Riprendiamo da CONQUISTE del LAVORO di oggi, 12/11/2021, a pag. 5, con il titolo "Olimpiadi 2022. Medaglia d'oro alla Cina per la repressione dei diritti umani", il commento di Raffaella Vitulano.
Una nuova ricerca della confederazione internazionale dei sindacati (Ituc) assegna alla Cina la medaglia d'oro per la repressione e mostra che le azioni del Partito Comunista Cinese hanno reso Pechino pericolosa per gli atleti e le altre persone coinvolte nelle Olimpiadi invernali in programma dal 4 al 20 febbraio 2022. Le Olimpiadi invernali si terranno dunque in un paese governato da un partito sempre più repressivo. Gli sport delle Olimpiadi hanno regole, ma il Partito Comunista Cinese ha dimostrato di avere poco o nessun rispetto per le leggi e gli standard internazionali. Il dossier presenta cinque politiche repressive del partito di governo che rendono insicure la Cina e, di conseguenza, il mondo. Facendo riferimento ai cerchi olimpici, il dossier individua i cinque punti come i "cinque cerchi della repressione" che stanno strangolando libertà e diritti per molti milioni di persone: repressione e prigionia a Hong Kong; intimidazione delle persone Lgbt+; violazioni dei diritti fondamentali sul lavoro, nelle catene di approvvigionamento e nella società; repressione e sfruttamento delle minoranze etniche; silenzio e censura sulla diffusione del Covid-19. Dura la condanna del segretario generale Ictu, Sharan Burrow: "Gli sport delle Olimpiadi hanno regole, ma il Partito comunista cinese ha dimostrato di avere poco o nessun rispetto per le leggi e gli standard internazionali, e sta diventando sempre più repressivo. Guarda Hong Kong. Sotto gli occhi del mondo, hanno represso qualsiasi persona o gruppo che tenti di esercitare i diritti e le libertà più elementari. Se distribuissero medaglie per la repressione, il Partito Comunista Cinese otterrebbe un oro ogni volta". In vista dei Giochi olimpici invernali di Pechino 2022, il sindacato chiede che il Comitato Olimpico Internazionale (Cio) garantisca la sicurezza e l'incolumità degli atleti e di tutti gli altri che partecipano ai Giochi; i governi garantiscano la sicurezza degli atleti e di altre persone dei loro paesi che si recano ai Giochi; gli sponsor olimpici internazionali, tra cui Airbnb, Allianz, AtoS, Bridgestone, Coca-Cola, Dow, GE, Intel, Omega, Panasonic, PeG, Samsung, Toyota e Visa, rivedano il loro rapporto con le Olimpiadi invernali di Pechino alla luce delle politiche repressive di partito di governo cinese. Infine, il partito al governo ponga fine alle sue politiche di repressione e ammetta i diritti e le libertà fondamentali secondo le regole internazionali. Oltre alle preoccupazioni per i diritti umani, la valutazione indipendente degli esperti dopo il numero di infezioni da Covid-19 alle Olimpiadi di Tokyo, dove sono state riscontrate importanti lacune nei protocolli di prevenzione, suscita gravi preoccupazioni sul prossimo evento in agenda a Pechino, considerata la soppressione di vitali informazioni da parte delle autorità cinesi. "Come possono il Cio e i suoi partner essere sicuri che le Olimpiadi invernali non contribuiranno all'oppressione e alle violazioni dei diritti umani e che gli atleti, le loro squadre, i giornalisti e gli altri partecipanti siano protetti in un paese governato da questo Partito?" si chiede la Ituc. Avendo scelto Pechino, non possono esserne sicuri, ma possono fare molto per arginare i rischi e garantire la sicurezza. II Cio deve dunque organizzarsi e fare il suo lavoro, insieme ai suoi partner commerciali e ai governi, per garantire la sicurezza di tutte le persone coinvolte nei Giochi. I cinque cerchi olimpici di cui il Cio e milioni di atleti e sostenitori in tutto il mondo sono così orgogliosi rischiano di venire offuscati dalle politiche del Partito Comunista Cinese. Il Partito Comunista Cinese ha del resto accelerato rapidamente la sua occupazione politica di Hong Kong, rendendola un posto altrettanto pericoloso per chiunque voglia garantirsi diritti umani fondamentali. Decine di sindacalisti e difensori della democrazia sono stati rinchiusi usando la nuova legge repressiva sulla sicurezza nazionale. La Confederazione dei sindacati di Hong Kong (Hkctu), che ha una storia orgogliosa in difesa delle persone e dei diritti sindacali, é stata costretta a sciogliersi dopo che molti dei suoi dirigenti sono stati incarcerati. Dopo un'enorme pressione da parte delle autorità, anche il sindacato insegnanti, l'Hong Kong Professional Teachers è stata sciolta, pur rappresentando il 90% degli insegnanti del territorio ed avendo 48 anni. Altri sindacati indipendenti sono soggetti a campagne di intimidazione, indagini e minacce secondo la nuova legge. Oltre che per i sindacati, la Cina non è un luogo sicuro neppure per i lavoratori. Dozzine di multinazionali globali sono state implicate nelle violazioni dei diritti umani dopo la scoperta di abusi presso i loro fornitori in Cina. Ci sono prove crescenti su come le persone di etnia uigura nello Xinjiang vengano utilizzate nel lavoro forzato, con ripercussioni di accuse alla credibilità sui fornitori di aziende a livello internazionale. L'Ituc Global Rights Index mostra come il partito al governo non rispetti nemmeno i più elementari diritti. La legge consente la discriminazione antisindacale, l'imposizione di un sistema sindacale unico (giallo) attraverso la Federazione dei sindacati di tutta la Cina (Acftu), che non può né difendere la libertà di associazione — il diritto di un lavoratore a iscriversi a un sindacato di sua scelta — né il diritto di sciopero, e in molti luoghi di lavoro agisce come cinghia di trasmissione per la gestione delle decisioni del governo. Il governo spesso emana leggi per reprimere avvocati e sindacalisti. Ad esempio, dozzine di lavoratori alla Jasic Technology sono scomparsi o sono stati incarcerati con l'accusa di "radunare una folla per sconvolgere l'ordine sociale". In Asia centrale, un rapporto della Ituc ha rilevato che tra i lavoratori i diritti basilari sono regolarmente violati all'interno della China's Belt and Road Initiative.