IC7 - Il commento di Astrit Sukni
Dall'11 al 16 ottobre 2021
Il BDS che arriva dall'Irlanda
Sally Rooney
Il BDS torna a farsi sentire questa volta per tramite della cultura, con un boicottaggio letterario nei confronti dello Stato ebraico. A farlo la scrittrice irlandese Sally Rooney che ha deciso di non fare tradurre il suo ultimo romanzo in ebraico. La scrittrice è molto conosciuta nel mondo anglosassone anche se personalmente non avevo mai sentito il suo nome. Lei è irlandese e si sa che gli irlandesi sono spesso molto antisemiti e promuovono da sempre il movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni). Sono 1250 tra artisti, cantanti, scrittori e compositori irlandesi che aderito al movimento BDS firmando un documento dove dichiarano di non accettare nessun tipo di finanziamento da parte di istituzioni o enti che hanno a che fare con Israele. Questo, dicono, fino a quando Israele non si adeguerà al diritto internazionale e ai principi universali dei diritti umani. È chiaro che gli ‘Irish Artists’ sono mossi da un sentimento anti-israeliano in chiave antisemita perché chiedere ad un paese democratico come Israele di conformarsi al diritto internazionale è solo un ridicolo pretesto.
Gli ‘Irish Artists’ sono solo una parte del movimento BDS: nel 2019 fu la volta del parlamento irlandese a promuovere il movimento BDS. L’Irlanda così è stato il primo paese EU a promuovere un movimento antisemita. Sally Rooney sarà dunque una delle 1250 firme a favore del boicottaggio di Israele, una di quelle che usano sempre due pesi e due misure nei confronti di Israele. Non abbiamo ancora assistito ad un movimento di artisti irlandesi o occidentali in genere che organizzano una raccolta firme per il boicottaggio culturale di paesi come la Turchia, la Cina, l’Iran, la Russia. Paesi dove i diritti umani e la censura sono davvero all’ordine del giorno nei confronti di artisti e oppositori dei regimi. L’ipocrisia di questi artisti è tangibile perché è molto più facile attaccare un paese democratico come lo Stato ebraico che dittature come Cina, Russia e Iran. Per fortuna ci sono paesi come il Marocco che sabato ha firmato accordi bilaterali con Israele per la collaborazione nei campi di cultura, sport e aviazione. Alcuni paesi arabi hanno ormai capito che il problema non è Israele e hanno ben chiaro che nutrire odio contro Israele non porta loro nessun beneficio. I palestinesi e i loro amici occidentali invece non lo hanno capito perché mossi da un sentimento antiebraico. Sono antisemiti e come scusa usano ancora una volta il finto amore per il popolo palestinese.
Astrit Sukni - IC redazione