La politica razzista contro Israele del Sudafrica antirazzista Cronaca di Chiara Bruschi
Testata: Il Messaggero Data: 17 novembre 2021 Pagina: 13 Autore: Chiara Bruschi Titolo: «'Il concorso si svolge in Israele' E il governo sudafricano toglie l'appoggio alla miss»
Riprendiamo la breve dal MESSAGGERO di oggi, 17/11/2021, a pag.13, con il titolo " 'Il concorso si svolge in Israele' E il governo sudafricano toglie l'appoggio alla miss", il commento di Chiara Bruschi.
Ecco un esempio della politica razzista da parte di un Paese rinato, trent'anni or sono con il rovesciamento del regime di apartheid, in seguito a una reazione antirazzista.
Ecco l'articolo:
Che le miss volessero "la pace nel mondo" è sempre stato uno sketch piuttosto gettonato, volto a ironizzare sulle frivole ambizioni espresse dalle partecipanti. Almeno in Italia, perché in Sudafrica anche i concorsi di bellezza possono diventare una faccenda molto seria a giudicare dall'ultima presa di posizione del Governo di Johannesburg, che ha deciso di rinnegare la sua miss neoeletta Lalela Mswane. II motivo? Gareggerà a Miss Universo in Israele, accusato di «atrocità contro i palestinesi».
Lalela Mswane
L'ANNUNCIO Il Dipartimento di arte e cultura ha infatti annunciato che l'esecutivo si dissocia dalla scelta di Miss Sudafrica di partecipare a Miss Universo, gara prevista per il prossimo 12 dicembre nella città di Eilat. Una decisione presa in seguito ai continui appelli rivolti alla reginetta affinché boicottasse la manifestazione, arrivati dalla politica e dalla società civile. E dopo un braccio di ferro con gli organizzatori di Miss Sudafrica che si sono rifiutati di riconsiderare la partecipazione alla gara. Per il dipartimento di Arte e Cultura quella di ritirare il proprio supporto alla candidata è stata una scelta dettata dall'«intransigenza» degli organizzatori del concorso nazionale peri quali invece la neo-reginetta dovrebbe essere libera di partecipare, poiché la competizione, hanno riferito, non è una faccenda politica. «Le atrocità commesse da Israele contro i palestinesi sono ben documentate - si legge invece nel documento diffuso alla stampa - e il Governo, come rappresentante legittimo della popolazione sudafricana non può in coscienza associarsi a ciò». Una linea dura che continua da tempo. Nel 2019 il Sudafrica aveva declassato la propria ambasciata a Tel Aviv in segno di protesta.
I SOCIAL Appena impugnato lo scettro di Miss Sudafrica, Lalela non ha avuto molto tempo per festeggiare perché è stata bersagliata sui social da centinaia di attacchi molto duri per convincerla a cancellare la sua presenza a Miss Universo, sotto l'hashtag #NotMyMissSouthAfrica. Tra gli appelli anche quello di Mandla Mandela, il nipote di Nelson Mandela, che ha criticato gli organizzatori di Miss Sudafrica per il supporto fornito a uno stato «che pratica l'Apartheid» contro i Palestinesi. Ha citato i diritti delle donne che vivono nella «Palestina occupata» e che vengono «quotidianamente molestate, picchiate, umiliate, incarcerate e uccise da questo regime brutale. Le donne della Palestina non hanno diritti umani?», si è chiesto in un lungo post. Il parallelismo tra il presente palestinese e il passato sudafricano è stato anche utilizzato nelle trattative del governo con gli operatori del concorso nazionale. Nel corso del dialogo tra le due parti, gli esponenti dell'esecutivo hanno citato le parole di Desmond Tutu: «L'umiliazione dei palestinesi è familiare a tutti i Neri sudafricani che sono stati rinchiusi, molestati, insultati e aggrediti dalle forze di sicurezza del governo dell'Apartheid». «A questo punto la partecipazione della cosiddetta Miss Sudafrica diventerà irrilevante - ha dichiarato Bram Hanekom, membro del gruppo Africa4Palestine - nessuno può dire che rappresenta il suo paese... sarà sola con gli organizzatori che sembrano favorevoli a procedere». Silenzio da parte di Israele che per il momento non ha commentato la notizia mentre a dire la sua è stata la South African Zionist Federation, per bocca del suo presidente Rowan Polovin. «Siamo sconvolti dalla decisione del governo sudafricano di autosabotare le speranze e i sogni del nostro paese di splendere su un palco internazionale, soltanto perché si terrà in Israele. Lasciatela andare - ha spiegato a The South African - cosicché possa testimoniare la bellezza della democrazia israeliana, il suo multiculturalismo e la coesistenza tra i popoli, e poi possa riportare questo esempio da seguire al nostro governo e alla nostra amata nazione». Tutto tace anche da parte della reginetta 24enne, che per il momento sembra più che intenzionata a salire sul palco.
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