Caso Eitan, la versione del nonno Commento di Fabiana Magrì
Testata: La Stampa Data: 17 settembre 2021 Pagina: 12 Autore: Fabiana Magrì Titolo: «Il nonno di Eitan in tv: 'Un giorno mi dirà che io l'ho salvato'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 17/09/2021, a pag.12, con il titolo "Il nonno di Eitan in tv: 'Un giorno mi dirà che io l'ho salvato' " il commento di Fabiana Magrì.
Fabiana Magrì
Eitan con il nonno
Prove generali in tv per i Peleg e i Biran, a nove giorni dall'udienza al Tribunale della Famiglia di Tel Aviv, convocata per il 29 settembre. I due rami della famiglia del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, si danno battaglia mediatica, stasera, sui canali israeliani N12 e Kan13. L'emittente N12 ha diffuso su twitter due brevi video che anticipano i contenuti di una lunga l'intervista a Shmuel Peleg, il nonno materno di Eitan, raccolta poche ore prima che la polizia israeliana lo interrogasse, martedì scorso, e gli ingiungesse i domiciliari. Misura restrittiva che scade proprio oggi. E che, secondo il portavoce della famiglia Peleg, Gadi Solomon, sentito da La Stampa, «non saranno estesi ulteriormente perché non ci sono i presupposti. Si è trattato di una procedura standard che scatta in queste circostanze». Cioè, intende, la richiesta presentata in Israele da Hagai Biran, il fratello di Aya, entrambi zii paterni di Eitan, di far rientrare il bambino in Italia secondo quanto prevede la convenzione dell'Aia in materia di tutela dei minori. Ma ciò che accadrà davvero oggi a Shmuel Peleg, secondo fonti interne alla polizia, dipenderà dalle indicazioni del Dipartimento Internazionale della Procura di Stato. L'ambiente in cui è stata girata l'intervista è neutro, le inquadrature strette. Peleg, 58 anni, appare pacifico mentre la giornalista gli chiede se si rende conto che quello che ha fatto non è legittimo. «Davvero, non capisco - risponde -. Ho ricevuto un'opinione legale e sono passato attraverso un regolare controllo passaporti». «E non temi - incalza la reporter - il giorno in cui Eitan farà una ricerca su Google e troverà le informazioni su questo sporco affare di famiglia?». Nell'uomo, che meno di quattro mesi fa ha perso cinque membri della sua famiglia, l'emozione prende il sopravvento mentre risponde che è certo che Eitan, da grande, gli riconoscerà di aver fatto tutto per lui. «Mi dirà che l'ho salvato. E mia figlia - aggiunge -, quando un giorno ci incontreremo in cielo, sarà fiera di me per averlo portato a casa sua». La versione di Aya Biran - e forse le risposte alle accuse dei Peleg - è affidata alle telecamere di Kan13 e sarà trasmessa ugualmente oggi. La zia di Eitan è in procinto di atterrare all'aeroporto Ben Gurion. Una volta in territorio israeliano, il suo legale Shmuel Moran intende fare pressione sul Tribunale di Tel Aviv perché si pronunci a proposito dell'istanza avanzata martedì per ottenere che il bambino possa ricongiungersi con lei, già nominata tutrice di Eitan dal Tribunale di Torino. L'iter che partirà il 29 settembre servirà per arrivare a una decisione sull'immediato rientro di Eitan in Italia. Ci si aspettano tempi rapidi, la convenzione dell'Aia prevede un massimo di 6 settimane per deliberare. Inoltre gli zii si sono appellati ai canali diplomatici per sollecitare un'intesa più rapida trai due Paesi. Nel frattempo, nell'appartamento all'ottavo piano di un grattacielo di Petah Tikva, la cittadina satellite a dieci chilometri da Tel Avivdovevive Shmuel Peleg, Eitan trascorre le ultime ore della quarantena, come previsto dalle disposizioni in vigore in Israele per gli arrivi dall'estero. Oggi potrà fare il test per il Covid 19. E se negativo, potrà uscire dall'isolamento.
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