domenica 22 dicembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






 
Deborah Fait
Commenti & TG news watch
<< torna all'indice della rubrica
Quel 'Mai più' che è soltanto un'utopia 23/11/2021
Quel 'Mai più' che è soltanto un'utopia
Commento di Deborah Fait

A destra: Eli David Kay

Era un olè, un migrante ebreo del Sud Africa che aveva scelto di vivere in Israele, aveva 26 anni ed era in procinto di sposarsi e metter su famiglia nel paese che lui, sionista, considerava la sua patria. Si chiamava Eli David Kay. Domenica mattina alle 9 era uno dei pochi che camminava per le stradine della Città Vecchia di Gerusalemme. faceva la guida al Kotel e probabilmente si recava verso il posto di lavoro. All'improvviso è spuntata una belva, un palestinese che, travestito da ebreo ortodosso, ha tirato fuori dalla palandrana nera che indossava, una mitraglietta Beretta e ha incominciato a sparare. Eli è morto per le ferite riportate, altri tre israeliani sono ancora in ospedale, fortunatamente non in pericolo di vita. La belva terrorista è stata ammazzata nel giro di qualche minuto dai soldati israeliani. Fadi Abu Shkahydem, 42 anni, era un imam, membro di Hamas, noto per i suoi sermoni antisemiti e per aver organizzato le proteste sul Monte del Tempio contro i gruppi di ebrei che salivano sul loro luogo sacro, sempre protetti dalla polizia perché gli arabi non conoscono la libertà di culto. Non sanno cosa sia, loro, gli arabi palestinesi, conoscono solo odio, terrorismo e la caccia all'ebreo.

La Città Vecchia è difficile da controllare per il gran flusso di persone, chiunque abbia camminato per quelle stradine sa che, nonostante la presenza dei soldati, chiunque può saltar fuori da un buco, da dietro un angolo e ammazzare chi gli capita a tiro ed è per questo che molti terroristi ne approfittano per fare attacchi vigliacchi col coltello o con qualsiasi altra arma mortale abbiano a disposizione. Abu Shkahydem aveva progettato l'attacco perché alcuni giorni prima aveva spedito la famiglia all'estero. Nel frattempo, a Gaza festeggiano per le strade, fanno la ola e distribuiscono i soliti dolcetti, nei territori sono in pellegrinaggio per congratularsi con i parenti del terrorista. Gli analisti politici scrivono che Hamas sta cercando di portare la lotta armata, stile Gaza, verso i territori di Giudea e Samaria occupati dai palestinesi e verso Gerusalemme, questo significherebbe ulteriore pericolo per tutta Israele perché i capi di Hamas potrebbero far cadere Abu Mazen dal suo trono e prenderne il posto. È chiaro e lampante che i palestinesi, Abu Mazen compreso, hanno una sola cosa in mente: cancellare Israele come scritto sulla loro Carta, diffusa da anni nelle moschee e nelle scuole: "L'Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei uccidendoli". Naturalmente, continua la Carta, dopo gli ebrei toccherà ai cristiani finché l'islam non uscirà vincitore. Scriveva Giulio Meotti in un articolo del lontano 2009:" Hamam Said, guida suprema della Fratellanza islamica in Giordania, legato ad Hamas, ha proclamato: “Oh nobile Gaza, oh gente di Hebron, voi state combattendo una guerra contro gli ebrei, e lo sapete fare bene. Abbiamo visto come, in un giorno del 1929, avete trucidato gli ebrei. Oggi, trucidateli sulla terra di Hebron, uccideteli in Palestina”. La situazione non è cambiata, la voglia di genocidio nella mente dei palestinesi non si è placata, vogliono un Medio Oriente judenrein, come era il sogno di Hitler per l'Europa, come è ancora, nella vecchia antisemita Europa, il sogno di molti. Non avremmo mai voluto sentire nella Polonia dove 80 anni fa furono assassinati 3 milioni di ebrei il grido antico "Morte agli ebrei".

Eppure, è accaduto, lo hanno gridato pochi giorni fa. In Polonia gli ebrei sono pochissimi, quelli che vi sono tornati, non si sa perché, dopo la Shoah e dopo i pogrom post Shoah organizzati dai polacchi per eliminare i sopravvissuti, sono forse 30.000, non lo si sa con certezza perché per lo più nascondono la loro appartenenza. Molti nemmeno sanno di essere ebrei perché i genitori, per paura, non lo rivelano e vivono come i marrani nella Spagna dell'Inquisizione. "Morte agli ebrei" urlato in un paese senza ebrei, è odio vero, implacabile, immotivato. È questo l'antisemitismo. Quelle due parole che, dopo la Shoah, tutti abbiamo gridato con un nodo alla gola, "Mai più", non hanno senso perché il mondo non finirà mai di odiare gli ebrei, passandosi la palla dell'odio di epoca in epoca. Prima i cristiani, poi i nazisti, oggi gli islamici e i loro amici in Europa. "A morte gli ebrei" è il grido che non cesserà mai nei secoli. Non credo possa esistere soluzione, non è mai stato inventato un vaccino per questo virus disumano, non c'è cultura che tenga, molti nazisti erano uomini colti, addirittura studiosi. Morte agli ebrei in Polonia, trucidateli in Palestina, ammazzateli in Europa, sparate nelle sinagoghe in America. L'unica domanda possibile è: perché?

Immagine correlata

Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT