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Mussolini e gli ebrei 10/11/2021

Quando il cadavere di Mussolini venne nascosto nell'armadio dei frati  Cappuccini - Cronaca
Benito Mussolini

Gentile redazione, Prima di parlare dell'argomento in oggetto tengo a fare una premessa. Sono nato nel 1946, quindi dopo il periodo fascista, per il quale non ho mai avuto nessun particolare entusiasmo.  Lo stesso dicasi per Mussolini, a cui addebito oltre la guerra, la enorme colpa delle odiose leggi antisemite del 1938. Ora parliamo della recensione di Gabutti.  Come dicevo non ho simpatia per Mussolini, ma mi piace dire la verità. Parlo in particolare di quello che scrive Gabutti in merito al rapporto di Mussolini con gli ebrei nel corso della guerra. Lui scrive che Mussolini ha alimentato i forni di Auschwitz.  Posso sbagliarmi o forse non sono al corrente, ma vorrei che lui mi dicesse quanti treni per Auschwitz sono partiti dall'Italia fino al 25 luglio del 1943.  Tengo a sottolineare che i treni pieni di ebrei chiusi in carri bestiame in quegli anni partivano da tutti I paesi sottomessi ai nazisti o controllati da nazisti. Per primi, Francia, Belgio e Olanda e paesi dell'est. L'unico paese che si oppose fu la Danimarca. Dall'Italia nemmeno uno.  Partirono dopo l'8 settembre del 1943, quando I tedeschi erano padroni assoluti dell'Italia. Ma andiamo all'estero e visto che Gabutti parla della Croazia vediamo cosa scrivono in proposito Poliakov e Sabille nel libro "Gli ebrei sotto l'occupazione italiana" pubblicato dalle Edizioni di Comunità in collaborazione con il Centro di Documentazione ebraica Contemporanea. Riporto parola per parola  "Verso la fine del 1942 gli ebrei francesi ebbero per la prima volta sentore del trattamento umano che le truppe italiane riservavano agli ebrei. Non abbiamo dubbi nel ritenere che l'opera di soccorso iniziata dai bassi ranghi fu tollerata e approvata dalle maggiori autorità. Alla fine del 1941 gli italiani occuparono l'intera fascia costiera per una profondità di 50 km. Da quel momento gli ebrei che si trovavano nella zona italiana VISSERO AL SICURO ED INDISTURBATI. Divenne una zona di rifugio per tutti coloro che si trovavano nella zona tedesca i quali fecero tutto il possibile per raggiungere la zona italiana e pochi riuscirono. Nell'estate del 1942 la colonia ebraica contava circa tremila persone, le quali godevano assoluta libertà sotto la protezione della bandiera italiana." Riporto l'estratto di una lettera che tre eminenti ebrei, Schlossemberger, Direttore della banca croata, Vranic, Professore all'Università di Zagabria e tre industriali, Herac, Lothe e Singer scrissero al Comandante della seconda armata italiana, a nome di 1161 ebrei internati a Porto Re: "Ci siamo messi a tempo debito sotto la protezione dell'esercito italiano italiano con assoluta fiducia nella nobiltà d'animo e nei sentimenti umani dei soldati italiani e del popolo italiano. Dopo le dichiarazioni fateci da Vostra eccellenza siamo convinti che la protezione a noi accordata è diventata più efficace con l'internamento in questo campo dove ci troviamo sotto l'immediata vigilanza dell'esercito italiano. Questi giorni lasceranno un ricordo indelebile nelle nostre anime e nei nostri cuori non si cancellerà mai l'eterna gratitudine verso l'esercito italiano."  I tedeschi non erano contenti del trattamento che gli italiani riservavano agli ebrei e Ribbentrop stesso ne parlò con Mussolini, il quale in un primo momento diede il permesso affinché gli ebrei della zona italiana fossero consegnati ai tedeschi. Però dopo un colloquio con il Generale Robotti cambiò idea e, da quanto risulta dal rapporto del Colonnello Vincenzo Carla in data 6.3 1945, disse "È vero, sono stato costretto a dare il consenso alla espulsione ,ma voi escogitate le scuse che volete in modo da non consegnare neppure un ebreo. Dite che non avete i mezzi per trasportarli e che via terra è impossibile.   Sua eccellenza Robotti era raggiante di questa decisione. Infatti, nessun ebreo internato nei nostri campi venne mai consegnato ai tedeschi." . Addirittura più di mille ebrei furono alloggiati in alcuni ottimi alberghi dell'alta Savoia ove poterono svolgere anche una certa vita sociale. Solo dopo l'8 settembre 1943, quando gli italiani se ne andarono, i tedeschi ebbero mano libera per fare una grande carneficina degli ebrei che si trovavano nella zona. Nessun treno quindi, da quanto mi risulta leggendo il libro suddetto, quello di Raul Gilbert, "la distruzione degli ebrei in Europa" e quello di Hanna Arendt "la banalità del male" ha trasportò ebrei dall'Italia, dalla Croazia o dalla Francia verso Auschwitz o altri lager nazisti. Per cui dire che Mussolini ha alimentato i forni di Auschwitz mi sembra sia una enorme distorsione della verità.  La verità alle volte potrà non piacere, ma bisogna saper accettarla. Saluti

Giangi Cattani

  Gentile Giangi, 
mi scuso se ho dovuto accorciare un po', per motivi di spazio,  la sua lunga lettera. Naturalmente la frase di Diego Gabutti era una metafora, non voleva certo dire che Mussolini fosse là a gettare ebrei nei forni ma, indubbiamente, la sua politica di alleanza con il nazismo ha fatto sì che gli ebrei italiani fossero razziati dalla soldataglia nazifascista e mandati a morire nei lager.  Lei parla dei fascisti come se fossero stati tanti bravi boy scouts che aiutavano gli ebrei ma non è stato così. Lei scrive che nel 1943 i nazisti divennero i padroni assoluti dell'Italia. Vero solo in parte, diciamo che erano sì i padroni ma avevano dei fedeli "aiutanti/servitori" nei fascisti di Mussolini.  Le do atto che vi furono alcuni fascisti che volevano salvare gli ebrei. Ricordo fra tutti Giorgio Perlasca, Giusto fra le Nazioni, di cui è famosa la lettera che scrisse al duce nel 1943 per ribellarsi alle deportazioni degli ebrei: "Duce, non dovrebbe succedere questo, non può succedere questo! Non dovremmo fare questo agli ebrei". Purtroppo, il cinico voltafaccia di Mussolini portò alle leggi razziste del 1938 e da quel momento tutto precipitò e incominciarono a partire i treni per Auschwitz da tutta Europa. Dal binario 21 di Milano partirono 23 treni diretti al campo di sterminio, di 774 persone tornarono a casa 27. Il 16 ottobre 1943 più di 1000 ebrei romani furono catturati dai soldati fascisti e nazisti, il 18 ottobre furono caricati sui treni alla stazione Tiburtina verso i campi di sterminio e tornarono a casa, a fine guerra, in 16. Nessun bambino. Su 8000 arresti di ebrei in Italia la metà fu per mano fascista e tutto questo è documentabile ( Simon Levis Sullam, storico:" I carnefici italiani, scene dal genocidio degli ebrei"), vi furono i Giusti anche tra i fascisti ma vi furono anche i carnefici, che Mussolini in testa, contribuirono allo sterminio degli ebrei pianificato dalla Germania nazista. Lei scrive :" Per cui dire che Mussolini ha alimentato i forni di Auschwitz mi sembra sia una enorme distorsione della verità." Ma non è esatto, Mussolini è direttamente responsabile del genocidio del popolo ebraico esattamente come se li avesse portati anche lui, insieme ad altri vigliacchi europei alleatisi con Hitler, davanti alle bocche infuocate di quei forni. Cordialmente    

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