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Informazione Corretta Rassegna Stampa
14.12.2021 La ricerca dell'Iran per la vendetta di Soleimani va in America Latina
Analisi di Emanuele Ottolenghi

Testata: Informazione Corretta
Data: 14 dicembre 2021
Pagina: 1
Autore: Emanuele Ottolenghi
Titolo: «La ricerca dell'Iran per la vendetta di Soleimani va in America Latina»
La ricerca dell'Iran per la vendetta di Soleimani va in America Latina
Analisi di Emanuele Ottolenghi


Il soldato-stratega che ha schiacciato la minaccia del Daesh
Qassem Soleimani


Poco dopo che a Baghdad, nel gennaio del 2020, un attacco statunitense aveva ucciso il generale più anziano dell'Iran, Qassem Soleimani, sia l'Iran che il suo surrogato terroristico Hezbollah giurarono vendetta. Quasi due anni dopo, Iran ed Hezbollah non hanno ancora risposto in modo significativo ai loro nemici, in particolare gli Stati Uniti e Israele, ma non sono mancati i tentativi. Il 28 novembre, i media kenioti e israeliani hanno riportato l'arresto di un uomo d'affari iraniano da parte dei kenioti, che sospettavano stesse tramando attacchi contro obiettivi sia locali che israeliani. Queste rivelazioni emergono solo poche settimane dopo che il quotidiano colombiano El Tiempo aveva rivelato un altro complotto terroristico iraniano fallito, evidenziando come l'America Latina rimanga un parco giochi per le furberie iraniane. Secondo El Tiempo , un cittadino iraniano ha reclutato due detenuti mentre condivideva con loro una cella a Dubai tra il 2017 e il 2021, dove i tre stavano scontando una precedente condanna. Secondo il quotidiano israeliano Israel Hayom , il reclutatore era a quanto pare un membro della Quds Force iraniana, l'unità operativa all'estero del Corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica Iraniana. Una volta rilasciati nel marzo del 2021, i due criminali sono andati in Colombia e hanno iniziato a spiare due uomini d'affari israeliani e le loro famiglie, identificando le loro case, il posto di lavoro e i movimenti di routine. Secondo quanto riferito, hanno anche stabilito contatti con sicari locali per eseguire un omicidio, ma l'intelligence colombiana ha sventato i loro piani. Il 14 novembre, durante una visita in Israele del Presidente della Colombia, El Tiempo ha rivelato ulteriori dettagli sul complotto di assassinio, che avrebbe cercato di colpire anche dei diplomatici statunitensi, osservando che le autorità colombiane avevano arrestato ed espulso due agenti di Hezbollah, probabilmente gli stessi due mercenari assunti a Dubai. Le autorità colombiane, sempre secondo El Tiempo , avrebbero già espulso i due, la cui nazionalità rimane ufficialmente sconosciuta. Il colpo colombiano fa parte di una serie di attentati che finora non sono andati a buon fine.

Nel gennaio del 2021, i surrogati iraniani a Nuova Delhi fecero detonare da remoto un ordigno esplosivo di fronte all'ambasciata israeliana, ma non ci furono feriti. E a ottobre, i resoconti dei media hanno rivelato l'arresto di un cittadino azero in viaggio verso Cipro con un passaporto russo. Israele affermò che si trattava di un surrogato iraniano incaricato di assassinare uomini d'affari israeliani nell'isola del Mediterraneo. Il fallimento non distoglierà l'Iran e Hezbollah dal riprovarci, e potrebbe essere più facile farlo in America Latina che altrove. La Colombia, per esempio, ospita una vasta operazione di propaganda iraniana; è sede di una forte comunità sciita libanese con una storia di coinvolgimento nella finanza del terrorismo; inoltre, confina con il Venezuela, il più stretto alleato ideologico dell'Iran in America Latina. La Colombia gode anche di stretti legami commerciali, diplomatici e di sicurezza sia con gli Stati Uniti che con Israele, offrendo un ambiente ricco di obiettivi. I complotti terroristici dell'Iran e di Hezbollah nell'emisfero occidentale preoccupano Washington, e a buon diritto, date le infrastrutture, il supporto e le capacità dell'Iran. Nella sua relazione annuale davanti al Congresso del marzo del 2020, l'Ammiraglio del Comando Meridionale Craig Faller aveva lanciato l'allarme su possibili attacchi di rappresaglia: “Alcuni sostenitori di Hezbollah nascondono armi e raccolgono fondi, spesso tramite donazioni di beneficenza, rimesse e talvolta con mezzi illeciti, come il traffico di droga e il riciclaggio di denaro sporco. Avere una presenza nella regione consente inoltre all'Iran di raccogliere informazioni e organizzare piani di emergenza per possibili attacchi di rappresaglia contro gli Stati Uniti e/o gli interessi occidentali.” Un anno dopo, nella sua relazione annuale del marzo del 2021, l'Ammiraglio Faller dichiarò: “L'Organizzazione della Jihad Islamica di Hezbollah (IJO), il suo braccio operativo esterno, è responsabile di almeno tre attacchi di alto profilo nella regione e di altre tre operazioni pianificate che sono state interrotte.” La prontezza e la determinazione a compiere attacchi, se ben combinate, fanno sì che il rischio rimanga alto. “La Quds Force del Corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica, la principale unità operativa esterna di Teheran per l'esportazione della Rivoluzione Islamica, mantiene degli operativi nelle ambasciate straniere, negli enti di beneficenza e nelle istituzioni religiose e culturali al fine di rafforzare i legami a livello globale”, ha aggiunto l'ammiraglio Faller. Sia l'Iran che Hezbollah si affidano a queste vaste reti per qualsiasi potenziale contingenza, compreso, quando necessario, l’aiuto alle cellule terroristiche per pianificare i loro complotti mortali.

Il successo dell'Iran e di Hezbollah nello sviluppo di infrastrutture così estese deriva in parte dai legami amichevoli che Teheran ha sviluppato con Paesi autoritari e ideologicamente affini come il Venezuela, che è diventata la base operativa avanzata dell'Iran in Sud America. Gli agenti di Teheran beneficiano dell'accesso a documenti di identità e passaporti autentici venezuelani, che consentono loro di viaggiare liberamente nell'intera regione. Nel frattempo, l'Iran ha istituito centri culturali e moschee in tutto il Venezuela, reclutando e radicalizzando i locali. Ma anche senza questo tipo di convergenza ideologica, sia l'Iran che Hezbollah hanno beneficiato del benevolo disinteresse dei governi regionali, anche di quelli amici degli Stati Uniti e di Israele. L'influenza dell'Iran avviene attraverso i centri culturali e prospera praticamente in ogni Paese dell'America Latina, dal Messico al Cile, indipendentemente dalle tendenze politiche dei governi locali. E le moschee sciite, che siano al servizio di espatriati sciiti libanesi e iraniani o di convertiti latinoamericani all'Islam sciita, sono in gran parte sotto il controllo di religiosi iraniani e amici di Hezbollah. Mentre l'ampia infrastruttura iraniana costruita nel tempo consente a Teheran di pianificare ed eseguire attacchi, c'è un'altra ragione per cui l'America Latina rimane un obiettivo preferito per le operazioni di vendetta dell'Iran: i loro agenti corrono un rischio minimo nonostante le loro attività. Nella maggior parte dei casi, il quadro giuridico locale rende praticamente impossibile ottenere condanne per terrorismo e la corruzione può comprare un documento per uscire di prigione. Di conseguenza, gli agenti catturati vengono espulsi e rimandati nel loro Paese di origine, che non costituisce certo un disincentivo.

Come riportato da El Tiempo, il recente caso di due agenti assunti dall'Iran in Colombia fornisce uno dei tanti esempi di questo fenomeno. In un altro caso, nel 2017, le autorità colombiane avevano anche espulso, anziché perseguirlo a causa delle sue estese attività finanziarie illecite, un agente di Hezbollah, Abdallah Rada Ramel. Allo stesso modo, nel 2014, il Perù aveva arrestato un agente di Hezbollah, Mohammed Ghaleb Hamdar, e lo aveva processato dopo che un servizio di intelligence straniero – probabilmente il Mossad israeliano – aveva informato le autorità locali sui suoi probabili piani per effettuare un attacco su larga scala a Lima. Sebbene Hamdar sia un terrorista di Hezbollah sanzionato dagli Stati Uniti per comprovati legami con l'Organizzazione per la Sicurezza Esterna di Hezbollah, è stato comunque in grado di evitare una condanna per terrorismo, finendo invece per scontare una pena più lieve per frode sull'immigrazione. Alla luce di tutto quanto sopra, non c'è motivo di presumere che i recenti fallimenti, come il complotto per compiere un omicidio in Colombia, dissuaderanno l'Iran dal riprovarci. E l'emisfero occidentale continuerà ad essere un obiettivo di scelta. L'Iran ha passato quattro decenni a gettare pazientemente le basi per rendere la regione un campo di battaglia contro i suoi avversari ideologici. Il desiderio di vendetta della Repubblica Islamica e la capacità del regime di consegnarla, ahimè, rendono alta la probabilità che in America Latina verranno tramati più complotti criminali.

Emanuele Ottolenghi - SourceWatch
Emanuele Ottolenghi

takinut3@gmail.com

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