Usa e Cina: ecco la 'Nato d'Oriente' Analisi di Gianni Vernetti
Testata: La Repubblica Data: 23 settembre 2021 Pagina: 32 Autore: Gianni Vernetti Titolo: «La Nato d’Oriente»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi 23/09/2021, a pag. 32, con il titolo 'La Nato d’Oriente' l'intervista di Gianni Vernetti.
Gianni Vernetti
Joe Biden
Domani a Washington il presidente Joe Biden ospiterà alla Casa Bianca il primo summit in persona dei leader dei Paesi del Quad: i primi ministri di India, Giappone e Australia, Narendra Modi, Yoshihide Suga e Scott Morrison fisseranno insieme i paletti della nuova cooperazione avanzata per contenere la Repubblica popolare cinese. Da domani il Quad sarà molto di più di un semplice "dialogo" sulla sicurezza, per rispondere alla crescente assertività cinese. La svolta autoritaria di Xi Jinping e l’alterazione dello status quo dell’Indo-Pacifico con l’occupazione illegale degli atolli del mar Cinese Meridionale, la crescente aggressività nei confronti di Taiwan, la svolta repressiva domestica in Xinjiang, Tibet e Hong Kong e il progetto della Nuova Via della Seta hanno costretto l’Occidente, nelle sue varie articolazioni, a costruire una strategia innovativa e di lungo periodo. Il Quad sarà un’alleanza politica e militare a tutto campo fra le grandi democrazie dell’Indo-Pacifico per coordinare le proprie politiche in materia di sicurezza, libertà di navigazione, lotta alla pandemia, consolidamento della catena di approvvigionamento di chip e semiconduttori, libertà del cyberspazio, tutela delle democrazie minacciate, a cominciare da Taiwan. Le implicazioni geopolitiche della nascita della "Nato d’Oriente" sono molteplici. L’India certifica in modo definitivo il proprio approdo nel campo occidentale e rappresenterà un solido "pilastro" sul quale Europa e Usa potranno poggiare le proprie politiche nel cuore dell’Asia. Il Giappone vedrà rafforzare il progetto della Free and Open Indo-Pacific Initiative , la risposta delle democrazie asiatiche al disegno autoritario della Nuova Via della Seta. L’Australia, potenza politica nel cuore dell’Indo-Pacifico, ritroverà il proprio posto dopo mesi di minacce e boicottaggi da parte di Pechino. Il summit del Quad segue di pochi giorni il lancio della cooperazione strategica fra Usa, Gran Bretagna e Australia (Aukus) nel settore della difesa che ha fatto infuriare la Francia e raffreddare l’Europa nei confronti di Washington. La scelta tecnologica australiana è corretta: i sottomarini a propulsione nucleare sono in grado di rappresentare una più efficace deterrenza nei confronti di Pechino. Nell’interesse dell’intero Occidente, però, con la Francia si dovrà ricucire in fretta: è l’unica potenza europea con un milione di abitanti nell’Oceano Indiano (nell’isola di Reunion), dispone di basi militari attive nel Pacifico (Nuova Caledonia e Tahiti) ed è l’unico Paese europeo membro della Iora, l’associazione dei Paesi rivieraschi dell’Oceano Indiano. Il deal mancato da Parigi potrà trovare un esito positivo con una fornitura equivalente alla Corea del Sud, uno dei prossimi Paesi che aderirà alla nuova alleanza fra Occidente e democrazie dell’Indo-Pacifico. Anche il Vietnam è candidato ad aderire al nuovo format di sicurezza che nascerà domani a Washington: le manovre militari congiunte fra Australia e Vietnam di qualche giorno fa di fronte agli atolli del mar Cinese Meridionale e il recentissimo accordo di cooperazione militare fra Vietnam e Giappone ne sono la prima conferma. E di fronte agli attacchi dei media cinesi che si chiedono perché mai il Vietnam dovrebbe aderire a una alleanza anti-cinese dopo l’occupazione militare americana degli anni ’60, gli esponenti del governo di Hanoi rispondono allargando la prospettiva temporale: «Se osserviamo gli ultimi 50 anni siamo stati invasi una volta dagli Usa, ma se guardiamo gli ultimi dieci secoli, la Cina ha invaso il Vietnam ben sette volte», l’ultima nel 1979, quattro anni dopo la ritirata americana da Saigon. Per l’Europa il modo migliore per collocarsi nelle nuove geometrie di sicurezza e nel nuovo sistema di alleanze fra l’Atlantico e l’Indo-Pacifico sarà quello di mettersi finalmente a "fare l’Europa": accelerando la costruzione dell’esercito europeo, rafforzando le politiche comuni in materia di politica estera e di sicurezza.
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