Riprendiamo oggi, 10/11/2021, dal GIORNALE, a pag. 14, l'intervista di Daniel Mosseri dal titolo "Polizia italiana premiata per il contrasto agli antisemiti"; da LIBERO, a pag. 15, il commento dal titolo "I tedeschi promettono aiuto alla Polonia".
Ecco gli articoli:
Daniel Mosseri
IL GIORNALE: "Polizia italiana premiata per il contrasto agli antisemiti"
Una vetrina infranta durante la Notte dei Cristalli
Cracovia Si è conclusa con un applauso alla polizia italiana la conferenza della European Jewish Association (Eja) nell'83° anniversario della Notte dei Cristalli. Per ricordare la distruzione di 1.400 sinagoghe in Germania e Austria e l'uccisione di alcune centinaia di ebrei, la Eja ha raccolto decine di responsabili dei ministeri dell'Istruzione d'Europa per fare il punto sul contrasto all'antisemitismo a scuola. Al capo della polizia Lamberto Giannini, la Eja ha tributato il King David Award per l'opera di protezione delle comunità ebraiche. E stato l'ex vicepresidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici a ricordare che «in Italia non c'è una scuola ebraica o una sinagoga che non goda di una protezione costante». Al Giornale, il prefetto Giannini ha ricordato che «l'antisemitismo è un fenomeno al quale prestare la massima attenzione: anche l'emergenza sanitaria ha dato vita a rigurgiti antiebraici sul web».
Cosa succede in rete? «In molti fanno circolare dichiarazioni di odio che noi perseguiamo come reato, spesso senza neppure rendersi conto della gravità delle loro frasi, magari scritte per fare un commento o per emulazione». Si tratta solo di privati di Battenti? «No, l'associazione Stormfront (24 condanne nel 2020, ndr) aveva addentellati con il suprematismo americano e si spendeva anche in maniera contraddittoria per il negazionismo da un lato, giustificando dall'altro lo sterminio degli ebrei».
Perché la Eja ha premiato la polizia italiana? «Perché da noi tutte le forze dell'ordine prestano grande attenzione alla protezione di una comunità colpita nel 1982 (con l'attentato alla sinagoga di Roma, ndr). Oggi esiste un rapporto stretto con le comunità ebraiche, che ci segnalano eventi potenzialmente pericolosi: questo coordinamento la differenza».
Qual è la situazione della sicurezza dopo due anni di pandemia? «Ci dobbiamo preparare alle riaperture già iniziate con serenità ed equilibrio. Io penso all'Italia come a una molla che è stata compressa e adesso si muove per tomare alla sua estensione: serve fare attenzione. Oggi occorre evitare infiltrazione della criminalità nei fondi che stanno arrivando. Sul fronte manifestazioni cerchiamo di contemperare il diritto a manifestare con il dovere di farlo in maniera pacifica. I fatti internazionali ci ricordano poi che esiste un rischio terrorismo: senza dubbio stiamo vivendo un periodo che non ha precedenti».
LIBERO: "I tedeschi promettono aiuto alla Polonia"
Mateusz Morawiecki
«Sigillare il confine polacco è il nostro interesse nazionale. Ma in gioco oggi è la stabilità e la sicurezza dell'intera Ue». Lo ha scritto su Twitter il primo ministro della Polonia Mateusz Morawiecki all'indomani del tentativo da parte di circa 4mila migranti mediorientali di entrare dalla Bielorussia in territorio polacco nei pressi di Kuznica, a pochi chilometri da Hrodna, in Russia Bianca. L'azione, organizzata lunedì dalle autorità di Minsk, ha provocato la reazione della Polonia, le cui autorità di sicurezza hanno concluso martedì mattina le operazione per sigillare il confine con la Bielorussia. Alcuni migranti hanno denunciato come le autorità bielorusse gli abbiamo sequestrato i telefoni e li abbiano spinti verso la frontiera e ora non possano né tomare indietro né entrare in Polonia, riporta Bbc. «Questo attacco ibrido del regime del presidente bielorusso Alexander Lukashenko è rivolto a tutti noi: ma non ci faremo intimidire e difenderemo la pace in Europa con i nostri partner della Nato e dell'Ue», ha aggiunto Morawiecki. Il regime di Minsk non è nuovo ad azioni "ibride" tese a destabilizzare l'Unione europea: uno strumento di pressione che Lukashenko utilizza in risposta alle sanzioni adottate dai 27 contro il suo governo la scorsa primavera.
LE MINACCE DI MINSK Rivolto nel pomeriggio al Sejm, il Parlamento polacco, Morawiecld ha puntato il dito contro Lukashenko ma anche contro il presidente russo Vladimir Putin, l'ultimo alleato dell'autocrate di Minsk sul continente. «Quest'ultimo attacco di Lukashenko, che ha dei mandanti a Mosca, mostra la determinazione di ricostruire l'impero russo, un progetto a cui dobbiamo opporci con tutte le nostre forze». Ai deputati, il premier ha poi ricordato le parole di Lech Kaczynski, l'ex presidente della Polonia (2005-2010), già fondatore del partito conservatore Diritto e Giustizia (NS) a cui appartiene anche Morawiecl: «Oggi la Georgia, domani l'Ucraina, e poi forse è il turno del mio Paese». I toni accesi di Varsavia non hanno impressionato Minsk «Sulla crisi dei migranti non ci inginocchieremo all'Ue», ha dichiarato Lukashenko al magazine russo Natsionalnaya Oboronà, salvo ammettere come forse il Cremlino preferirebbe evitare nuovi attriti con l'Occidente. «Sappiamo che se commettiamo qualche errore, la Russia sarà immediatamente coinvolta in questo vortice. Non sono un pazzo. Capisco perfettamente dove questo può portare». A conferma dell'intenzione di mantenere duro il livello dello scontro, martedì il ministero della Difesa di Minsk ha convocato l'addetto militare dell'ambasciata polacca per contestare la presunta infondatezza delle accuse di Varsavia sul coinvolgimento della Bielorussia nella crisi dei migranti al valico di Kuznica. Sul fronte opposto, lunedì l'Alleanza atlantica aveva richiamato la Bielomssia al rispetto del diritto internazionale. Ieri è stato il turno dell'Ue che, messo da parte per un giorno il profondo disaccordo con la Polonia sul funzionamento del sistema giudiziario polacco e sull'applicazione del diritto comunitario nel Paese, ha denunciato le pericolose manovre bielorusse.
LE LITI RIMANDATE L'uso dell'arma migratoria «è totalmente inaccettabile», ha affermato la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, in audizione al Parlamento europeo. Si tratta, ha aggiunto, «di un'aggressione da parte di un regime illegittimo disperato, capace di cose terribili e a cui non importa delle vite delle persone». Johansson ha poi proposto di fermare i voli verso Minsk per evitare che altri migranti, che la Bielorussia fa entrare nel Paese per poi usarli come arma di pressione contro Lituania e Polonia, finiscano in questa situazione. Johansson ha dunque smascherato il gioco della Bielorussia, le cui forze dell'ordine sono impegnate in operazioni di trasporto dei migranti sui confini e verso paesi che non hanno alcuna intenzione di accogliere stranieri. Più apertamente in favore della Polonia le dichiarazioni del ministro federale degli Interni della Germania, Horst Seehofer. In un'intervista alla Bild, l'esponente del partito conservatore ha esortato l'Unione europea a reagire e ad «aiutare il governo polacco» nella protezione dei confini esterni. «Tutti gli Stati dell'Ue devono stare uniti qui perché Lukashenko, con il sostegno del presidente russo Vladimir Putin, sta usando il destino delle persone per destabilizzare l'Occidente. La Polonia o la Germania non possono farcela da sole». L'offerta di aiuto da Berlino e Varsavia è concreta. Il ministro ha anche spiegato che «la Germania potrebbe inviare la polizia prontamente a sostegno della Polonia se Varsavia lo desidera».
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