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La Nazione Rassegna Stampa
19.12.2021 Willy Brandt, la spia che diventò Cancelliere
Commento di Roberto Giardina

Testata: La Nazione
Data: 19 dicembre 2021
Pagina: 23
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Whisky e caffè alla spia che diventò Cancelliere»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 19/12/2021, a pag.23 con il titolo "Whisky e caffè alla spia che diventò Cancelliere" il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

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Willy Brandt

Willy Brandt spia e doppia spia, sulla lista paga dei servizi segreti americani, e anche sospettato di simpatie verso i rossi? Una vecchia voce, ora confermata in parte da documenti pubblicati dal settimanale Der Spiegel. Erano gli anni drammatici e confusi del primo dopoguerra, le città tedesche in rovina, il paese occupato dai vincitori, le due Germanie non erano ancora nate, Willy indossava la divisa norvegese, non era un traditore di una patria scomparsa. Ma continuò a fornire informazioni fino al 1952. Brandt, amato odiato, Nobel per la pace, è sempre un mito, fu il primo a cambiare l'immagine della Germania nel mondo, e grazie a lui i tedeschi poterono cominciare a liberarsi dal peso del passato, da non dimenticare senza restarne schiacciati. 117 dicembre del 1970, cadde in ginocchio nel ghetto di Varsavia. Un gesto teatrale, calcolato? Ero a cinque metri da lui, vidi la sua espressione cambiare a un tratto, lo decise in quel momento. Non piacque a tutti i tedeschi, un Cancelliere non si inginocchia. Era un grande uomo, e un cattivo politico, il che sarebbe un complimento, con difetti come tutti, amava il whisky, annotano gli americani, e le belle donne. 1 dossier della Cic, Counter Intelligence Corps, il servizio segreto dell'esercito Usa, quasi una polizia militare, non sono più secretati. Lo storico Thomas Boghardt ha trovato la lista del primo giugno 1952, con i nomi in ordine alfabetico dei collaboratori tedeschi e austriaci. Brandt Willy è al decimo posto, nome in codice 0-35-VIII, lo zero indica che è un collaboratore investigativo. Segue un 5, significa che il rapporto è finito perché non più interessante, dal marzo di quell'anno. La scheda riporta gli incontri, oltre duecento, ma non le informazioni fornite, e il pagamento: dal 1950 Brandt riceveva un compenso regolare, 250 marchi al mese, quanto la paga di un impiegato, non poco, oltre a premi extra.

All'inizio, è compensato anche in natura, con caffè, zucchero, sigarette, generi introvabili, meglio delle banconote che valgono come carta straccia. Per il Cic, Brandt Willy era «affidabile», una «Goldmine», una miniera d'oro. Brandt (1913-1992) è un nome d'arte. Si chiamava in realtà Herbert Karl Frahm, nato a Lubecca, figlio di una commessa e di padre ignoto; nel 1933, all'avvento di Hitler, aveva vent'anni e fuggì in Norvegia; in esilio si era segnalato nella lotta contro i nazisti. Nel '47, tornato a Berlino, era diventato un funzionario dell'Spd, il partito socialdemocratico, la sezione della ex capitale del Reich, e teneva i contatti con i compagni nella zona d'occupazione sovietica. Due agenti del Cic arruolarono il giovane Willy. Cominciò così. Forniva informazioni preziose, era ancora possibile muoversi liberamente nelle regioni orientali. Secondo il codice d'onore dell'Spd, non si doveva collaborare con potenze straniere, Brandt nelle sue memorie Links und frei, libero e a sinistra, ha negato ogni rapporto, il dossier prova il contrario, ma Peter Sichel, che era il capo della Cia a Berlino, ancora vivo a 99 anni, garantisce che Brandt non era corrotto, e si rifiutò sempre di fornire informazioni interne al partito. Willy aveva un debole per il whisky e agli incontri, a casa sua, o in un auto nel parco, era consigliabile portare sempre una bottiglia in dono, magari due o tre. Verrà eletto deputato, poi nel 1957 sindaco di Berlino; è a fianco di John Kennedy quando il presidente pronuncia la frase storica «Ich bin ein Berliner», siamo tutti berlinesi. II Cancelliere Konrad Adenauer lo teme: «Che cosa vuole questo figlio di nessuno?», una frase imperdonabile. Willy è eletto Cancelliere nel 1969, il primo socialdemocratico dalla Repubblica di Weimar, e inizia subito la sua Ostpolitik, il riavvicinamento ai paesi dell'est, il primo passo che porterà vent'anni dopo alla caduta del "muro".

Egon Bahr, il suo braccio destro, incontra a Washington Henry Kissinger, che commenta: «A noi non piace». «Sono venuto a informarla non a chiedere il permesso», risponde Bahr. Brandt, l'informatore della Cic, non si è venduto per 250 Deutsche Mark, e finirà per pagarla. È sorvegliato dalla Cia, e anche dal Bnd, il servizio segreto tedesco che collabora con gli americani. II Cancelliere e Bahr, a Mosca, sono costretti a parlare in bagno, con l'acqua della doccia che scorre per confondere i microfoni nascosti in ambasciata. Nel '74, Brandt si dimette a causa di Günter Guillame, la spia della Germania Est alla Cancelleria. Era una pedina avvelenata, la Cia lo aveva scoperto da almeno un anno, lo scandalo scoppiò al momento giusto, quando Brandt divenne troppo scomodo. Anche per i comunisti. La sua politica di riavvicinamento avrebbe potuto destabilizzare la Ddr, come infatti avvenne. Nelle memorie, rivela che in quel momento pensò al suicidio. Era un uomo solo, e fragile perché sensibile, seguì sempre la sua morale e non la ragion di Stato.

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