In spiaggia in Arabia Saudita con il bikini Commento di Anna Mahjar-Barducci
Testata:La Ragione Autore: Anna Mahjar-Barducci Titolo: «Bikini nelle spiagge private e non abiti tradizionali»
Riprendiamo dalla RAGIONE di oggi, 23/10/2021, a pag. 5, l'analisi di Anna Mahjar-Barducci dal titolo "Bikini nelle spiagge private e non abiti tradizionali".
Anna Mahjar-Barducci
Gerusalemme — I sauditi hanno perso la loro amata Beirut. Ormai la capitale libanese non è più la Parigi del Medio Oriente. Hezbollah ha infatti portato il Libano verso la violenza, il caos politico e una delle peggiori crisi economiche delle ultime decadi. Sembrano pertanto essere lontani i tempi in cui i ricchi sceicchi sauditi, per fuggire momentaneamente dai diktat religiosi del regno wahabita, andavano anche solo per un week-end a Beirut per respirare la libertà e trovare il divertimento nella movida notturna della città `del piacere e dell'amore'. Recentemente, il Ministero degli Affari esteri saudita ha anche richiesto ai propri cittadini di non viaggiare in Libano per questioni di sicurezza. In molti si sono pertanto chiesti quale capitale sostituirà Beirut. Gli israeliani vorrebbero candidare Tel Aviv a diventare la nuova Parigi del Medio Oriente, ma per adesso, fra i Paesi del Golfo, sono solo gli Emirati Arabi e il Bahrain ad aver accettato la normalizzazione dei rapporti con lo Stato ebraico. I ricchi sauditi pertanto — soprattutto in questo periodo di restrizioni Covid, che non permette loro nemmeno di viaggiare liberamente in Europa o negli Stati Uniti — stanno costruendo le loro oasi di libertà proprio in Arabia Saudita. A Jeddah, sul Mar Rosso, sono nate delle spiagge private, come la "Pure Beach", dove ragazzi e ragazze insieme (cosa impensabile fino a qualche anno fa) possono trascorrere una normale giornata al mare, pagando un minimo di 80 dollari a persona. Il fatto più sorprendente però è che le ragazze possono scoprirsi e indossare il costume da bagno (persino il bikini!). Nel sito, lo stabilimento "Pure Beach" scrive chiaramente fra le proprie regole: «Codice di abbigliamento: solo abbigliamento da spiaggia», aggiungendo che è «severamente vietato» fare il bagno in mare con l'abaya (indumento femminile lungo e nero utilizzato nei Paesi del Golfo). Un'altra spiaggia privata a Jeddah è "Boho The Beach", frequentata anche dalla bellissima influencer saudita Danah Garii, che su YouTube mostra una sua giornata al mare, vestita con un bikini verde chiaro all'ultima moda. Nel video Danah racconta che, mentre in passato era costretta a viaggiare all'estero per andare a ballare in una discoteca, adesso famosi dj occidentali sono pagati dagli stabilimenti privati per intrattenere i giovani sauditi nei party in spiaggia della nuova movida locale. Gli stabilimenti sono dei veri e propri villaggi sul Mar Rosso, al cui interno si trovano eleganti, moderni e lussuosi ristoranti con menù stellati e una scelta anche vegetariana nonché piscine, spa, aree relax con giardino, palestre, lounge con bar, villette da affittare con un minimo di tre camere da letto e porticcioli per gli yacht privati. Fuori dalle mura delle spiagge private, la realtà è ben diversa. La domanda di libertà in tutto il Paese però è sempre più crescente e l'Arabia Saudita sta pian piano cambiando. La presenza di queste stesse spiagge, seppur private, ne è un esempio. Mercoledì sera, inoltre, più di 250mila persone hanno partecipato a Riad al concerto del cantante americano di origine cubana Pitbull (che ultimamente aveva fatto parlare di sé per le sue posizioni contro la dittatura cubana), ballando al ritmo di musica pop e reggaeton. Alcuni ragazzi sauditi hanno commentato su Twitter: «Mentre i talebani proibiscono la musica, noi facciamo i concerti». Dopo Beirut, la nuova Parigi del Medio Oriente potrebbe pertanto rinascere nei prossimi anni proprio in Arabia Saudita.