Come i media demonizzano lo Stato ebraico
Analisi di Michelle Mazel
(traduzione di Yehudit Weisz)
C’è qualcosa di inquietante nell'intensità con cui tutto ciò che riguarda Israele viene esaminato in Francia. Si ha spesso l'impressione che i media siano alla ricerca di qualsiasi occasione per presentare lo Stato ebraico in modo così negativo che è necessario imparare a decodificare i titoli dei giornali. Viene messo in risalto anche il minimo scontro tra israeliani e palestinesi, e ogni volta la versione palestinese è privilegiata e presentata per prima, mentre quella israeliana che segue, è molto spesso al condizionale. Due esempi spiegano una demonizzazione ben calcolata. Prendiamo il Nouvel Observateur del 26 settembre di quest'anno. Titolo: “Cinque palestinesi uccisi durante un’operazione delle forze israeliane in Cisgiordania” e oltre: “Cinque palestinesi sono stati uccisi domenica in un fuoco incrociato con le forze israeliane che, secondo dei funzionari, hanno lanciato un'operazione nella Cisgiordania occupata per prevenire degli attentati.” Secondo dei funzionari: il Nouvel Observateur lascia spazio al dubbio. Eppure aggiunge: ”Hamas, nemico giurato di Israele al potere nell'enclave palestinese di Gaza, ha confermato la morte di quattro membri del suo braccio armato a Biddu.
Come i media descrivono i terroristi palestinesi
La Jihad islamica, un altro gruppo armato palestinese, ha anch’essa confermato la morte di uno dei suoi membri, Osama al-Soboh.” Ciò conferma la versione israeliana. Senza soffermarsi su questo punto, il quotidiano prosegue : “La presidenza dell'Autorità palestinese, con sede a Ramallah in Cisgiordania, ha condannato in un comunicato un ‘crimine efferato commesso dalle forze di occupazione israeliane’.” Cosa dovrebbe pensare il lettore sprovveduto di questi messaggi contraddittori? Non rischierebbe di accontentarsi del titolo e di passare a un argomento che lo riguarda di più? Veniamo ora al quotidiano Le Monde. I ministri della Difesa e della Giustizia israeliani, alla luce dei fascicoli presentati dai servizi di sicurezza del Paese, classificano sei organizzazioni palestinesi come terroriste. Il quotidiano che ovviamente non era a conoscenza degli atti, non ha alcuna esitazione e sceglie un titolo vendicativo: “Classificando sei Ong tra le "organizzazioni terroristiche", Israele colpisce al cuore la società civile palestinese.” Pochi giorni dopo, il quotidiano persiste e segnala: “ Dei difensori dei diritti umani palestinesi spiati da Pegasus. Tracce di software NSO sono state scoperte nei telefoni di militanti di Ong palestinesi classificate in ottobre come "terroristiche" dallo Stato israeliano. Gli elementi probatori pubblicati fino ad oggi sono inconcludenti.” Per il quotidiano quindi, se ci sono elementi probatori, questi non sono decisivi e, in ultima analisi, il Ministro della Difesa e quello della Giustizia hanno consapevolmente leso «innocenti difensori dei diritti dell'uomo.”