Isis: ergastolo a chi fece morire di sete una bambina yazida Commento di Luca Geronico
Testata: Avvenire Data: 01 dicembre 2021 Pagina: 14 Autore: Luca Geronico Titolo: «Fece morire di sete bimba yazida. Ergastolo al miliziano del Daesh»
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 01/11/2021, a pag. 14, con il titolo "Fece morire di sete bimba yazida. Ergastolo al miliziano del Daesh", il commento di Luca Geronico.
Luca Geronico
Taha al-Jumailly
Ergastolo per aver lasciato morire di sete una bambina yazida di 5 anni, comprata come schiava e lasciata — nel 2015 — per punizione, sotto il sole cocente di Falluja per ore. Il verdetto del tribunale di Francoforte, che ha dichiarato Taha al-Jumailly — 29 anni — colpevole di genocidio e di un crimine di guerra, è la prima condanna al mondo di un esponente del sedicente Stato islamico contro la minoranza yazida. Lo ha sottolineata in una dichiarazione il presidente del tribunale di Francoforte Christoph Koller. Contro al-Jumaillyha testimoniato Nora, la madre della bimba, pure lei acquistata come schiava a Mosul con figlia. Dopo aver bagnato il letto, come punizione, la bambina era stata incatenata fuori casa da al-Jumailly ed era morta di sete sotto il sole. Tira i legali della madre anche Amal Clooney, moglie dell'attore americano e noto avvocato per i diritti umani. La foreign-fighter tedesca Jennifer Wenisch, all'epoca moglie di Taha Al-Jumailly, sposa del Daesh rientrata in Germania dall'Iraq, lo scorso settembre era stata condannata a dieci annidi carcere dal tribunale di Monaco per «crimini contro l'umanità sotto forma di schiavitù» non avendo fatto nulla per salvare la bambina yazida. Una sentenza che segna un precedente importante perla punizione dei reati commessi dal 2014 al 2017 nelle terre occupata dal Califfato in Iraq.
«Questo verdetto è una vittoria per i sopravvissuti al genocidio, i sopravvissuti alla violenza sessuale e l'intera comunità yazida» ha affermato Nadia Murad, premio Nobel perla Pace 2018. Murad, lei stessa una yazida sopravvissuta a maltrattamenti, ha definito «storica» la sentenza. Il Daesh, tuttavia, è ancora attivo con alcune sue cellule in Iraq che lunedì hanno nuovamente attaccato le forze di sicurezza della regione autonoma del Kurdistan provocando almeno 24 morti tra i peshmerga curdi. L'assalto, secondo media locali, è avvenuto a nord di Kifri, nella provincia di Diyala. II 27 novembre, una bomba del Daesh aveva colpito un veicolo dei peshmerga, sempre nella provincia di Diyala, uccidendo cinque persone e ferendone quattro. Le forze irachene e quelle della regione autonoma del Kurdistan hanno sconfitto il Califfato nel 2017 con l'aiuto della coalizione guidata dagli Usa, ma il Daesh continua a condurre attacchi su piccola scala nel Paese ed è particolarmente attivo nei territori contesi tra il governo curdo e quello federale. Infine il leader sciita populista Moqtada al-Sadr, dopo numerose contestazioni e una lunga procedura di riconteggio che ha riassegnato 5 seggi, è stato confermato il vincitore delle elezioni legislative dello scorso 10 ottobre, con 73 seggi su 329 totali. Lo ha annunciato ieri la Commissione elettorale irachena.
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