Baviera: un affresco nazista in chiesa Commento di Roberto Giardina
Testata: Italia Oggi Data: 18 dicembre 2021 Pagina: 11 Autore: Roberto Giardina Titolo: «Un affresco nazista in chiesa»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 18/12/2021, a pag.11 con il titolo "Un affresco nazista in chiesa" il commento di Roberto Giardina.
Roberto Giardina
L'affresco nazista
Che fare dell'affresco nazista in una chiesa in Baviera? Ricoprirlo o lasciarlo, come testimonianza storica? È un'opera d'arte o una crosta? Il giovane parroco, Andreas Jall, deve prendere una decisione. La chiesa di Santa Maria a Starnberg il paese sul lago a 25 chilometri da Monaco, cominciò a essere costruita nel 1932, l'ultimo anno della Repubblica di Weimar, e venne inaugurata il 30 luglio 1933, pochi mesi dopo la presa di potere di Hitler. Le foto di quel giorno mostrano l'interno spoglio, e la parete dietro l'altare: bianca. Il pittore Theo Geyr, 38 anni (scomparso nel 1953), si diede da fare per ottenere la commessa per l'affresco. Aveva buoni rapporti con i capi locali del Nsdap, il partito nazista, e ebbe l'incarico nonostante le resistenze del parrocco, Michael Ostheimer, ha raccontato lo storico Paul Hoser. Il prete era uomo di carattere, e non un fan di Hitler. Cercò di opporsi, ma il vescovo di Augsburg, la nostra Augusta, da cui dipende Starnberg, era un debole, non aveva voglia di scontrarsi con i nazisti, e diede il suo assenso, purché la Chiesa non dovesse pagare l'opera. Il partito garantì che avrebbe pagato l'onorario di Geyr e il costo dell'affresco, in tutto 20mila Reichsmark, non poco ma neanche troppo.
Un compenso adeguato. Il parrocco Ostheimer cominciò a entrare in conflitto con i gerarchi del paese e venne denunciato nel febbraio del `34 per essersi rifiutato di fare il saluto nazista durante le lezioni di catechismo. Intanto, Geyr si era messo al lavoro, l'affresco venne completato nel 1937. E non piacque affatto al parroco: «È un'opera superficiale e vuota». Era intollerabile che il partito potesse decidere e avesse quasi pieni poteri nella sua chiesa. Nell'affresco erano presenti simboli nazisti. Per lui, Geyr era un imbrattatele protetto da politici che non capivano niente d'arte. Secondo lo storico Hoser il giudizio è troppo severo: Geyr non aveva un grande talento ma possedeva una buona tecnica, e riuscì a vivere grazie alle sue opere. Ma anche Geyr non aveva un carattere facile. Nel 1919, subito dopo la guerra si iscrisse al Kpd, il partito comunista, per poi passare al partito socialista, e approdare infine al partito nazista. Come i vecchi maestri italiani a cui si ispirava, per l'affresco nella chiesa di Santa Maria aveva preso a modello gli amici e la gente del posto. Il parroco si scandalizzò perché la Madonna aveva il volto della parrucchiera di Starnberg. Ma nell'affresco, Geyr ritrasse anche un suo amico comunista come l'arcangelo Michele. A Starnberg divenne responsabile culturale del partito, ma fini per litigare anche con i suoi protettori nazisti che non gli avevano saldato il conto. Protestò con troppa forza per ottenere gli 11 mila marchi che ancora gli erano dovuti, e cadde in disgrazia. Secondo il parroco Jall forse è questo il motivo per cui l'angolo destro in basso dell'affresco è vuoto. Geyr arrivò a sfidare i nazisti alzando il braccio nel saluto nazista esclamando: «Fin qui arriva la sporcizia del Reich». E nel novembre del '43 lo arrestarono, ma lo assolsero perché gli atti del processo erano andati distrutti durante un bombardamento. Nell'affresco, Geyr sarebbe arrivato a ritrarre Hitler, come un uomo che spezza le catene. Il simbolo del popolo tedesco che si ribella dopo la sconfitta nella Grande Guerra. E tollerabile che quest'opera rimanga in chiesa? In Germania sono molto meno tolleranti di noi. A Roma nell'aula magna della Sapienza si può sempre ammirare il grande affresco di Mario Sironi, che esalta Mussolini e il fascismo, che è stato appena ritoccato. I Nazikünstler, gli artisti nazisti, non vengono esposti, i musei tengono le loro opere nei depositi, anche le tele senza simboli politici. «Per la verità non vedo alcuna somiglianza», ha dichiarato il parrocco Jall, «non è il Führer, potrebbe essere chiunque, un uomo del popolo che si ribella al potere». E sarebbe favorevole a non distruggere l'affresco, anche se non è un'opera d'arte. «Metterò dietro l'altare una scritta in cui spiegherò ai fedeli questa vicenda». Che è anche una storia di paese, tragica e anche buffa, alla Giovannino Guareschi.
Per inviare a Italia Oggi la propria opinione, telefonare: 02/582191, oppure cliccare sulla e-mail sottostante