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Italia Oggi Rassegna Stampa
13.11.2021 Israele: innovazione e futuro
Commenti di Maicol Mercuriali, Federico Piazza

Testata: Italia Oggi
Data: 13 novembre 2021
Pagina: 15
Autore: Maicol Mercuriali - Federico Piazza
Titolo: «Israele, startup offre soldi digitali ai volontari che raccolgono rifiuti - Israele, un polo dell'innovazione»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 13/11/2021, a pag.15, con il titolo "Israele, startup offre soldi digitali ai volontari che raccolgono rifiuti", la cronaca di Maicol Mercuriali; a pag. 10, con il titolo "Israele, un polo dell'innovazione", il commento di Federico Piazza.

Ecco gli articoli:

Le Startup accorciano la distanza tra Israele ed il Vecchio Continente

Maicol Mercuriali: "Israele, startup offre soldi digitali ai volontari che raccolgono rifiuti"

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Maicol Mercuriali

Guadagnare raccogliendo rifiuti, semplicemente buttando nel bidone una cartaccia abbandonata per strada. Senso civico, rispetto per gli spazi comuni e per l'ambiente, in Israele saranno premiati: ogni buona azione, documentata con lo smartphone, sarà ricompensata con clean coin, valuta virtuale lanciata dall'omonima startup israeliana che si è inventata questo sistema. La moneta digitale clean coin si accumula in un portafoglio virtuale e può essere spesa per acquistare merci e servizi fisici messi a disposizione dai marchi partner dell'iniziativa. Inoltre, come ha riportato l'Agenzia France Presse, presto si potrà fare anche la spesa con i Clean Coin, e dunque, sistemare la spazzatura abbandonata dagli incivili sarà davvero conveniente.Pub capitare di vedere un rifiuto abbandonato mentre si è in auto o in bici, o quando si è impossibilitati a raccoglierlo. In questi casi gli utenti possono segnalare la sua presenza sull'App, così altre persone sanno dove entrare in azione. «Ogni punto nero sulla mappa rappresenta una zona segnalata da un utente per la presenza di rifiuti», ha detto Adam Ran, 35 anni, cofondatore e ceo di Clean Coin, mostrando i punti sul telefonino. «Abbiamo già più di 16mila utenti di cui 1.200 attivi ogni settimana», ha continuato Gal Lahat, 21 anni, cofondatore e direttore tecnico della giovane startup di Haifa, città portuale nel nord di Israele. La piattaforma è stata pensata come una caccia al tesoro, con diversi livelli e punti. «Puoi vedere i tuoi progressi contro altri utenti. Vogliamo che assomigli a un gioco». C'è quindi il motore della sfida affinché le persone prendano a cuore la pulizia del territorio e poi il desiderio della ricompensa. Più di 25 brand sensibili alle tematiche ambientali hanno già aderito alla rete, ha fatto sapere Ran. Gli utenti possono acquistare oggetti ma anche «pagare» per attività come l'arrampicata indoor o le notti in hotel. «E presto potranno fare la spesa al supermercato», ha evidenziato lo startupper. La valuta virtuale è sovvenzionata da diverse organizzazioni private e pubbliche, ha spiegato l'Afp, in particolare comuni e i consigli regionali che la vedono come uno strumento per ottimizzare la gestione rifiuti, un vero problema in Israele. Il Paese produce una media di 1,7 chilogrammi di rifiuti pro capite al giorno rispetto a una media europea di 1,4 kg. A venire abbandonati per strada e nelle aree verdi, dove poi si accumula, sono soprattutto i rifiuti di plastica, dai sacchetti ai contenitori.

Federico Piazza: "Israele, un polo dell'innovazione"

Carlo Benigni
Carlo Benigni

Nuovo record nel 2021 per gli investimenti esteri in imprese israeliane. Raggiunti nei primi 10 mesi dell'anno i 10 miliardi di dollari, ben oltre i 7,7 miliardi del 2019 (notizia ICE, fonti Calcalist e PWC Israel), con 28 nuovi unicorni e 20 quotazioni a Wall Street di società israeliane. Trainante è il settore hi-tech, eccellenza del Paese, dove ci si aspetta che lo stock di investimenti esteri raggiunga quest'anno i 30 miliardi di dollari. Fenomeno che è tra le principali ragioni del progressivo rafforzamento della valuta israeliana, lo shekel, che ha raggiunto in questi giorni il massimo storico in 25 anni sul dollaro e in 20 anni sull'euro. Nel 2021 è aumentato il numero di operazioni di investimento, ma con taglio medio minore, e anche meno rilievo mediatico rispetto a casi precedenti come Mobileye e Mellanox. Le vendite più grandi quest'anno sono state quelle del social network di genealogia per famiglie Myheritage acquisito da Francisco Partners per 600 milioni di dollari e della start-up cloud Epsagon diventata Cisco per 500 milioni di dollari. Commenta Carlo Benigni, presidente dell'Unione Associazioni Italia-Israele (http://www.uaii.eu), profondo conoscitore del Paese: «Anche grazie alle start-up, Israele ha attirato importanti investimenti internazionali, ed è in eccellenti posizioni sul mercato borsistico USA». I principali investitori sono infatti statunitensi, in 40 casi su 86 nel 2021. Ma cresce anche l'attenzione dei giapponesi: nella microelettronica con la recentissima acquisizione del produttore israeliano di chip wi-fi Celeno per 315 milioni di dollari da parte del gruppo Renesas, nella finanza con le attività di SoftBank, nelle telecomunicazioni con il centro ReD di NTT. Opportunità anche per l'Italia? «La forza di Israele sta nell'innovazione applicata in tutte le discipline, dall'agricoltura all'aerospazio, dalla salute all'energia sino all'automotive», nota Fabrizio Camastra, responsabile del desk di Tel Aviv di ICE. «Mentre l'Italia è una superpotenza industriale globale, con imprese che producono ed esportano una vastissima gamma di prodotti nei cinque continenti. In questo connubio vanno colte al meglio le opportunità offerte dalla complementarità dei due sistemi economici; un ecosistema manifatturiero d'eccellenza in Italia, e un ecosistema di ricerca e d'innovazione d'avanguardia in Israele». Gli fa eco Benigni: «L'economia israeliana e quella italiana sono complementari, con ampi margini di sviluppo dal settore agricolo all'alta tecnologia all'automotive. I principali centri di ricerca israeliani scambiano regolarmente informazioni con i centri italiani». Esempi recenti di avvio di collaborazione tra imprese italiane e hi-tech israeliano sono quelli di A2A, Stellantis-Fca e Cnh Industrial. È di inizio novembre l'annuncio della firma di un memorandum d'intesa tra A2A e l'agenzia governativa IIA — Israel Innovation Authority per progetti di collaborazione tra aziende israeliane e Life Company A2A mirati all'innovazione in ambito economia circolare e transizione energetica. Mentre Stellantis ad aprile 2021 ha siglato con IIA un accordo per lo sviluppo di collaborazioni con start-up israeliane per la mobilità sostenibile. E sulla stessa scia, qualche mese dopo, accordo tra IIA e CNH Industrial. E nell'automotive sono molti i player internazionali che hanno investito in ReS in Israele. Spiega Camastra: «Nell'immaginario collettivo Israele difficilmente viene associato a questo mondo, non avendo un'industria automobilistica propria nel senso tradizionale del termine. Ma i grandi costruttori internazionali hanno capito da tempo che il Paese è molto avanzato nell'innovazione tecnologica pure in questo campo, e hanno quindi trasferito qui parte della loro ReS. Innescando un processo simile anche tra i fornitori di componenti: per esempio, il gruppo italo-francese STMicroelectronics e quello italiano Adler hanno inaugurato in Israele i rispettivi Poli di innovazione».

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