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Domani - Il Giornale Rassegna Stampa
22.10.2021 Alessandro Barbero contro le donne: ricordiamo quando cancellò la storia di Israele
Commento di Stefano Feltri, la disinformazione di Luigi Mascheroni

Testata:Domani - Il Giornale
Autore: Stefano Feltri
Titolo: «Le donne sono discriminate per colpa di chi la pensa come Barbero - Barbero, da prof ad asino in un post»
Riprendiamo da DOMANI di oggi, 22/10/2021, a pag. 4, l'editoriale di Stefano Feltri dal titolo "Le donne sono discriminate per colpa di chi la pensa come Barbero" dal GIORNALE, a pag. 17, con il titolo "Barbero, da prof ad asino in un post", il commento di Luigi Mascheroni.

Alessandro Barbero non è nuovo a uscite come quella recente contro le donne, basti pensare alle sue dichiarazioni sull'antica civiltà di Israele, che a detta dello storico non sarebbe mai esistita in quanto tale (IC ne ha discusso alla pagina https://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=82661).

Tra gli storici italiani Alessandro Barbero è tuttavia uno dei più famosi, lo pubblicano editori importanti, Laterza, Einaudi, Rizzoli, Sellerio, Mondadori, con vistose pubblicità a piena pagina, ha vinto molti premi, è presente sui supplementi culturali più diffusi, è spesso presente su Rai Storia, su You Tube è diventato una star, eppure… raramente abbiamo sentito raccontare menzogne in serie come fa lui. Eppure sul Giornale Luigi Mascheroni lo difende. Ottimo e preciso invece l'editoriale di Stefano Feltri., direttore di Domani
Ecco gli articoli:


Alessandro Barbero

DOMANI - Stefano Feltri: "Le donne sono discriminate per colpa di chi la pensa come Barbero"

Stefano Feltri - Wikipedia
Stefano Feltri

Dopo aver sottoscritto un appello contro il green pass che evocava paragoni con la Shoah, il noto storico Alessandro Barbero ha perso un'altra ottima occasione per stare zitto. O forse no, forse la sua intervista alla Stampa è preziosa perché rivelatrice di quanto dannosi possono essere i pregiudizi di una persona che può influenzare le opinioni di milioni di altre. Barbero presenta una sua serie di lezioni dedicate a donne che hanno avuto '71 coraggio di rompere le regole". Facile avere una buona opinione delle donne che hanno avuto successo. Delle altre Barbero pensa che siano, come dire, inferiori: «Ci sono donne chirurgo, altre ingegnere e via citando, ma a livello generale, siamo lontani da un'effettiva parità in campo professionale. Rischio di dire una cosa impopolare, lo so, ma vale la pena chiedersi se non ci siano differenze strutturali fra uomo e donna che rendono a quest'ultima più difficile avere successo in certi campi». Se lo sono chiesto in tanti, da decenni, ma Barbero era fermo a Cleopatra e Dante e non se n'è accorto. la risposta non gli piacerà: se ci sono poche dorme ingegnere o generali, la colpa è di quelli come lui, degli uomini con un potere e soprattutto degli educatori, non del Dna, di Dio, o della conformazione del cervello. Barbero dice che le donne mancano di «aggressività, spavalderia e sicurezza di sé» e dunque non riescono ad affermarsi Ma allora la domanda diventa perché ne sono prive? Perché le donne nascono con un carattere più sottomesso determinato dai geni? O c'è qualche fattore esterno che, al di là di meriti e talenti individuali, le spinge a questa rassegnazione? Cè moltissima letteratura economica che prova a rispondere a questa domanda. Prendiamo uno studio di Victor Lavy (Warwick) e Edith Sand (Tel Aviv University) su Israele gli studenti israeliani vengono valutati sia dai professori in dasse sia in vari test nazionali, nel primo caso il docente conosce il sesso dello studente, nei test anonimi conta solo il punteggio. La differenza tra questi due voti è la misura del pregiudizio di genere: se le donne ottengono voti e riscontri più bassi in dasse che nei test standard, allora c'è qualcosa che non va nei professori. Con conseguenze disastrose bastano i pregiudizi di un insegnante per influire sull'intera carriera di una bambina, soprattutto se proviene da una famiglia priva degli anticorpi culturali necessari per contrastare il giudizio superficiale di un cattivo professore. L'ingiusta penalizzazione che le bambine israeliane ricevono nella valutazione delle loro capacità matematiche panda sono alle elementari, rispetto ai bambini maschi, incide su tutto il loro percorso educativo e lavorativo. Le spinge a iscriversi meno dei ragazzi a corsi di laurea scientifici e quindi a non competere per posizioni che implicano stipendio più alto e riconoscimento sodale. il pregiudizio dei professori, insomma, le indirizza a fare le maestre o altri lavori considerati "da donne" da chi condivide gli schemi mentali di Barbero. Lo storico con milioni di visualizzazioni su YouTube dice che la situazione di persistente sistemica di cui sono vittime le donne non è un grande problema, passerà col tempo, «basterà allevare qualche generazione di giovani consapevoli e la situazione cambierà» (notare il verbo: “allevare”). Forse quando non saranno più persone con i suoi pregiudizi e una simile visione ristretta delle dinamiche di genere a formare l'opinione pubblica in materia, allora le cose potranno un po' migliorare. E le donne non verranno più educate a crescere con un senso del limite fissato dall'altro sesso che vuole accaparrarsi tutte le opportunità migliori, per poi presentare la prevaricazione come superiorità.

IL GIORNALE - Luigi Mascheroni: "Barbero, da prof ad asino in un post"

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Luigi Mascheroni

Dura, durissima la vita dell'intellettuale. Basta un niente e da maître à penser precipiti alla categoria, senza appello, di «cretino». Guarda cosa è successo a Massimo Cacciari, uno che peraltro legge Heidegger in lingua, o a Giorgio Agamben... Hanno dubbi sul Green pass? Anche un Gramellini qualsiasi o una studentessa fuori corso può irriderli. Del resto basta pensare al caso Carlo Freccero. Per trent'anni ci hanno detto che era un genio, un guru, il migliore di tutti, mago assoluto della comunicazione, il filosofo della televisione, uno dal quale si può solo imparare quando parla di giornalismo. Poi è bastato manifestasse una perplessità su come è stata gestita l'informazione sul Covid, ed è diventato un cialtrone, un vecchio rimbambito da invitare nei talk show nella parte dello zio scemo. E ora tocca ad Alessandro Barbero, fino a ieri il più grande comunicatore - sbarra - divulgatore del Paese, il «prof» che tutti gli studenti vorrebbero avere, il nipote intelligente di Piero Angela, un campione della scuola, salvatore dei nostri figli che studiano sui suoi podcast. Poi ha inopinatamente ventilato un leggerissimo dubbio sull'imposizione del Green pass in Università, ed è scivolato dall'Empireo degli intellettuali al Purgatorio: «Vade retro, Barbero!», «Ma cosa sta dicendo!?». «Scandalo!». «Una persona così a modo...». «Da lui non ce lo saremmo mai aspettato». «Si è rimbecillito!». «Peggio: è diventato di destra...». Neanche il tempo di tornare da trionfatore dal Salone del Libro di Torino, seguitissimo e applauditissimo dal pubblico, ed è precipitato all'Inferno. Ieri, sulla Stampa, ha rilasciato un'intervista in cui, provando a spiegare il perché le donne restano più indietro degli uomini nella corsa al potere e nel fare carriera, si domandava se non fosse possibile che, in media, «le donne manchino di quella aggressività, spavalderia e sicurezza di sé che aiutano ad affermarsi?». «Vale la pena di chiedersi se non ci siano differenze strutturali fra uomo e donna che rendono a quest'ultima più difficile avere successo in certi campi». Oh my God! Non serve leggere tutto l'articolo, è sufficiente un post sui social con la frase incriminata per scatenare l'indignazione digitale e le peggiori accuse di sessismo. Conseguenze: linciaggio mediatico (!), richiesta di pubbliche scuse (!!), ingiunzione alla Rai di sospendere immediatamente ogni collaborazione con il colpevole (!!!). Peccato. Era il migliore, l'intellettuale più amato dall'intellighenzia, un modello di democrazia e progressismo. Poi ha buttato II due opinioni, ma di quelle fuori dal mainstream, che non piacciono soprattutto a Sinistra - area peraltro dove il fascismo culturale abbonda - ed eccolo lì, il «prof» Barbero. Cacciato nell'angolo dei ripetenti. Che vergogna (e non sappiamo se più per lui o per gli altri).

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