in pace: Israele, la nazione in cui vivo. Nel resto del Medio Oriente vengono uccisi in media 100.000 cristiani all'anno."
Ecco l'articolo- fake news di Avvenire:
Deborah Fait
I patriarchi e i capi delle Chiese a Gerusalemme hanno denunciato — con un documento comune pubblicato nei giorni scorsi — che «in tutta la Terra Santa i cristiani sono diventati bersaglio di attacchi frequenti e prolungati da parte di frange radicali». I leader religiosi evidenziano che «dal 2012 ci sono stati innumerevoli episodi di aggressioni fisiche e verbali contro sacerdoti ed esponenti della Chiesa, attacchi alle chiese cristiane, con i luoghi santi regolarmente vandalizzati e profanati», e «continue intimidazioni nei confronti dei cristiani». I capi della Chiesa locale riconoscono «con gratitudine» l'impegno del governo israeliano «a creare una casa sicura per i cristiani in Terra Santa e a preservare la comunità cristiana come parte integrante del tessuto sociale», ma ritengono che i problemi insorgano quando questo impegno «viene tradito dal fallimento dei politici locali e delle forze dell'ordine nel frenare le attività dei gruppi radicali». Israele ha reagito parlando di «accuse infondate».
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