Riprendiamo dal GIORNALE - Milano di oggi, 18/11/2021, a pag.1 con il titolo "In via Padova reclutava giovani spose per l'Isis", l'analisi di Luca Fazzo.
Luca Fazzo
«Trovami uno con la barba e i capelli lunghi: essere una martire, cadere entrambi». Scene di jihad da via Padova, nel cuore della Milano terzomondista. Numero 29 della via, l'unica insegna italiana è la vetrina di un veterinario. Qui abitava fino all'altro ieri Bleona Tafallari, italiana nata in Kossovo, diciannove anni appena: chiusa in casa, ventiquattro ore al giorno, per non rischiare il contatto con gli infedeli. Ma nel bilocale disadorno, Bleona, tesseva incessante la rete del terrore islamico. E fin qui, seguendo una traccia agganciata dal centro milanese dell'Aisi, i servizi segreti interni, la Digos è arrivata ad affrescare il ritratto senza precedenti della «terrorista della porta accanto». E quando l'altro giorno i poliziotti con il passamontagna entrano e portano via Bleona, coperta dal velo integrale, minuta, ma apparentemente tranquilla, si apre uno spiraglio di luce sulla sua storia la «sposina» dell'islam andava a caccia di martiri Reclutava terroristi dalla casa di via Padova da cui non usciva per non contaminarsi É la storia di una ragazza che mai, neanche per un attimo, appare sfiorata dal dubbio che un'altra via sia possibile: la convivenza, il dialogo, la normalità. Tutto questo a Bleona non interessa. «Dammi la mano e partiamo verso la causa di Allah! Questo mondo non è adatto a noi!».
Ma da dove arriva, come si insedia in via Padova la piccola, tosta kossovara? Dove inizia il percorso che porta una ragazza appena entrata nella maggiore età a accumulare video orrendi, a gioire per gli sgozzamenti, le mani tagliate, gli innocenti dilaniati? A propagandare quotidianamente l'emulazione degli orrori? Tutto, raccontano le carte, nasce in modo ordinario, quasi sommesso. Bleona lascia il Kossovo che è ancora bambina, insieme alla famiglia: i genitori, i fratelli Alberina e Mirivan. Si lasciano alle spalle gli echi di un conflitto sanguinoso, approdano nella tranquillità di Isernia, nel cuore del Molise, ottengono il passaporto italiano. Potrebbe essere la sistemazione ideale. Invece qualcosa accade nella testa di Bleona. Entra in contatto con i messaggi martellanti della propaganda islamica. E conosce il ragazzo che diventerà suo marito, e che è avviato anche lui sulla strada dell'integralismo più estremo. Si chiama Perparim Veliqi, è nato in Germania ma anche lui kossovaro di origine. È un fidanzamento a distanza, perché il giovane continua a vivere in Germania. Ma la tratta già da sottomessa, da marito padrone. Quando arriva a Milano, un anno e mezzo fa, Bleona ha già fatto il salto. Il primo ad arrivare a Milano è suo fratello Mirivan. È lui che va a stare nell'appartamento che diventerà la base operativa di Bleona. Via Padova 29, a ospitarli è un italiano: si chiama Davide Poliziotto, e nel settembre dell'anno scorso comunica alla Questura - come previsto dalle leggi - che Mirivan vive nell'appartamento. Nei mesi successivi, si aggiungono le sorelle. Alberina indica la casa di via Padova come residenza. Le due sorelle da Isernia si spostano a Pristina, in Kossovo. Il 1 agosto tornano in Italia. I nostri 007 seguono in diretta il loro arrivo a Milano. Bleona è coperta da capo a piedi dal nijab, il velo che le lascia scoperti solo gli occhi. Va direttamente in via Padova e da lì praticamente non esce più. È diventata una militante quasi a tempo pieno della jihad telematica, la guerra di propaganda per reclutare militanti e martiri all'Islam più radicale. Il suo riferimento sono i «Leoni dei Balcani», l'organizzazione terrorista di cui fa parte anche Perparim, divenuto nel frattempo suo marito: si sono sposati all'inizio di quest'anno, con rito islamico. Bleona esce di casa solo una volta, il 7 settembre, per andare in Comune a rinnovare i documenti. La Digos ne approfitta per fermarla, le chiedono di vedere il cellulare, lei lo consegna senza fare storie. Dentro c'è di tutto. In quel momento, per la prima volta, i sospetti dei servizi segreti sulla ragazza vengono confermati: le immagini raccontano di una adesione piena e convinta alle posizioni più estreme dell'Islam. C'è anche una traduzione italiana del testo diventato un cult per i giovani islamici che vivono in occidente, 44 modi per sostenere il jihad scritto dall'imam Anwar al Awlaqi, ucciso da un drone Usa nel 2011. Ma quando, non senza fatica, saltano fuori i contenuti più profondi del cellulare di Bleona si scopre di peggio. Le istruzioni per fabbricare bombe artigianali. L'attività incessante di proselitismo a favore dei Leoni dei Balcani. E poi forse la cosa più raggelante di tutti, le chiacchiere con una ragazzina ancora più giovane, dove come è giusto a quell'età si parla di un futuro di mariti e di figli: ma tra un emoticon sorridente e l'altro, le feste di famiglia si progettano così: «Hahahaha con gli AK47» «Bisogna festeggiare» «Non lasciamo neppure un miscredente ovviamente» «Tutti a terra» «Si riempie di sangue». E un'altra sfilza di faccine che ridono.
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