Riprendiamo dalla REPUBBLICA - Milano di oggi, 17/10/2021, a pag. 3, con il titolo "Dopo gli insulti solidarietà unanime a Liliana Segre", l'articolo a firma Z.D.; da LIBERO, a pag. 4, l'articolo di Alberto Busacca dal titolo "Insulti alla Segre da un No vax antifascista".
LA REPUBBLICA: "Dopo gli insulti solidarietà unanime a Liliana Segre"
Liliana Segre
Partigiani e politici fanno quadrato attorno a Liliana Segre, dopo gli insulti di un leader No Vax a Bologna, nell'indifferenza della piazza. Agli attacchi alla senatrice a vita, definita da Gian Marco Capitani, uno dei portavoce del movimento No Green Pass, «Una donna vergognosa che dovrebbe sparire», risponde Marco Steiner, presidente del comitato Pietre d'Inciampo: «La nostra presidente onoraria, senatrice Liliana Segre, offesa in modo vergognoso da un personaggio che non conosciamo, ma del quale sono evidenti le origini, ha subito la reale privazione della libertà personale oltre alle torture fisiche e psichiche del regime nazi-fascista. La figura di Liliana Segre ci rappresenta tutti, tutti coloro che, oggi come ieri, conoscono ciò che è la vera democrazia ed a lei si affiancano riconoscenti». Il deputato milanese del Pd, Emanuele Fiano, figlio di Nedo Fianco, altro testimone della Shoah scomparso l'anno scorso, chiede «che intervenga la magistratura, queste espressioni minacciose sono un insulto a tutti noi. Chiunque ha responsabilità politiche e istituzionali in questo Paese, ad ogni livello, dovrebbe condannare queste parole ed isolare costoro dal consesso civile senza mai offrire la benché minima sponda. Il dissenso è il sale della democrazia, la violenza verbale è l'inizio della sua fine». «Solidarietà all'instancabile testimone della Shoah» arriva anche da Roberto Cenati, presidente dell'Anpi provinciale di Milano e dall'Aned, l'associazione dei deportati. E Matteo Forte, direttore del teatro Lirico, la invita a «un grande evento che coinvolga i giovani delle scuole per far comprendere, ancora una volta, il valore della libertà e l'importanza della democrazia».
LIBERO - Alberto Busacca: "Insulti alla Segre da un No vax antifascista"
Gian Marco Capitani
E alla fine, dal palco di una manifestazione contro il Green pass, sono arrivati pure gli insulti a Liliana Segre. Ad attaccare la senatrice a vita, a Bologna, è stato Gian Marco Capitani, del movimento "Primum non nocere". E «una donna vergognosa», ha urlato Capitani al microfono, «che ha un se; o che non dovrebbe avere». E infine: «la Segre dovrebbe sparire». Ovviamente alla senatrice è arrivata subito la solidarietà di sinistra e destra. Ma qualcuno si è spinto un po' più in là, evocando il solito pericolo fascista. «Le parole pronunciate contro Liliana Segre sono vergognose», ha scritto sulla sua pagina Facebook il neo-sindaco di Bologna, Matteo Lepore, «e rivelano ancora una volta il filo nero che attraversa molte di queste manifestazioni. Le istituzioni devono prendere posizione contro ogni forma di fascismo». «Attacchi vergognosi alla Segre», ha ribadito anche il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. Aggiungendo: «Si proceda immediatamente allo scioglimento delle associazioni neofasciste e neonaziste. Tutto l'arco parlamentare sia unito». Cosa c'è che non va in queste doverose parole di solidarietà? Bé, semplicemente sembra proprio che a sinistra non abbiano compreso la "matrice" di questo attacco, cioè che non abbiano capito (o abbiano preferito non dire) chi è stato ad insultare la Segre... Gian Marco Capitani, infatti, sembra essere tutto tranne che fascista. Sulla pagina Facebook di "Primum non nocere", ad esempio, si vede una sua fotografia di fianco allo slogan "El pueblo unido jamás será vencido". E sulle magliette del movimento compare la scritta "Libertà è partecipazione". Non solo. Capitani era addirittura in piazza lo scorso 25 aprile. E arringava la folla: «Non importa se nel tuo albero genealogico ci sono nomi di noti partigiani. Bonaccini nel 2016 ha firmato una legge che escludeva dall'asilo nido bambini sani. Una legge nazifascista». E ancora: «Un nazista è tale anche se indossa la camicia rossa. Sono le azioni che compi che ti qualificano come fascista, non i colori dietro i quali ti nascondi». Insomma, ad attaccare la Segre è stato un antifascista no vax Ma questo, per i compagni, è meglio non dirlo...
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