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Libero Rassegna Stampa
09.12.2021 L'anti-islam Zemmour rischia la vita
Commento di Daniele Priori

Testata: Libero
Data: 09 dicembre 2021
Pagina: 15
Autore: Daniele Priori
Titolo: «L'anti-islam Zemmour rischia la vita»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 09/12/2021 a pag.15, con il titolo 'L'anti-islam Zemmour rischia la vita' il commento di Daniele Priori.

Éric Zemmour apre una stagione di proteste e tensioni sociali in Francia
Éric Zemmour

Liberali di destra che non si arrendono all'islamizzazione della cultura occidentale. Un nuovo capitolo si è aperto oltralpe. Il giornalista e scrittore francese Éric Zemmour, leader del neonato partito Riconquista e unico uomo, tra i candidati di destra, a sfidare Emmanuel Macron alle prossime presidenziali di primavera, è solo l'ultimo di una serie di personaggi che, a partire dalla tragedia simbolo dell'11 settembre 2001 di Manhattan, in Europa, non hanno avuto timori nello scagliarsi contro il nemico islamista ponendosi in difesa della civiltà occidentale. Così, nel fine settimana in cui l'inquilino dell'Eliseo chiudeva accordi per 16 miliardi di euro, vendendo caccia francesi ai principi ereditari di Dubai e Emirati Arabi Uniti (leader non proprio celebri per la preoccupazione in materia di diritti umani) a Parigi, nella banlieue di Villepinte, quadrante nordest della città, l'ebreo di origini algerine Zemmour veniva aggredito nel corso del suo comizio di presentazione da manifestanti antifascisti e antirazzisti.

PENSIERO UNICO Andare contro il pensiero unico di quelle che anche Zemmour identifica come "le élite", genera d'altra parte in automatico l'accusa di fascismo e razzismo. Tutto ciò continua ad accadere, senza conoscere pressoché confini, in Italia, in Francia, ma anche in Austria e Germania, fino ad arrivare in Olanda che, più di altre nazioni, ha patito gli effetti collaterali della propria tradizione tollerante, finendo per vedere - all'alba degli anni Duemila - una città crocevia come Rotterdam, praticamente colonizzata o, per meglio dire, islamizzata. Il paragone, dunque, viene da sé. Tanto da far tornare alla mente, quasi in automatico, un altro leader di destra, Pim Fortuyn, considerato populista, addirittura razzista e ovviamente fascista, nonostante il suo curriculum da stimato professore di sociologia, lo stile di vita da dandy, un'omosessualità dichiarata e vissuta con serenità. Tutto ciò fino al 6 maggio del 2002, data in cui Pim Fortuyn cadde vittima di un attentato a opera di un fanatico ambientalista con problemi psichici, a pochi giorni dalle elezioni che videro primeggiare la lista da lui fondata e avrebbero eletto il sociologo nuovo premier olandese. Il suo motto riportato ovunque, persino sulla sua tomba che si trova in Italia, a Provesano, in Friuli era "Loquendi libertatem custodiamus", difendiamo la libertà di parola. A tracciare per prima il parallelo tra Zemmour e Fortuyn, è stata l'autorevole rivista britannica The Spectator che, proprio elencando le similitudini tra i due leader, non ha lesinato dall'invocare maggiore sicurezza attorno allo scrittore candidato presidente in Francia.

TEDESCHI E OLANDESI Controverse ma comunque non assimilabili a modelli neofascisti anche altre figure negli anni emerse in Austria o in Germania. In Carinzia fu popolarissimo dagli anni Ottanta fino alla sua tragica morte, avvenuta in un incidente stradale nel 2008, Jörg Haider, capo del Partito della Libertà, di estrazione liberale di destra. Contrario ai minareti nella sua nazione, come alla guerra in Iraq. Decisamente più esplicita, in Germania, la storia di Alice Weidel, 42enne leader di Afd, partito di estrema destra. Alice è lesbica e in coppia con una ragazza dello Sri Lanka assieme alla quale sta crescendo due figli maschi. La Weidel, favorevole a una «immigrazione di qualità», commisurata alle necessità occupazionali tedesche, in politica estera è una fiera difensora di Israele e del suo diritto di esistere. Tomando in Olanda, ha goduto della sua fama il ciclone Geert Wilders, guida del Partito per la Libertà, arrivato dieci anni fa al governo come alleato del premier di centrodestra, Mark Rune, esperienza nella quale ha portato a casa tutele per i diritti civili e in particolare per le comunità ebraica e lgbt olandesi minacciate dagli islamisti. Il politico che però, oggi, nella terra dei tulipani, di più si avvicina alle idee di Fortuyn, è il 38enne Thierry Baudet, fondatore e leader del Forum per la Democrazia col quale è entrato in Parlamento nel 2017. Baudet è di origini francesi e indonesiane. È un intellettuale da tempo in contatto con Zemmour col quale condivide le idee sulla società, a giudizio di entrambi, nel pieno di un processo di autodistruzione. Zemmour parla di «suicidio francese», Baudet di oikofobia, ricorrendo a un affascinate grecismo. Le parole, del resto, sono importanti. Il regista Theo Van Gogh nel 2004 ne usò una in particolare: "sottomissione" nel film-denuncia sulla condizione delle donne islamiche che gli costò la vita, due anni dopo Fortuyn. Ad ucciderlo un fanatico dell'islam fondamentalista. Zemmour la usa in un libro del 2006 molto contestato, incentrato sulla «perdita della virilità in occidente» anche, a suo dire, per colpa del femminismo, lasciando così campo aperto all'invasione islamica. Il volume, edito in Italia da Piemme, è stato rititolato proprio "Sii sottomesso". Nel 2015 poi fu il momento del contestato romanzo di Michel Houellebecq, edito in Italia da Bompiani, che ancora una volta riaccese i riflettori su quella parola: "Sottomissione", scelta come titolo del libro divenuto presto best seller. Al centro dell'opera la conquista del potere in Francia da parte di un partito islamico, in un futuro indeterminato ma prossimo che somiglia tanto proprio alla elezioni del 2022.

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