Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 14/12/2021, a pag. 16, con il titolo "Stretta di mano Bennett-Bin Zayed: 'Israele ed Emirati sono cugini' ", la cronaca di Rossella Tercatin.
A destra: Naftali Bennett
Rossella Tercatin
«Il messaggio che desidero trasmettere ai leader e ai cittadini degli Emirati è che la collaborazione e l’amicizia reciproche sono naturali. Siamo vicini e cugini». Naftali Bennett, primo ministro israeliano nella storia a visitare gli Emirati Arabi, incontra il principe reggente, lo sceicco Mohammed bin Zayed al Nahyan, portando parole di fratellanza. I due leader sono stati protagonisti di un lungo faccia a faccia che nella dichiarazione congiunta al termine del pomeriggio hanno definito “un successo.” Al centro del colloquio a porte chiuse tra Bennett e bin Zayed anche la questione del nucleare iraniano. Entrambi i paesi considerano Teheran una minaccia, ma negli ultimi mesi Abu Dhabi è stata protagonista di un (tiepido) riavvicinamento con il regime degli Ayatollah. Alti funzionari dei due Paesi si sono incontrati di recente e anche il nuovo presidente iraniano Ebrahim Raisi è stato invitato ad Abu Dhabi. Tuttavia, nelle dichiarazioni pubbliche Bennett e bin Zayed hanno scelto di lasciare le tensioni regionali ai margini e di concentrarsi sulla volontà di rafforzare la cooperazione economica e tecnologica, annunciando la creazione di un fondo congiunto di ricerca e sviluppo a questo scopo. «Abbiamo portato avanti un dialogo significativo, approfondito e diretto sui nostri due paesi, sulla regione, sulla nostra economia e tecnologia e su cosa possiamo fare insieme», ha detto Bennett prima di ripartire alla volta di Gerusalemme.
«Torno in Israele molto ottimista sul fatto che queste relazioni possano rappresentare un esempio di come possiamo fare la pace qui in Medio Oriente». Da parte sua, bin Zayed ha espresso la speranza che la visita possa favorire ulteriore cooperazione a beneficio dei popoli dei due Paesi e della regione, sottolineando che l’importanza dei valori di convivenza e pace come modo migliore per realizzare le aspirazioni dei popoli, come riportato dall’agenzia di stampa degli Emirati Wam . Secondo la televisione pubblica israeliana Kan , lo sceicco avrebbe anche accettato l’invito di Bennett a visitare Israele, una visita che se confermata avrebbe risvolti fondamentali per gli equilibri mediorientali. Il primo ministro israeliano è arrivato negli Emirati domenica sera, accolto con tutti gli onori, con un messaggio forte per tutto il mondo arabo. La visita ad Abu Dhabi, a lungo rimandata per via del Covid – anche dal predecessore di Bennett Benjamin Netanyahu - arriva un anno e quattro mesi dopo gli Accordi di Abramo, che hanno visto Israele e diversi stati arabi normalizzare le proprie relazioni diplomatiche. Da allora, tra Gerusalemme e Abu Dhabi, è iniziata una nuova stagione che ha visto le due nazioni allacciare strette relazioni diplomatiche, economiche e culturali. «La visita manda un messaggio chiaro: Israele fa parte della regione», ha commentato Yoel Guzansky, analista all’Institute for National Security Studies (Inss) affiliato all’Università di Tel Aviv. «Ritengo che questo punto rappresenti il grande successo degli Accordi di Abramo, su cui però è necessario continuare a lavorare, altrimenti si rischiano passi indietro». Per questa ragione, secondo Guzansky, il risultato più importante dell’incontro tra i due leader consiste nell’incontro stesso, «il fatto che abbiamo posato insieme per una fotografia, si siano stretti la mano e abbiano parlato di pace di fronte al mondo e al Medio Oriente».
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