Riprendiamo da REPUBBLICA delle DONNE di oggi, 02/10/2021, a pag.76, con il titolo "La Cina è diventata così forte, sicura di sé e arrogante: è possibile fermarla?", il commento di Federico Rampini.
Federico Rampini
DI RECENTE ho traversato l'Italia per il lancio del mio nuovo libro Fermare Pechino - Capire la Cina per salvare l'Occidente e per il mio spettacolo teatrale Morirete cinesi - La verità secondo Xi Jinping. Ammetto che i titoli non sono rassicuranti. Ma l'effetto è andato ben oltre il previsto. Dall'inquietudine allo sgomento, è la reazione più diffusa in Italia, di fronte alle realtà nascoste che racconto sulla Cina. Per esempio: il militarismo, il razzismo, il complesso di superiorità, le ambizioni imperiali, il dominio su alcune tecnologie del futuro. In parte questa sorpresa devo attribuirla al fatto che i media italiani sono sempre più provinciali. Dall'inizio della pandemia hanno accentuato il loro ossessivo localismo, come se Palazzo Chigi fosse l'ombelico del mondo. L'opinione pubblica è sempre meno informata di ciò che conta davvero e accade a migliaia di chilometri di distanza. È uno shock scoprire che la Cina è diventata così forte, cosi sicura di sé, così arrogante, e così vicina, da doversi porre il problema di come fermarla. Le lettrici e i lettori più fedeli, compresi tanti giovani che scelsero di studiare il mandarino... "per colpa mia", ricordano che 16 anni fa scrissi il best-seller Il secolo cinese, dove lo scenario di un'ascesa formidabile veniva anticipato. Non era, neppure quello, un libro rassicurante: le minacce insite in un regime autoritario mi erano ben chiare.
Xi Jinping
Vivevo a Pechino sotto il tallone della censura cinese. Adottai tre bambini di una minoranza etnica e vissi sulla loro pelle il razzismo degli Han. Ma solo alla fine del mio soggiorno, nel 2009, la crisi americana (mutui sub-prime, crollo di Wall Street, recessione) provocò quella "epifania" dei dirigenti comunisti che ha generato una fase nuova. Dal 2009 sono convinti che l'Occidente è in una decadenza terminale e che la storia è in mano alla Cina. Qualcuno sostiene che al titolo dell'ultimo libro manca un punto interrogativo. È davvero possibile fermare Pechino? Semplifico la mia risposta, che negli incontri coi lettori è più articolata. Nel lungo periodo non c'è gara. Loro sono un miliardo e quattrocento milioni. Hanno 3.500 anni di storia alle spalle, per la maggior parte dei quali sono già stati la civiltà più avanzata e più ricca. Federico Rampini è da molti anni corrispondente di Repubblica da New York, dopo esserlo stato da Bruxelles, San Francisco, Pechino. E autore di una trentina di saggi. Impossibile, velleitario, perfino stupido pensare di fermarli. Nel breve periodo - l'arco della nostra vita - la prospettiva cambia. Il "secolo americano" fu turbato da crisi spaventose, il 1929 e la Grande Depressione. Nulla esclude che la Cina conosca le sue. Dobbiamo contenere il danno che può infliggere al resto del mondo. Nel mio viaggio ho percepito un altro di quei periodi ricorrenti dell'euforia nazionale: tutti convinti che l'Italia è ormai una grande potenza europea grazie a Draghi. Poi accadono cose "incomprensibili" per quel mondo dell'informazione che ha lo sguardo puntato sul proprio ombelico: la controffensiva di Joe Biden che stringe la cooperazione militare con inglesi e australiani, la vicenda dei sottomarini nucleari che fa imbestialire Macron, la conferma che l'Indo-Pacifico è l'unico teatro strategico su cui l'America vuole concentrarsi. Grandi manovre nelle quali l'Italia è irrilevante, cosi come lo è purtroppo nel Mediterraneo. Draghi è un gigante, ma la credibilità di un sistema Paese si costruisce nei decenni. E in un mondo di belve feroci, chi ha di fatto rinunciato alla leva militare sarà sempre una comparsa.
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