Kamala Harris e la verità
Commento di Michelle Mazel
(traduzione di Yehudit Weisz)
Kamala Harris
“I capitalisti ci venderanno la corda con cui li appenderemo.” Questa citazione attribuita a Lenin risuona stranamente oggi anche se il capitalismo ha sconfitto da tempo il comunismo. L'ideologia “Woke” che ci si pentirebbe a tradurre “illuminata”, riguarda essenzialmente l'America, che può ancora essere definita come capitalista. È istruttivo valutare in quest’ottica un recente episodio occorso durante la visita di Kamala Harris alla Georges Mason University nella città di Fairfax, in Virginia, un tempo bastione dei sudisti. È stata interpellata da una studentessa che accusava l'America di sostenere Israele: “Solo pochi giorni fa sono stati stanziati fondi per continuare a sostenere Israele, il che mi addolora perché si tratta di genocidio etnico e spostamento della popolazione, lo stesso che è accaduto in America.”
La signora Harris, lo sappiamo, è la Vicepresidente degli Stati Uniti e come si usa dire “ad un soffio dalla presidenza”, poiché è lei che prenderebbe le redini della prima potenza del mondo se succedesse qualcosa al Presidente Joe Biden durante il suo mandato. Israele, come inoltre sappiamo, è l'alleato degli Stati Uniti, un'alleanza che ha l'appoggio dei Repubblicani ma anche dei Democratici, nonostante l'ostilità della frangia estremista di quest’ultimo partito. La persona che accusa questo alleato di “genocidio etnico” e di “spostamento della popolazione"”non appartiene né ad un partito né all'altro. Inoltre, non è neppure americana; lei si vanta di essere di origini iraniana e yemenita. L'Iran, anche questo è ben noto, è in una situazione di conflitto con l'America, che si oppone ai suoi sforzi per ottenere armi nucleari, ma anche all’attività di destabilizzazione e terrorismo in Medio Oriente, che persegue con i suoi “surrogati” quali Hamas e Hezbollah - e gli Houthi nello Yemen. È con delle armi iraniane che questi ultimi attaccano l'Arabia Saudita, altro fedele alleato degli americani. Ci si sarebbe aspettato che la signora Harris respingesse con fermezza queste accuse oltraggiose e completamente prive di fondamento contro Israele, proferite da qualcuno che afferma di provenire da due nemici dell'America. Ma non è stato così. La Vicepresidente americana si è detta felice di vedere la giovane studentessa esprimersi, arrivando addirittura a dire che la sua parola, il suo punto di vista e la sua verità dovevano essere ascoltati. Non è che Washington abbia improvvisamente cambiato schieramento o politica. Kamala Harris si è comportata come si comportano troppo spesso i professori in molte università americane. Di fronte a una posizione imbarazzante presa dal rappresentante di una qualsiasi minoranza, la loro reazione immediata è quella di salvare la proprio cattedra, rifiutando a tutti i costi il confronto e cercando di disinnescare la crisi il più rapidamente possibile per evitare che lo studente porti il caso davanti alle autorità universitarie. Sì, ma c’è un problema. La signora Harris è la Vicepresidente degli Stati Uniti d'America. Sottraendosi al proprio dovere, non difendendo la politica del proprio governo, lei non solo ha abbandonato un fedele alleato, ma ha soprattutto inviato un messaggio di debolezza molto inquietante.