La nazionale israeliana nel bersaglio dei terroristi Un clamoroso attentato sventato grazie al contributo dei servizi segreti italiani
Testata: La Stampa Data: 05 dicembre 2002 Pagina: 11 Autore: Mara Montanari Titolo: «La nazionale israeliana salva grazie ai Ros»
Un'intercettazione telefonica ha svelato che Al Qaeda voleva uccidere i calciatori della nazionale di calcio israeliana. Riportiamo un articolo di Mara Montanari pubblicato su La Stampa giovedì 5 dicembre 2002. "«Adesso, se Dio vuole, siamo pronti a giocare una partita di calcio». La voce al telefono di Ben Khalifa Ben Ahmed Rouine Lazher, tunisino, arriva gracchiante alle cuffie degli uomini dei Ros in ascolto. Siamo agli inizi di ottobre. I carabinieri da tempo stanno tenendo sotto controllo alcuni nordafricani residenti a Milano. Il sospetto è che siano membri di una cellula di Al Qaeda, quella salafita, composta soprattutto da tunisini. Le indagini porteranno a cinque arresti. Quattro in Italia e uno a Malta. Ora, quella frase intercettata dai Ros e riportata nell´ordinanza di custodia cautelare emessa dai giudici di Milano assume un rilievo inaspettato. Secondo il quotidiano israeliano «Yediot Ahronot», la «partita di calcio» cui fa riferimento Ben Khalifa era in realtà un segnale in codice dal significato preciso: il progetto di un attacco terroristico contro la nazionale di calcio israeliana. Un clamoroso attentato che sarebbe stato sventato grazie al contributo dei servizi segreti italiani. Questa la ricostruzione del quotidiano di Tel Aviv pubblicata ieri in prima pagina. La «partita» di cui parla Ben Khalifa aveva una data precisa - 12 ottobre -, un campo ben determinato - lo stadio nazionale di Malta - e una squadra per obiettivo: la nazionale di calcio di Israele, appunto. Il giorno prima della partita, l´11 ottobre, a Malta viene arrestato Hamadi Bouyahia, 36 anni, esponente della cellula milanese di Al Qaeda e residente in una casa della periferia del capoluogo lombardo. Il giorno prima erano finiti in manette in Italia altri quattro tunisini, due residenti a Milano, uno a Rimini e uno a Sanremo. Sarebbero state dunque le forze dell´ordine italiane a mettere in guardia i colleghi maltesi e a prevenire, di un soffio, il clamoroso attentato. Il quotidiano «Yediot Ahronot» precisa che all´inchiesta italiana si associarono subito i servizi segreti israeliani per rafforzare il sistema di sicurezza attorno alla nazionale. «Il giorno prima della partita a Malta - conferma al giornale di Tel Aviv l´allenatore della nazionale Avraham Grant - mi fu detto che era stato arrestato un presunto terrorista. Allora non diedi troppo peso alla cosa. Solo di recente sono emersi particolari sulla persona di Bouyahia che destano allarme». Il presunto terrorista aveva lasciato l´Italia, dove risiede, il 30 settembre, due settimane prima della partita di calcio, e aveva raggiunto una cittadina turistica quattro chilometri a Nord di La Valletta. Secondo il quotidiano, i servizi segreti italiani avrebbero intercettato la famosa conversazione sulla partita: «E´ tutto pronto per la partita, il terreno è pronto, vinceremo». Da qui sarebbe scattata la segnalazione ai colleghi maltesi, quindi l´arresto di Bouyahia a Malta e il suo trasferimento a San Vittore, dove si trova tutt´ora, indagato per associazione sovversiva. Tuttavia, la ricostruzione del quotidiano «Yediot Ahronot» non trova conferme tra gli uomini del Ros, che anzi smentiscono di aver mai avvertito le autorità maltesi di un possibile attentato contro la nazionale israeliana. «All´epoca non si aveva notizia di alcun attacco imminente - afferma il comandante del reparto speciale dei Carabinieri, Giampaolo Ganzer -. Sì, è vero che abbiamo messo la polizia maltese su Bouyahia, ma questo non c´entra nulla con un possibile attacco alla nazionale di calcio». Ganzer ha una sua interpretazione sullo svolgimento dei fatti. Parla di un equivoco: «Credo che si sia valutata l´espressione "partita di calcio" nel suo significato letterale. In realtà quel tipo di frase fa parte di un gergo e sta a indicare il progetto di un´azione. Ma un´azione generica e non rivolta contro una squadra di calcio. E´ un gergo cifrato che abbiamo individuato da anni, già emerso durante i mondiali di calcio di Italia `90»." Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare il proprio plauso alla redazione de La Stampa. Cliccando sul link sottostante si aprirà un' e-mail già pronta per venire compilata e inviata.