Bologna: solidarietà a Patrick Zaki Cronaca di Ilaria Venturi
Testata: La Repubblica Data: 28 settembre 2021 Pagina: 5 Autore: Ilaria Venturi Titolo: «Tutti sul Crescentone per Zaki in attesa dell'ultima sentenza»
Riprendiamo da REPUBBLICA - Bologna di oggi, 28/09/2021, a pag.5, con il titolo "Tutti sul Crescentone per Zaki in attesa dell'ultima sentenza" la cronaca di Ilaria Venturi.
Patrick Zaki
È la vigilia più dura, dopo che amici, attivisti, tutta Bologna, ne hanno passate tante, per 19 mesi, ad ogni udienza che doveva decidere sulla detenzione preventiva per Patrick Zald. È la notte prima di una sentenza che potrebbe essere di condanna senza appello quella vissuta ieri in piazza Maggiore: tutti in cerchio sul Crescentone, le bandiere gialle di Amnesty che Patrick riconosce, le cita nell'ultima lettera dal carcere. Oggi lo studente dell'Alma Mater affronterà a Mansoura la seconda udienza del processo. E si sono ritrovati tutti per scongiurare il peggio che si teme. Rita Monticelli, professoressa di Patrick, riporta alla piazza le parole di Patrick: «Il vostro sostegno arriva oltre le mura del carcere». Applausi, tra la folla c'è Rafel Garrido, il compagno di studi che si è laureato nel giorno in cui avrebbe dovuto esserci anche Patrick: «Ho tanta paura per lui perché non sappiamo cosa accadrà in questa udienza, continuo ad aspettarlo a Bologna». La manifestazione è promossa da Amnesty International, da Roma è arrivato il portavoce Riccardo Noury: «Dobbiamo essere pronti a una decisione che ponga fine al suo calvario, ma dobbiamo essere pronti al peggio: in Egitto si può condannare in cinque minuti e Patrick è accusato di reati, che non ha commesso, ma che possono comportare anche 25 anni di carcere» spiega. Oltre alla contestazione per un articolo scritto in difesa della minoranza copta, le accuse più gravi, quelle di propaganda sovversiva e terroristica, persistono. «Il tribunale che sta processando Patrick non prevede appello — ricorda Noury — se uscirà una sentenza sarà definitiva, resterà solo un appello per la grazia al presidente Al-Sisi e a quel punto non sarà più una questione giudiziaria, ma politica che dovrà chiamare in causa direttamente Draghi». In piazza viene fatta ascoltare una lettera inviata da un docente a Zaki letta da Toni Servillo. Non fa sconti Alessandro Bergonzoni, presente sin dal primo corteo della città e dell'università per la liberazione di Zaki (era il 17 febbraio 2020, dieci giorni dopo il suo arresto al Cairo): «Il problema è che siamo in netto ritardo, spero che la diplomazia abbia lavorato sotto cute, che abbia saputo fare quello che sino ad ora non si è visto come bloccare i rapporti economici con l'Egitto, portare a casa i diplomatici. Al-Sisi è stato all'Onu a parlare di nuova democrazia e nessuno ha protestato. Adesso non vorrei che ci disperasse dopo, male che vada, bisognava disperarsi prima». C'è la senatrice Michela Montevecchi (M5S) che insiste sull'attivazione della Convenzione Onu contro la tortura. Il sindaco Virginio Merola ribadisce: «Non si può condannare la libertà di opinione». Lo fa anche il prorettore Mirko Degli Esposti: «Speriamo al meglio, comunque non ci fermeremo». Bergonzoni propone una meditazione pubblica, cala il silenzio, «per fare sentire il battito di tutti all'unisono con quello di Patrick».
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