Israele ricomincia dalla musica con il festival InDnegev Cronaca di Filippo Merli
Testata: Italia Oggi Data: 21 ottobre 2021 Pagina: 17 Autore: Filippo Merli Titolo: «Israele ricomincia dalla musica»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 21/10/2021, a pag.17, con il titolo "Israele ricomincia dalla musica", il commento di Filippo Merli.
In Israele il suono della ripartenza è una melodia indie suonata sul palco dell'InDnegev, festival musicale all'aperto che dal 2007 si tiene sulla sabbia di Mitzpe Gvulot, a sud di Tel Aviv. Chitarre elettriche nel deserto. Lo scorso anno la kermesse era stata annullata a causa della pandemia, ma nello scorso fine settimana, da giovedì 14 a sabato 16 ottobre, migliaia di giovani si sono ritrovati per l'edizione 2021, tra balli e mani al cielo per urlare contro il Covid-19. Israele è ritenuto un modello nel contrasto all'emergenza sanitaria. Ed è stato il primo Paese al mondo ad avviare la campagna di vaccinazione per la terza dose su larga scala. Il 14 ottobre, per la prima volta da luglio, nello Stato mediorientale non si so- no registrati decessi legati al coronavirus. Mentre il premier israeliano Naftali Bennett, seppur con cautela, parlava di variante Delta ormai sconfitta, un centinaio di gruppi musicali indipendenti si ritrovava nel deserto del Negev. La tre giorni di musica dal vivo si è svolta tra due palchi. E con diversi generi: dal blues al rock, dalla techno al folk, sino all'indie, il vero protagonista del festival. I fan si sono accampati accanto alle strutture, hanno condiviso cibo tipico, hanno giocato a frisbee e a calcio. Gli amanti della musica elettronica si sono radunati in un grande gazebo in tessuto con un dj che ha suonato senza sosta. La 15° edizione dell'evento è coinciso col primo concerto dopo il rinvio del 2020. Vale la pena di ricordare gli inizi. «Eravamo tutti studenti universitari post esercito che volevano riunirsi e creare qualcosa», ha raccontato Ben David, un membro dell'organizzazione sin dalla prima edizione. «Erano i tempi della nuova era di Facebook, grande piattaforma per raggiungere le persone. La domanda è cresciuta ogni anno e il festival è diventato quel che è oggi».
Lo scorso weekend, però, la kermesse musicale nel deserto del Negev ha assunto un significato ancor più importante. Sia per i giovani presenti, sia per gli artisti che si sono esibiti, in particolare quelli israeliani. «Sembrava di essere tornati a casa», ha ripetuto David al Jerusalem Post. «Il festival è un organismo vivente. È iniziato piccolo e spontaneo e oggi è un grande evento, che conserva negli anni il suo spirito giovane e fresco». Per pubblico e band l'InDnegev del 2021 ha rappresentato un segnale di ripresa. C'è l'economia. C'è l'industria. C'è il commercio. E c'è la musica. «Vedere tanti artisti israeliani in un unico posto è molto eccitante», ha spiegato Eden Atad, cantante e chitarrista dei No Point Baby, band post punk di Tel Aviv che quest'anno si è esibita per la prima volta nel deserto. «L'InDnegev crea un senso di comunità più grande perla scena musicale, molto più di quel che proviamo quotidianamente». «È così speciale far parte di questa comunità di persone che insistono nel creare qualcosa che sia più grande di loro», ha detto Ael Copeland, cantante e compositore dei Borito, un gruppo indie pop israeliano. «E davvero incredibile, specialmente quest'anno, dato che nessuno era davvero sicuro che il festival si sarebbe svolto».
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