La disinformazione di Giordano Stabile raggiunge quella del padre Alberto Un articolo che demonizza Israele sulla Stampa
Testata: La Stampa Data: 28 ottobre 2021 Pagina: 22 Autore: Giordano Stabile Titolo: «Israele, oltraggio ai palestinesi»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/10/2021, a pag.22, con il titolo "Israele, oltraggio ai palestinesi", il commento di Giordano Stabile.
Quanto a disinformazione, l'articolo peggiore oggi contro Israele è quello di Giordano Stabile sulla Stampa, il titolo è degno del Manifesto, ma il testo dell'articolo non è da meno. L'odio contro lo Stato ebraico di Giordano Stabile raggiunge i livelli di quello del padre Alberto, per tanti anni responsabile di demonizzazione di Israele sui quotidiani italiani.
Ecco l'articolo:
Giordano Stabile
Il cimitero di Al-Yusufiyah
Una madre, vestita di nero, con il fazzoletto in testa, il volto pallido, accasciata sulla tomba del figlio, piange e si aggrappa al marmo, soldati e agenti israeliani cercano di portarla via, la tirano e sollevano di peso. La figlia cerca di convincerla, ma la mano attaccata alla lapide attinge a una forza disperata, non si vuole separare. Finché alla fine cede. Le ruspe sono già pronte a proseguire il lavoro. Divelgono le sepolture e proseguono con la costruzione di un «percorso e parco biblico» alle porte di Gerusalemme Est. Soltanto che una parte dei nuovi spazi è sul terreno dell'antico cimitero Al-Yusufiyah, vicino alle mura orientali della Città Vecchia. I marmi bianchi con le scritte in nero sono sparpagliati fra i pini, sul terreno che sale dolcemente verso la cima di una collina. Scene così, riprese dai telefoni e messe in Rete dagli attivisti palestinesi, si ripetono quasi ogni giorno da settimane. «Ci sbattono II governo ha definito sei Ong organizzazioni terroristiche fuori dalle nostre case, e adesso vogliono portaci via persino i nostri morti», è il grido di rabbia degli abitanti arabi della Città Santa. Dopo la battaglia contro gli espropri nel quartiere di Sheikh Jarrah, finita con una corte israeliana che ha dato parzialmente ragione ai palestinesi, lo scontro a Gerusalemme si è spostato su questa nuova frontiera.
La forza fisica si mescola ai cavilli legali. Il cimitero di Al-Yusufiyah, sarebbe «informale», non regolato da confini precisi. Per il presidente del Comitato per la preservazione dei cimiteri islamici a Gerusalemme, Mustafa Abu Zahra, è invece «uno dei più antichi siti di sepoltura musulmani» in città. Ce ne sono di musulmani e di ebraici, tutto attorno alle antiche mura, sulle colline antistanti come il Monte degli Olivi, perché all'interno era vietato seppellire i morti. Ogni pietra racconta una storia e la Storia, e la municipalità di Gerusalemme ha deciso di creare un «sentiero-parco biblico» che attraversa gli spazi verdi. Un modo per migliorare la qualità della vita degli abitanti ma con effetti politici molto pesanti. L'intera città è stata annessa a Israele nel 1980 e da allora le autorità cercano di integrare la parte Ovest con in nuovi insediamenti a Est. Per i palestinesi, però, significa semplicemente la fine dei loro sogni di creare uno Stato indipendente in Cisgiordania. I segnali sono pessimi. Da una parte i palestinesi, delusi dall'Autorità guidata dall'ottuagenario Abu Mazen, tendono a radicalizzarsi, Hamas prende piede. Dall'altra il governo di Naftali Bennett, come quello di Benjamin Netanyahu, vuole espandere insediamenti e presenza israeliana oltre la Linea del 1967, e ha annunciato la costruzione di 3300 nuove abitazioni a Gerusalemme Est e in Cisgiordania, oltre a un progetto per quadruplicare il numero di israeliani nel Golan occupato nel 1967 e annesso nel 1981. Bennett vuole aggiungere altri 400 mila abitanti ai 700 mila che vivono già nei Territori contesi. L'opposizione palestinese ha cambiato in parte strategia. Utilizza molto i social media, come si è visto a Sheikh Jarrah, dove sono emerse su «star di Twitter, i gemelli ventenni Mohammed e Maryam El-Kurd. Le Ong hanno moltiplicato i ricorsi legali e il ministro della Difesa Benny Gantz ha emesso un ordine militare per definirle «organizzazioni terroristiche». Sei sono finite nella lista, compresa la storica Al-Haq, che ha fornito molti quadri anche alle agenzie dell'Onu, e il Bisan Center for Research and Development, molto attivi nel denunciare e ostacolare gli espropri di terreni e proprietà palestinesi. Israele le accusa di essere i finanziatori occulti del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, un movimento politico di estrema sinistra, famigerato per gli attacchi terroristici negli anni Settanta e Ottanta. La decisione è stata condannata da Onu, Stati Uniti e Paesi europei, che spesso collaborano con queste organizzazione in progetti «di cooperazione allo sviluppo e di assistenza umanitaria», come ha precisato anche la Farnesina. Il segretario di Stato Antony Blinken è poi intervenuto, ieri, sull'espansione degli insediamenti, che «mette in pericolo la prospettiva di una soluzione a due Stati». Una prospettiva che ormai sembra un miraggio.
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