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Il Giornale Rassegna Stampa
22.11.2021 Attacco al cuore di Gerusalemme
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 22 novembre 2021
Pagina: 14
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Il ritorno del sangue di Hamas. Attacco al cuore di Gerusalemme»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 22/11/2021, a pag. 14, l'analisi di Fiamma Nirenstein dal titolo "Il ritorno del sangue di Hamas. Attacco al cuore di Gerusalemme".

A destra: Naftali Bennett

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Fiamma Nirenstein

È bellissima la Città Vecchia alle 9 di mattina vicino al Muro del Pianto, i negozi chiusi, le stradine vuote. Vuote, fuorché per il terrorista che cerca la preda, Fadi Abu Shkahydem, di mestiere educatore religioso, un fanatico colto conosciuto dalla polizia, un imam di Shuafat nella periferia di Gerusalemme. Il video di un telefonino mostra tutto: i colpi dell'arma automatica risuonano sulle pietre antiche, un ferito chiama disperato aiuto, gente per terra, fuga. Girano di già le foto che lo rappresentano in cattedra, mentre insegna a file di studenti concentrati e attenti, e altre riprese che lo mostrano furioso contro gli ebrei, sbraitante. E, già impaginata e pronta nel santino con la bandiera verde sulla Moschea di Al Aqsa, la faccia barbuta dell'assassino ispirato dal piacere di essere uno shahid, un martire di Hamas. Tutto nerovestito è uscito col mitra e i coltelli, e alle 9 ha sparato, uccidendo un ragazzo israeliano, una guida, e ferendone almeno altre tre, uno è grave. Poi due poliziotte lo hanno fermato, e le forze dell'ordine sono riuscite a sparargli fermando la strage.

Jerusalem terror shooting triggers intifada memories - analysis - The  Jerusalem Post

È la seconda volta in una settimana che Hamas colpisce a Gerusalemme, la volta precedente un attacco col coltello, sempre in Città Vecchia, dove il continuo traffico a piedi rende più difficile la selezione dei malintenzionati, e offre ai terroristi, d'altra parte, una quantità di occasioni di caccia. Stavolta il terrorista aveva 42 anni, non era parte delle milizie armate, ma era noto alla polizia. Poiché anche a Giaffa poco più tardi un palestinese di Jenin, probabilmente anche lui di Hamas, è stato bloccato dopo aver assalito e ferito un uomo, si comincia a pensare a una qualche ondata terrorista. Che Shkhaidem avesse progettato l'attacco sembra evidente dal fatto che aveva fatto partire la moglie da Israele. Quella dell'aggressione terroristica palestinese è una vicenda che si rinnova portando lutto e tragedia con ritmo implacabile: Hamas è probabilmente alla ricerca di consensi nel suo conflitto interno con Abu Mazen e cerca di rafforzarsi ulteriormente dopo che il Presidente americano Joe Biden, oltre all'Egitto e altre forze mediorientali, hanno di nuovo spinto un rinnovato sforzo di unità fra Hamas e Abu Mazen.

L'ultimo conflitto con Gaza è stato generato in gran parte proprio dalla decisione di Hamas di prendere la leadership palestinese sparando i suoi missili su Gerusalemme. Adesso, poi, la mossa prende un sapore internazionale, perché (dopo che di nuovo il mondo intero con l'operazione di Gaza era caduto preda del solito rovesciamento di responsabilità e quindi aveva lanciato le solite accuse contro Israele dettate da ignoranza e pregiudizio) la ministra degli Interni inglese Priti Patel ha messo nella lista delle organizzazioni terroriste Hamas, per intero, non solo per la parte armata. E ha anche spiegato che lo ha fatto an che in virtù del fatto che si tratta di una "rabbiosa organizzazione antisemita" che mette a rischio al vita di tutti, e che tollerare l'antisemitismo crea delle pessime condizioni per la sicurezza del popolo ebraico e di ciascuno, dando la possibilità di spargere, come legittimo e addirittura segno di libertà religiosa e culturale, il veleno della violenza in tutti i Paesi occidentali, oltre che in Israele. Priti Patel segnala una lungimirante visione strategica quando aggiunge che bisogna combattere senza risparmio di forze dato che Hamas "ha significative capacità terroriste, incluso l'accesso a quantità estesa di armi sofisticate e a strutture di training terrorista". Ovviamente qui il riferimento è ai rapporti internazionali di Hamas, sia quando si parla di Fratellanza Musulmana, incluso il rapporto con Erdogan e col Qatar, che dell'Iran della Guardia Rivoluzionaria, che sostiene e guida Gaza. Spesso si riconosce solo la parte militare di Hamas come terrorista, anche se gli USA e l'UE invece la definiscono tale nel suo insieme. Hamas ha reagito dicendo che l'Inghilterra "di nuovo invece di scusarsi per la Dichiarazione Balfour (che promette al popolo ebraico un focolare nazionale ndr) o il Mandato Britannico che consegnò ai sionisti terra palestinese, sostiene gli aggressori invece delle vittime".

Quello che qui Hamas intende, e stavolta, secondo tutti i documenti, risulta d'accordo con Abu Mazen, e la completa delegittimazione e criminalizzazione del fondamento stesso dello Stato d'Israele, e quindi la determinazione a cancellarlo. Una risoluzione di morte, cui manca qualsiasi spazio per una politica di pace e soprattutto di miglioramento della condizione palestinese, destinata alla predicazione d'odio che gli viene somministrata dalla parole e dai gesti di gente come Shkahydem.

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