A destra: La famiglia Biran. L'unico sopravvissuto alla tragedia della funivia è Eitan, di 6 anni
Non è semplice scrivere quando si è in viaggio, le distrazioni sono tante e manca la necessaria concentrazione ma a un pur breve commento sul caso Eitan non posso rinunciare. I media hanno creato una specie di soap opera in veste anti-israeliana sulla tragedia del bambino rimasto senza genitori e senza il fratellino, morti nell'incidente della funivia del Mottarone. Non scrivo per giudicare il comportamento del nonno di Eitan perchè se ne sa ancora troppo poco ma voglio criticare i commenti dei media, alcuni, quasi tutti, anche se male o per niente informati, favorevoli alla zia, sorella del padre cui un tribunale italiano ha affidato il bambino. Scrivere, come fanno alcuni giornali, che il nonno sia un ex soldato è da stupidi dal momento che in Israele sono quasi tutti ex soldati, se ultra cinquantenni, perchè il servizio militare è obbligatorio.Inoltre essere un soldato, in Israele, è un onore non solo un dovere. Non capisco come sia possibile che un tribunale abbia potuto decidere le sorti di un minorenne non solo straniero ma anche di religione non cattolica. Eitan è un bambino ebreo, un figlio di Israele e la zia paterna lo mette a scuola dalle suore? Nessun problema con le suore ma nel caso di Eitan credo sia molto importante per lui non dimenticare le proprie radici. Deve crescere in Israele dove i suoi genitori volevano tornare tanto da aver acquistato un appartamento a Ramat HaSharon, vicino a Tel Aviv. I nonni materni hanno perso quasi tutta la famiglia nel Mottarone, resta loro solo il piccolo Eitan e probabilmente, causa anche i non buoni rapporti con la famiglia del papà, non potevano sopportare l'idea di non vederlo più. Tutti condannano il comportamento estremo del nonno per riavere il nipote ma nessuno pensa che forse tutto questo è accaduto a causa della manchevole giustizia italiana che, non solo non condanna i responsabili della strage della funivia ma affida l'unico superstite di 6 anni al primo parente disposto a prendersene cura senza contattare il resto della famiglia. Il risultato è che si è scatenato un tam tam mediatico incredibile da parte di tutti i media. La prima vittima di questa terribile storia è Eitan ma mi auguro che sulla sua innocenza e sulla morte dei genitori non si riaccenda il solito odio contro Israele leggermente sopito durante la presa di potere dei talebani in Afghanistan.
Deborah Fait "Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"