Addio a Ricardo Ehrman, la voce della caduta del Muro di Berlino Commento di Roberto Giardina
Testata: La Nazione Data: 15 dicembre 2021 Pagina: 16 Autore: Roberto Giardina Titolo: «La domanda che cambiò la storia. Era l'uomo del Muro di Berlino»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 15/12/2021, a pag.16 con il titolo "La domanda che cambiò la storia. Era l'uomo del Muro di Berlino" il commento di Roberto Giardina.
Roberto Giardina
Ricardo Ehrman
Per i tedeschi era sempre l'uomo che con una domanda fece cadere il muro, Ricardo Ehrman, morto ieri a Madrid, a 92 anni. Nato a Firenze, la sua famiglia era ebrea originaria della Polonia. Da ragazzo i nazisti lo internarono nel lager di Tarsia, vicino Cosenza. Era corrispondente dell'Ansa a Berlino Est, e la sera del 9 novembre del 1989, giunse in ritardo per motivi di lavoro alla storica conferenza stampa, e trovò posto su un seggiolino di fortuna, sotto il podio. Era in confidenza con tutti i membri della nomenklatura, quando il suo amico e coetaneo Günter Schabowski, il portavoce del governo, annunciò che i tedeschi della DDR avrebbero potuto andare all'ovest e tornare indietro, gli chiese: anche i berlinesi dell'est? Schabowski si confuse: nein, ja, ancora no, continuava a controllare il suo foglio, senza capire neppure lui. Alla fine disse: sì. E cadde il muro, perché quella cortina di cemento doveva stare in piedi se si poteva andare tranquillamente da una parte all'altra? Ehrman continuò ad essere invitato negli anniversari della riunificazione, Frau Merkel ci tenne a ringraziarlo di persona. Una decina d'anni fa, raccontò un retroscena. Prima della conferenza, un altro amico della nomenklatura, gli consigliò di porre quella domanda scomoda a Schabowski (scomparso nel 2015). II regime degli ultimi giorni non era affatto compatto. Ehrman era un collega straordinario, un giornalista da film. Berlino fu l'ultimo dei suoi colpi. Quando Mossadeq venne deposto a Teheran, fu il primo a correre nell'albergo di Reza Pahlevi, in esilio a Roma, per dargli la notizia. E lo Scià lo invitò a tornare con lui in Iran. Quando si era inquieti sulla salute di Pio XII, si unì a un gruppo di scienziati in marsina invitati in Vaticano. Passò inosservato, arrivato innanzi al Papa, gli chiese: come sta Santità? E il pontefice si confidò con Riccardo. Uno scoop mondiale. Era anche un grande burlone nella pura tradizione toscana. A Berlino abitava con la moglie spagnola innanzi alla Alexanderplatz, ed era sorvegliato dalla Stasi che aveva riempito l'appartamento di microfoni. Con la moglie, Ehrman recitava notti di fuoco ascoltate da allibiti agenti segreti, come nel film «Le vite degli altri». Va ricordato, perché è un episodio che amava raccontare. Con Ehrman scompare un protagonista di un giornalismo d'altri tempi, nell'éra dell'informazione per internet.
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