La biblioteca dove l'uomo si fa libro Commento di Elena Loewenthal
Testata: La Stampa Data: 27 ottobre 2021 Pagina: 21 Autore: Elena Loewenthal Titolo: «La biblioteca dove l'uomo si fa libro»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/10/2021, a pag.21, con il titolo "Il no al fascismo di Giorgia Meloni" il commento di Elena Loewenthal.
Elena Loewenthal
Che cosa c'è di più umano, persino di troppo umano - per dirla filosoficamente - di una biblioteca? Di un luogo dove si conservano le parole scritte, ovunque esso sia? Forse, da oggi c'è la "Human Library", in Danimarca: un luogo, anzi tanti nel Paese, dove l'umano diventa libro e viceversa in una straordinaria compresenza, in un incontro davvero inedito. Da oggi, infatti, chiunque potrà entrare in uno dei tanti luoghi di queste rete - librerie, musei, scuole, festival ed eventi - e prendere in prestito per trenta minuti una storia, cioè una persona che racconta la propria. Ci sarà una sorta di menù con narrazioni per tutti i gusti, e la storia si farà nella parola di chi racconta e nell'ascolto di chi ha chiesto di sapere: nel dire e nell'imparare. Che cosa c'è di più umano di un libro? Da Adamo in poi, il privilegio e la vocazione di tutti noi che siamo venuti dopo è né più né meno della parola: ciò che ci distingue dagli altri animali, ci forma, ci dà vita. La lingua non è soltanto un meraviglioso strumento di comunicazione: è prima ancora l'ossatura di cui sono fatti il nostro cervello, il nostro pensiero e le nostre emozioni. Che ci vuole, dunque, a trasformare in un libro una persona che racconta la propria storia, magari travagliata e difficile da accettare, e in un lettore chi ascolta, magari con curiosità, magari con diffidenza, magari con la gioia di scoprire leggendo - anzi ascoltando - qualcosa di sé che prima non sapeva? Questa idea della "Human Library Organisation", società non profit che desidera con ciò offrire uno spazio e un tempo per il dialogo, di ragionare sulla diversità e sul disagio sociale al di là d'ogni giudizio, è al tempo stesso meravigliosamente geniale e scontata. Perché che ci vuole a trasformare una vita in un racconto, una persona in un libro aperto? Niente, in fondo, perché questa è proprio la pasta di cui tutti siamo fatti. Ma ci vogliono anche tanta fantasia e tanta fiducia nel prossimo, perché trasformare una vita in un libro aperto, in pagine da ascoltare, è un atto di coraggio verso l'umana capacità di mettersi nei panni degli altri, di provare a riconoscersi in storie che non sono la nostra. Amos Oz, un grande scrittore che sarebbe oggi entusiasta di questo progetto perché il sogno di ogni grande scrittore è quello di ascoltare storie altrui per metterle in pagina, diceva sempre che ogni libro sono tre: il primo è quello che lo scrittore compone, il secondo è quello che avrebbe voluto scrivere (ma ne è uscito uno diverso), il terzo è quello che ogni lettore del mondo trova a modo suo, pagina dopo pagina. Con il progetto danese, questi tre libri si moltiplicano all'infinito proprio come nella biblioteca impossibile di Jorge Louis Borgés, dove tutto è già stato scritto e basta cercarlo.
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