UNRWA: la cosa peggiore capitata ai palestinesi
Analisi di Itamar Marcus
(da Israele.net)
Itamar Marcus
L'Europa "minaccia" di ritirare i finanziamenti all'Unrwa perché vengono usati per diffondere libri di testo antisemiti nelle scuole arabe palestinesi. Il Parlamento europeo ha detto che rimuoverà 20 milioni di euro di finanziamenti se non verranno fatti cambiamenti "sostanziali" nei libri di scuola palestinesi.
I paesi donatori si riuniscono martedì a Bruxelles nella speranza di raccogliere 800 milioni di dollari da dare all’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi che gestisce i campi profughi. Ma finanziare l’Unrwa è un investimento assennato per i paesi donatori? E, cosa ancora più importante, il finanziamento dell’Unrwa è positivo per i palestinesi? Circolano molte notizie negative sul conto dell’Unrwa. Gli Stati Uniti e altri paesi chiedono che l’Unrwa corregga i suoi testi scolastici e garantisca che le scuole dell’Unrwa non servano più da copertura per nascondere tunnel del terrorismo. Senza dubbio si tratta di richieste legittime e giuste. Tuttavia, il nodo che non viene affrontato è che, quand’anche l’Unrwa risolvesse tutti questi problemi, essa rimarrebbe probabilmente, tra le istituzioni finanziate dalla comunità internazionale, quella che più vìola i diritti umani.
Una scuola dell'Unrwa a Gaza, trasformata in deposito di missili da Hamas
Quest’anno gli Stati Uniti hanno già donato all’Unrwa 318 milioni di dollari. Prima dell’amministrazione Trump, gli Stati Uniti erano il maggior donatore dell’Unrwa. Durante gli otto anni dell’amministrazione Obama, ad esempio, hanno donato all’Unrwa oltre 2 miliardi di dollari. Cosa hanno ottenuto gli Stati Uniti in cambio di questo investimento? Secondo la stessa Unrwa, durante gli anni di Obama il numero di profughi palestinesi è aumentato da 4,6 milioni a 5,3 milioni, pari a un aumento di 700.000 profughi. I 2 miliardi investiti dagli Stati Uniti non hanno riabilitato un solo profugo. Al contrario, ogni 2.857 dollari investiti si è aggiunto un profugo in più. Se si calcina anche i molti miliardi forniti da altri paesi, lo spreco totale è enorme. Per giunta, dal primo anno di Obama a oggi il budget centrale dell’Unrwa è passato da 545 milioni di dollari a 806 milioni. L’Unrwa è una fucina di profughi in aumento continuo e un pozzo senza fondo per il denaro internazionale. Il problema fondamentale dell’Unrwa non sono i suoi rapporti col terrorismo: il problema fondamentale con l’Unrwa è l’Unrwa stessa. Uno sguardo alla storia dell’agenzia lo mostra ancora più chiaramente. L’Unrwa è stata fondata nel 1949 quando circa 726.000 arabi (dato Nazioni Unite), sfollati durante la guerra d’indipendenza d’Israele, furono affidati alle sue cure. La cosa stupefacente è che quel numero è salito, oggi, a 5.700.000 profughi, distribuiti in 58 campi. Rifiutandosi di reinsediare i profughi originari, l’Unrwa ha intenzionalmente trasformato un problema limitato in una sciagura permanente sia per i veri profughi di allora, sia per i 5 milioni e mezzo di persone che sono “nate profughi”. Si può dire che la cosa peggiore capitata ai palestinesi è stata la creazione dell’Unrwa: l’Unrwa è la vera nakba (catastrofe) palestinese. Non era ineluttabile che andasse in questo modo. Pochi mesi dopo la creazione dell’Unrwa, venne fondato l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) con il compito di aiutare tutti gli altri profughi del mondo. Ecco come l’UNHCR stesso descrive il proprio successo: “Da quando esistiamo (1950) abbiamo aiutato molto di più di 50 milioni di profughi”. Il contrasto è straordinario.
L’UNHCR ha reinsediato milioni di profughi negli stessi anni in cui l’Unrwa non ne reinsediava nemmeno uno ed anzi imponeva lo status di profugo a milioni di bambini, alcuni nati ben 72 anni fa. Ogni bambino ha il diritto di nascere libero, ma l’Unrwa ha calpestato quel diritto più di cinque milioni di volte. Finanziare l’Unrwa non è solo un enorme spreco delle limitate risorse internazionali. Significa anche finanziare un’organizzazione che in sostanza vìola i diritti umani. In una scioccante ammissione dell’agenda politica che sta dietro all’Unrwa, il ministro per lo sviluppo sociale dell’Autorità Palestinese, Ahmed Majdalani, ha recentemente detto al Commissario generale dell’Unrwa, Philippe Lazzarini, come l’Autorità Palestinese percepisce l’Unrwa. Riferisce un articolo on-line di Al-Quds dello scorso 27 ottobre: “Majdalani ha sottolineato la necessità di preservare l’Unrwa non come istituzione che fornisce servizi ai profughi, bensì come simbolo politico del diritto al ritorno dei profughi”. Lo scopo dell’Unrwa non è aiutare i profughi palestinesi, bensì preservarli come profughi a vita al servizio degli obiettivi dell’Autorità Palestinese. Il mondo ha potuto vedere un tragico esempio dell’ideologia dell’Autorità Palestinese durante la guerra civile siriana. I palestinesi nei campi profughi venivano uccisi e Israele offrì di consentire il loro ingresso nelle aree dei Territori sotto giurisdizione dell’Autorità Palestinese a condizione che fossero depennati dall’elenco “profughi” delle Nazioni Unite. Per quanto possa sembrare incredibile, Abu Mazen ha rifiutato. L’Autorità Palestinese preferiva che venissero uccisi come profughi anziché vivere come persone libere nelle aree sotto la sua stessa amministrazione. Si stima che almeno 4.000 residenti dei campi profughi palestinesi in Siria siano rimasti uccisi nei combattimenti della guerra civile. Un’assoluta priorità internazionale è fare qualcosa per salvare questi 5,7 milioni di vittime dell’Unrwa, e una soluzione c’è. L’infrastruttura dell’Unrwa dovrebbe essere chiusa e la gestione di tutti i suoi campi trasferita all’UNHCR, affrancata dai diktat dell’Autorità Palestinese. L’UNHCR avrà il compito di risolvere il problema, al contrario dell’Unrwa il cui compito è stato quello di perpetuare il problema.
L’UNHCR si recherà in Libano, Siria, Giordania e nelle aree dell’Autorità Palestinese con il mandato di liberare i profughi dalle catene del loro status. L’UNHCR utilizzerà i miliardi di dollari dei donatori per la formazione, per creare posti di lavoro e per dare abitazioni dignitose ai discendenti dei profughi nei paesi in cui sono nati e hanno vissuto tutta la loro vita, dove hanno diritto di ottenere la piena cittadinanza. I paesi che si rifiutano di reinsediare i fratelli arabi nati e cresciuti sul loro territorio dovrebbero essere sanzionati dalla comunità internazionale e vedersi negare gli aiuti internazionali. Invece di incatenare ogni anno altre 100.000 persone alla condizione di profugo a vita, centinaia di migliaia e alla fine milioni di loro possono essere reinsediati ogni anno, fino a quando tutti i “profughi politici” non saranno affrancati. L’Unrwa come “simbolo politico” dell’Autorità Palestinese è in contrasto con i valori del mondo e certamente non è al servizio degli interessi di coloro che languono, imprigionati nei campi dell’Unrwa. Sciogliere l’Unrwa e dare all’UNHCR il compito di reinsediare queste persone oggi in ceppi è un imperativo in nome dei diritti umani. Se la comunità internazionale consentirà all’Unrwa di andare avanti, entro il 2030 vi saranno sette milioni di profughi palestinesi, ed entro il 2050 probabilmente 10 milioni o più. Ogni giorno, nei 58 campi-carcere dell’Unrwa nascono 274 bambini condannati alla condizione di profugo per nascita. Ogni anno, a 100.000 nuovi bambini viene negata la libertà. È immorale permettere all’Unrwa di esistere anche solo un giorno in più.
(Da: palwatch.org, Jerusalem Post, 14.11.21)