sabato 23 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
16.09.2021 Caso Eitan: è ancora scontro tra famiglie
Cronaca di Sharon Nizza

Testata: La Repubblica
Data: 16 settembre 2021
Pagina: 15
Autore: Sharon Nizza
Titolo: «La zia chiama Eitan, il nonno la sfida: 'Mio nipote mi dirà: mi hai salvato'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 16/09/2021, a pag. 15, la cronaca di Sharon Nizza dal titolo "La zia chiama Eitan, il nonno la sfida: 'Mio nipote mi dirà: mi hai salvato' ".

Immagine correlata
Sharon Nizza

Funivia Mottarone, il piccolo Eitan Biran salvato dall'abbraccio del padre  - Il Giornale d'Italia
La famiglia Biran: l'unico sopravvissuto alla tragedia della funivia è Eitan, di 5 anni

Quattro giorni tra scuse e rinvii, poi la videochiamata. Aya nella tarda serata di martedì parla con il nipotino Eitan, sottrattole sabato dal nonno Shmuel Peleg. Che si appresta a interrompere il suo silenzio stampa. «Credo che quando Eitan crescerà, un giorno mi dirà: “Nonno, mi hai salvato”». È l’anteprima ad effetto lanciata dalla tv israeliana Channel 12 dell’intervista a Peleg, indagato dalla polizia israeliana per sequestro di minore e sottoposto ai domiciliari fino a venerdì, che verrà trasmessa venerdì sera, poco dopo la fine dello Yom Kippur. Dall’altra parte della videochat, Eitan è insieme allo zio materno Guy Peleg, 32 anni, che mantiene un contatto diretto con Aya. Il bimbo parla anche con le cuginette, con cui condivideva la stanza. «Non credo si renda conto di essere stato rapito, forse pensa a una vacanza», dice Or Nirko, marito di Aya che è pronta a partire per Israele, «probabilmente nel weekend», secondo l’avvocato Shmuel Moran, il legale di Aya in Israele. «Per Eitan Israele è il Paese delle vacanze, la sua casa è a Pavia, è vero che ha la doppia cittadinanza, ma lui è italiano, parla meglio l’italiano dell’ebraico», continua lo zio, che si dice «aperto a riprendere il dialogo con i nonni», nonostante il sequestro. Nirko ha accusato i Peleg di stare trattenendo Eitan «come un prigioniero di Hamas, in un buco». Accuse «offensive e ciniche», risponde Guy. Dalla conversazione telefonica i Biran hanno potuto constatare — è la versione dei Peleg — che il bambino è felice: «È tornato a casa nel luogo dove i suoi genitori avrebbero voluto crescesse». I Peleg lo avrebbero già iscritto alla scuola elementare nel quartiere di Ramat Aviv, a nord di Tel Aviv, dove vive la nonna Etty Cohen (iscritta nel registro degli indagati in Italia, non in Israele). Le scuole in Israele attualmente sono in vacanza per le festività ebraiche e riprenderanno il 29 settembre, il giorno in cui è fissata la prima udienza del procedimento per la restituzione del minore ai sensi della Convenzione dell’Aia. Alla tv Kan 11 Guy dice che è «naturale e giusto» che Aya possa visitare Eitan. Ma non è chiaro se questa sarà la posizione dei legali della famiglia Peleg. L’avvocato Moran afferma di non sapere ancora dove alloggi il bimbo, anche se presume che si trovi a casa di Guy, che alla tv ha affermato di «addormentarsi con Eitan sorridente tutte le notti». Il tribunale ha ordinato ai Peleg di comunicare entro domenica dove alloggia il piccolo. Moran ha presentato istanza di affidamento alla tutrice legale Aya Biran anche durante il processo in Israele. Si muove anche la diplomazia. L’ambasciata d’Israele a Roma ha comunicato alla Farnesina che «Eitan Biran è entrato in Israele l’11 settembre. Le autorità israeliane stanno seguendo il caso e gestiranno qualunque richiesta, pervenuta attraverso i canali appropriati, in conformità della legge e dei trattati internazionali pertinenti. Israele agirà in cooperazione con l’Italia, per il bene del minore». E il ministro della Giustizia israeliano Gideon Sa’ar ha detto a Repubblica : «Si tratta di una tragedia familiare su cui la polizia israeliana sta conducendo un’indagine».

Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT