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I misteri di Istanbul: tragicommedia in tre atti
Analisi di Michelle Mazel
(traduzione di Yehudit Weisz)
La coppia di turisti israeliani a Istanbul Una coppia passeggia per le strade di Istanbul. Due quarantenni sorridenti. Da buoni turisti, visitano la torre più alta d'Europa e scattano foto. “Qualcuno” li sente parlare in ebraico. Ma sono degli Israeliani! Circondati rapidamente dalla polizia, vengono portati in una stanza per gli interrogatori e poi, con l’impiego di forze militari, vengono portati lei in una prigione per donne e lui in una prigione per uomini. Un giudice ha appena ordinato la loro detenzione. Il loro crimine: spionaggio. Giudicate voi: hanno fotografato a lungo il superbo palazzo che il sultano turco Erdogan si era fatto costruire. Il che è tanto più sospetto in quanto in ogni chiosco della città si trova un'impressionante scelta di cartoline che mostrano questo palazzo da ogni angolazione. Quindi quale motivo potrebbe avere avuto la coppia per fotografare l'edificio, per giunta con una fotocamera ultra sofisticata? All'inizio, in Israele, non ci si preoccupa più di tanto. Le autorità turche capiranno ben presto di essere sulla strada sbagliata ed espelleranno la coppia con discrezione. Ma la situazione precipita rapidamente. I funzionari consolari israeliani che hanno chiesto di vedere i loro cittadini come è consuetudine, aspettano invano l'autorizzazione. La custodia cautelare della coppia è stata prorogata di venti giorni.
Recep Tayyip Erdogan Un avvocato locale scelto dalla famiglia riesce a vedere il marito, che si lamenta di essere in isolamento ed che si stupisce di essere stato interrogato solo una volta e per appena mezz'ora. Ci vorranno diversi giorni prima che l'avvocato israeliano possa incontrare i suoi clienti; poi ricevono una visita dei rappresentanti consolari, che finalmente portano loro un cambio di abiti. Intanto le autorità israeliane stanno aumentando i contatti a tutti i livelli per ottenere il rilascio della coppia, spiegando che si tratta di una famiglia senza storia, sono due conducenti di autobus che lavorano per la grande azienda di trasporti Egged; inoltre, la donna aveva girato qualche anno prima un filmato pubblicitario per l'azienda; la vediamo sorridente al volante di uno degli autobus. Ma tutto è inutile. Il ministro dell'Interno turco, noto per essere vicino al presidente, dichiara in un discorso infervorato che si tratta ovviamente di un grave caso di spionaggio, non solo politico, ma anche militare. La famiglia in Israele è disperata e cerca di raccogliere fondi per pagare la difesa. Improvviso colpo di scena: dopo una lunga, lunghissima settimana, un aereo noleggiato nel più grande segreto dal ministero degli Esteri israeliano atterra di notte a Istanbul e rimpatria i due israeliani. I turchi si sono arresi alla ragione. Certo, non bisogna aspettarsi delle scuse. Dettaglio interessante, mentre la vicenda ha avuto giorno dopo giorno i titoloni in prima pagina dei quotidiani e dei telegiornali israeliani, i media occidentali, pur sempre alla ricerca di notizie dallo stato ebraico, sono rimasti per lo più in silenzio. Si può ben capire…. Nel contesto attuale, tutto quello che si dice o si fa in Israele viene considerato con il massimo sospetto. Nelle redazioni dei giornali francesi, per esempio, nessuno era pronto ad assumersi il rischio di condannare questo arresto per quanto scandaloso fosse, alla luce delle informazioni fornite dal governo israeliano.
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