Jewish Lives Matter, il nuovo libro di Fiamma Nirenstein Recensione di Furio Colombo
Testata: Il Fatto Quotidiano Data: 18 ottobre 2021 Pagina: 16 Autore: Furio Colombo Titolo: «Jewish Lives Matter. L'odio infinito per i giudei e la fiamma nazionalista del candidato Michetti»
Riprendiamo dal FATTO quotidiano di oggi, 18/10/2021, a pag.16, con il titolo "Jewish Lives Matter. L'odio infinito per i giudei e la fiamma nazionalista del candidato Michetti", il commento di Furio Colombo.
Furio Colombo
Fiamma Nirenstein, Jewish Lives Matter. Diritti umani e antisemitismo, Giuntina 2021, pp. 128, 10,00 euro, eBook 6,99 euro.
Fiamma Nirenstein
Quest'ultimo libro di Fiamma Nirenstein, breve e carico di dati, fatti, notizie, energia, si intitola Jewish Lives Matter (Editore Giuntina). Prende lo spunto dal movimento nero americano, che si è prontamente formato e opposto agli attacchi del suprematismo bianco quando Trump era, nello stesso tempo, presidente degli USA e ispiratore dei suprematisti.
USARE QUEL TITOLO è stata un'idea efficace dell'autrice per mettere subito in chiaro che nulla è finito, e che la grande campagna antisemita che ha lasciato il mondo pieno di spaventose cicatrici, si è spostata nel sistematico antagonismo contro Israele, sempre visto come prima causa di ogni male in quell'area del mondo. Nirenstein a momenti potrebbe sembrare come la portatrice di una appassionata difesa dello Stato di Ben Gurion, dunque allo stesso tempo nobile e discutibile. Ma giorni fa Il Manifesto ha pubblicato questa riflessione del candidato sindaco di Roma, Michetti, della destra italiana (Fratelli d'Italia): "Se si dedica tanto tempo al ricordo della Shoah, perché non alle Foibe?" (19 febbraio 2020). E si era dato come risposta che non è il confronto fra il dolore, l'orrore, le dimensioni, la durata, la motivazione del delitto Shoah a fare la differenza fra i due eventi, ma la potenza economica degli ebrei e la forza delle loro lobby, capaci di imporre ciò che vogliono al mondo. C'è stata reazione politica, e morale, in Italia, e una goffa, infantile ritrattazione, tipo "l'ho detto ma non volevo dirlo". Ma l'evento, così recente e così efficace nella vita pubblica italiana, dimostra che lo slancio e la passione di Fiamma Nirenstein nell'affrontare ancora e ancora la ragione della esistenza dello Stato di Israele e della sua difesa, non sono solo passione per una convinzione culturale e una visione della storia ai nostri giorni. Qui siamo di fronte all'impegno di ripetere con chiarezza che esiste un post-antisemitismo che, allo stesso tempo, ripete e ricicla i cliché di un passato lontano e di un passato recente; ma è anche attivo nel posizionare pietre di inciampo a rovescio. Lo scopo è intercettare e respingere l'idea di un ebraismo fraterno per tentare (vedi gli eventi in Polonia) di tenere ben visibile (e attiva e malefica) una frontiera di nazionalismi, patriottismi e cristianesimo.
PER MOLTO TEMPO varie sinistre, compresa un segmento italiano, hanno funzionato da consolato palestinese, per la parte combattente e di guerra di quel popolo. Poi la destra ha visto il mercato (passare per difensori degli ebrei) senza mai respingere e sconfessare i regimi ispiratori delle leggi razziste. Il libro di Fiamma Nirenstein, intelligentemente ispirato al nome del movimento anti sovranista, è arrivato come il flash di un bengala nel buio di discussioni confuse. E fa chiarezza.
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