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Il Foglio Rassegna Stampa
20.12.2021 Bat Ye'or: la saga dei cristiani e degli ebrei in terra di islam
Analisi tratta dalla Revue des Deux Mondes

Testata: Il Foglio
Data: 20 dicembre 2021
Pagina: 5
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Bat Ye'or: la saga dei cristiani e degli ebrei in terra di islam»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 20/12/2021, a pag.V, con il titolo "Bat Ye'or: la saga dei cristiani e degli ebrei in terra di islam", l'intervista tratta da Revue des Deux Mondes.

Bat Ye'or, l'égérie des nouveaux croisés
Bat Ye'or

Revue des Deux Mondes - Dopo "Moïse" (Les Provinciales, 2020), pubblica "Elie", secondo tomo del suo grande affresco sulla dhimmitudine, ossia la situazione dei cristiani e degli ebrei in terra di islam. Il primo tomo si situava al Cairo, all'interno del ghetto ebraico. In "Elie" lei ha scelto di far iniziare il racconto nel 1914. Cosa caratterizza questo periodo dell'Impero ottomano?

Bat Ye'or - E' un periodo decisivo per il Ventesimo secolo. La guerra del '14-'18 spazza via quattro imperi: quello degli Zar, quello di Guglielmo II, quello austro-ungarico e l'Impero ottomano. Nei Balcani, alcuni popoli accedono all'indipendenza e gli ex possedimenti ottomani arabofoni vengono suddivisi in stati nazione sotto protettorati o mandati europei. Emergono nuovi movimenti politici: il comunismo, il nazionalismo arabo, il panislamismo e il sionismo. Per la prima volta nella storia, i paesi cristiani abbandonano la loro politica di condanna del popolo ebraico all'esilio e gli riconosce il diritto di vivere libero e sovrano nella sua patria ancestrale. E' una tappa fondamentale per il cristianesimo e il giudaismo. Il biennio 1915-1916 è anche il periodo in cui lo stato turco ordina e pianifica il genocidio di una parte della sua popolazione cristiana con l'approvazione del suo alleato germanico, esperienza in cui si formano i legami militari ed empatici dell'islamo-nazismo che si svilupperà prima, durante e dopo la Seconda guerra mondiale. Inoltre è il periodo della grande speranza di pace, di giustizia e di intesa tra i popoli che si manifesterà con la creazione della Società delle nazioni.

Élie Al-Kahira, 1913-1942 - broché - Bat, Ye'ôr - Achat Livre | fnac
La copertina

Come reagiscono gli ebrei alle deportazioni e alle persecuzioni dei cristiani?
Provano una grande empatia per le vittime abbandonate ai massacri e alla schiavitù sotto gli occhi di tutti. Le minoranze sanno che la loro esistenza è minacciata. Malgrado il severo divieto di aiutare i deportati, gli ebrei dell'Yishuv (la Palestina non esisteva ancora) tentano di informare gli inglesi sul genocidio degli armeni. Henry Morgenthau, ambasciatore ebreo americano a Costantinopoli, organizza dei soccorsi e informa l'opinione pubblica negli Stati Uniti.

Come considera l'attuale situazione dei cristiani d'oriente?
E' una situazione tragica, sono ostaggi manipolati dagli stati musulmani nella loro politica di seduzione dell'occidente.

Il genocidio degli armeni è lo sfondo della prima parte del racconto. Cosa rappresentano gli armeni in questa storia della dhimmitudine?
Gli armeni figurano fra i primi popoli della dhimmitudine. Nonostante l'oppressione, questo popolo conservò la sua lingua, la sua cultura e i suoi annali storici. La sua creatività si manifestò nella liturgia, nell'architettura monumentale, nella scrittura, nella letteratura e nelle scienze. In questo modo, manifestò la propria resistenza.

Che ruolo svolse il Vaticano in questo periodo drammatico rispetto ai massacri ai danni degli armeni e rispetto al nucleo ebraico in Palestina?
Il clero cattolico si adoperò per aiutare le vittime armene attraverso soccorsi sul campo, proteste e la diffusione dell'informazione. Per quanto riguarda il nucleo ebraico in Palestina, il Vaticano vi si oppose con tutti gli strumenti, in particolare attraverso l'invio di emissari in ogni stato e attraverso la propaganda.

Lei evoca i legami tra germanismo e islamismo molto presenti fin dalla Prima guerra mondiale. Che cosa ci dicono?
Questi legami tra gli eserciti tedeschi, austriaci, turchi e arabi che si sono formati durante le battaglie comuni nell'Impero ottomano si manterranno anche dopo la sconfitta. Faciliteranno la nazificazione dei movimenti fascisti arabi, come il nazionalismo arabo negli anni Trenta, e l'adesione delle masse arabe al nazismo durante la Seconda guerra mondiale. La strumentalizzazione del jihad da parte dei nazisti per combattere le Forze alleate e gli ebrei, la collaborazione stretta tra i leader musulmani e l'arruolamento nella Wermacht e nelle SS di migliaia di jihadisti musulmani, porteranno alla costruzione di una solidarietà nazi-islamica. Questa solidarietà ristrutturerà le vecchie alleanze degli anni Trenta fin dal 1969.

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