Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/10/2021, a pag. 25, con il titolo "L'odioso silenzio contro Israele", il commento di Renato Farina.
Renato Farina
Sally Rooney
Italia, che Paese ipocrita. Ieri Sally Rooney, irlandese, 30 anni, la scrittrice più potente del mondo, per capacità attrattiva e influsso sulle giovani generazioni, ha lanciato un segnale di antisemitismo agghiacciante. Quel che è accaduto è noto, ma è scivolato via quasi come una banale opinione sul triste destino delle foglie che in questo autunno non si decidono a diventare gialle. L'enfant prodige della letteratura à la page ha infatti vietato la traduzione in ebraico del suo ultimo libro, già primo nelle classifiche e osannatissimo dalla critica militante. Il romanzo si intitola Beautifull Word, Where Are You (azzardiamo la traduzione: Mondo meraviglioso, dove sei?, interrogativo abbastanza condivisibile). Certo, è sua proprietà intellettuale e può farne ciò che vuole. Con questo atto però si è proposta come testimonial del boicottaggio di Israele, che ha mandanti genocidiari. Ha trasformato il proprio buon diritto in un'arma mortale, e nessuno c'è che glielo dica. O non si sa o si finge di ignorare che il boicottaggio culturale e simbolico di Sally entra nell'anima, dove si formano pensieri e parole; è un atto di discriminazione razzista vigliacco perché legale, ma è una dannazione agli inferi, dichiara la sub-umanità del parlare e ragionare ebraico. Non ha niente a che vedere con un'opinione politica, ma è collaborazionismo di fatto con il terrorismo di Hamas e un Iran votato all'annientamento dell'«entità sionista», mentre Turchia e Qatar finanziano l'estremismo islamista della jihad palestinese. Nessun giudizio severo, figuriamoci, e nemmeno una ragionata critica è stata pronunciata contro questo sfregio che somiglia ad una stella gialla sulla fronte di un popolo: per isolarlo e poi lasciarlo colpire. Antisemitismo del nuovo millennio, che non è sporco come quello nazista o delle leggi razziali fasciste, ma addirittura si appoggia e si fortifica in nome dei diritti umani.
IL BOICOTTAGGIO Nessuno lo ha notato. Il boicottaggio di Sally Cooney è in perfetta continuità con il lato nascosto ma reale del movimento Black Lives Matter. Anche domenica scorsa i calciatori belgi e quelli italiani si sono inginocchiati a significare la condanna del razzismo secondo i canoni esportati dall'America. Nel furibondo e fiammeggiante saggio da poco in libreria (Jevish Lives Matter - Diritti umani e antisemitismo, Giuntina, pagine 126, € 10), Fiamma Nirenstein rivela che «nella piattaforma di Black Lives Matter ... è presente un tratto antisemita che mostra delle serie falle nella scelta antirazzista stessa: visi compara la violenza della polizia a quello che chiama il "genocidio" del popolo palestinese, e collega la persecuzione dei neri all'esistenza di Israele, sentina di tutti i mali». Possibile che si sia accettato senza fiatare questa tranquilla identificazione dell'ebraismo statuale con il male assoluto? E la nazificazione di Israele preludio e giustificazione dell'annientamento. Ma Sally può, certo che può: siccome lei è marxista, e dunque della sinistra più pura ha il pass antifascista incorporato. Ha il permesso dei guardiani della memoria (molto selettivamente filocomunista) per cui si lascia che il suo messaggio devastante si propaghi serenamente. Che male c'è? Impedire una traduzione che sarà mai? Al massimo una dichiarazione di antipatia o forse una rivendicazione di ideali umanitari. Invece sarebbe bello che qualcuno ricordasse... Impedire che una parola sia tradotta in una lingua è il canarino del grisù di genocidio. I giovani turchi mossero dall'odio per la lingua armena, e poi fu genocidio. Quel popolo sopravvisse nella sua piccola Repubblica perché salvò i rotoli antichi, dove stava la sua anima. Idem gli ebrei. Invece la amputazione della lingua da noi è stato giudicato quale argomento di dibattito accettabile, anzi repubblicano e democratico, come no?
LA SOLITUDINE Ma senza anatemi, senza sirene d'allarme per carità. Per capire in quale sepolcro imbiancato siano finiti la politica e il giornalismo progressisti che oggi si infervorano contro l'antisemitismo fascistoide, basti leggere il titolo che repubblica.it ha dedicato al nostro tema: «Sally Rooney boicotta Israele ed è polemica». Ma sì, un parere pro e uno contro. Non ci hanno neanche pensato in redazione fosse un'assurdità questo neutralismo, è il pensiero involontario, istintivo di quel mondo di sinistra. Israele fuorilegge? Discutiamone. Dinanzi a una roba così l'antisemitismo e il neofascismo di Forza nuova, condannabili condannabilissimi, e ci mancherebbe, fanno la figura della pagliuzza rispetto alla trave infuocata infilata negli occhi di chi non deve vedere la realtà della minaccia che incombe oggi nel mondo contro Israele e il suo popolo. Sally Rooney e quel che ha detto valgono un milione di Roberto Fiore e della sua ideologia. Forza nuova non ha seguito di massa, e i suoi slogan non se li ricorda nessuno, alla fine è un sassolino malefico anche se trattato come un meteorite che ci distruggerà. Invece la scrittrice progressista ha una popolarità da star, ma soprattutto i suoi romanzi segnano i gusti dei millennial, soprattutto di quelli colti e più raffinati, gli opinion leader insomma; le sue opere sono state inoltre traslate in serie televisive che imbevono le zucche e i retropensieri di noi tutti, ma specie dei ragazzi. I quali magari sanno che cosa è stata Auschwitz, ma non hanno nessuna idea reale della Shoah e del legame profondo tra quell'evento assoluto e la nascita e l'esistenza d'Israele. La Terra promessa dove gli ebrei sopravvissuti ricostruirono uno Stato intorno a Gerusalemme dove difendersi da futuri olocausti. Staccare il giudizio su fascismo, antisemitismo e difesa dell'esistenza stessa di Israele è una menzogna che va denunciata. E qui noi lo facciamo. L'atto di Sally è qualcosa che francamente deve (il corsivo vale qui come sottolineatura fino a strappare la pagina) spaventare chiunque abbia coscienza di ciò che significa decretare la solitudine estrema cui vengono consegnati una volta di più Israele e il suo popolo, e perciò esposti come bersaglio a chi vuole annientarli.
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