La violenza nelle città miste israeliane
Commento di Deborah Fait
A destra: una sinagoga devastata durante il pogrom di Hebron (1929)
Credo che nessun israeliano, soprattutto quelli di una certa età, abbia dimenticato i mostruosi pogrom del 1929 quando le comunità ebraiche di Hebron, Gerusalemme, Yavne e altre città sacre all'ebraismo furono attaccate e decimate dai loro vicini, spesso anche amici, arabi. La strage ebbe inizio con lo sgozzamento di due talmudisti, religiosi che si occupavano soltanto di Dio, non certo di politica. Da allora per giorni gli ebrei furono trucidati a coltellate nel modo più barbaro. Quello che accadde nel maggio 2021 non ha precedenti dopo i massacri del '29, i pogrom contro gli ebrei delle città miste di Israele si sono allargati nel giro di poche ore da Lod, dove ebbero inzio, a Ramle, Acco e Jaffa. Il sindaco di Lod ha ricordato la "Notte dei Cristalli". Gli arabi, preciso trattasi di arabi israeliani, cittadini a tutti gli effetti di questo nostro paese, hanno dato fuoco a auto, a sinagoghe, a negozi e il pericolo di una guerra civile era alle porte perché gli ebrei questa volta non si sono lasciati sopraffare, si sono difesi rendendo anche, in alcuni casi, pan per focaccia. Per fortuna le cose si sono calmate, gli odi reciproci, che la continua guerriglia con Gaza alimenta, sono stati sedati, e tutto è tornato apparentemente alla normalità.
Resta il problema della violenza araba sia nelle città miste che nei villaggi arabi di Israele. La violenza è aumentata con l'avvento del coronavirus che ha incattivito anche i più tranquilli, grazie anche alla facilità con cui gli arabi riescono a procurarsi armi da fuoco, oltre alle armi bianche di cui ogni casa è fornita. Nel 2020, 21 arabi sono stati uccisi dalla criminalità araba nelle città miste ma nei villaggi a popolazione completamente araba le violenze e le faide tra gruppi sono quotidiani e quasi ogni famiglia è armata. Tra agguati armati e spari di bazooka da una casa all'altra, non c'è che l'imbarazzo della scelta. Naturalmente queste notizie non sono riportate dai media e quando un arabo israeliano viene ammazzato ecco che i media lo trasformano in palestinese insinuando il dubbio che il suo assassino sia un ebreo israeliano. Quando è un ebreo a morire ammazzato diventa subito un colono, anche se è un lattante, anche se non esistono colonie in Israele, se non quelle estive e allegre dei bambini. Giorni fa si è verificato l'ennesimo attentato compiuto da ragazzini arabo-palestinesi in quella che ormai viene chiamata "intifada dei coltelli". Una quattordicenne palestinese ha piantato un coltellaccio da cucina nella schiena di una donna israeliana che accompagnava a scuola i suoi figli. La donna, 25 anni e 5 figli, è stata subito ricoverata all'ospedale e l'accoltellatrice è stata arrestata nella sua scuola dove era andata di corsa a cambiarsi i vestiti. Hamas ha dichiarato: "L'azione eroica a Sheikh Jarrah prova la grandezza del nostro popolo". Ultimo accoltellamento di una lunga serie in cui vengono usati soprattutto ragazzini ( il più giovane aveva 13 anni) e donne, da vigliacchi criminali quali sono i mandanti. Finalmente Israele ha varato il Bilancio per il 2021/2022 e una buona parte di esso sarà usato per migliorare il livello di vita nelle città e villaggi arabi e misti. 32 miliardi di Shekel (10 miliardi di $) andranno alle comunità arabo-israeliane da spendere per l'educazione (fondamentale per combattere la violenza) e contro il crimine.
"Il nostro obiettivo è ridurre i divari nell'istruzione, nel welfare, nell'occupazione femminile e nella sfera economico-comunale in particolare", ha detto il primo ministro Naftali Bennett. "Man mano che approfondiamo l'insegnamento della matematica e delle scienze nella società araba, aumenteremo la partecipazione degli arabi nel mercato dell'alta tecnologia e tutti ne trarremo beneficio". Purtroppo i nostri vicini, i nemici palestinesi, usano i miliardi che ricevono in regalo dai paesi donatori in terrorismo, per pagare le famiglie di chi ammazza o ferisce ebrei e per educare i ragazzi, dall'età della scuola materna, all'odio e al martirio per guadagnarsi il paradiso ammazzando quanti più ebrei possibile. In uno dei tanti filmati di MEMRI, Istituto israeliano di ricerca per il Medio oriente, si può sentire una mamma palestinese dire "Amo tutti i miei figli ma più di tutti amo quello che è andato a uccidere gli ebrei". Di fronte a questo si può solo restare inorriditi e muti.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"