La linea della comunità ebraica di Roma: no alla strumentalizzazione di Virginia Raggi Cronaca di Gabriele Isman
Testata: La Repubblica Data: 11 settembre 2021 Pagina: 9 Autore: Gabriele Isman Titolo: «Gli ebrei romani contro la giunta Raggi: 'Ci ha sempre ignorati'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA - Roma di oggi, 11/09/2021, a pag.9, con il titolo "Gli ebrei romani contro la giunta Raggi: 'Ci ha sempre ignorati'", la cronaca di Gabriele Isman.
Gabriele Isman
Virginia Raggi
Lunedì alle 10.30 riunione urgente del cda del Museo della Shoah per esaminare la situazione creatasi con la decisione della sindaca Virginia Raggi di posare la prima pietra della struttura a Villa Torlonia e il rifiuto della Comunità ebraica di partecipare all'appuntamento accusando la sindaca di voler creare un grande spot elettorale in vista delle elezioni del 3 a 4 ottobre. A convocare la riunione è stato giovedì sera Mario Venezia, presidente della Fondazione, che non era stato in formato dell'appuntamento di martedì prossimo. Per il Comune — ognuno dei soci del cda designa un proprio rappresentante — ci sarà l'ex assessore della giunta Marino Paolo Masini: dai tempi dell'ultimo sindaco Pd il Campidoglio infatti non ha mai voluto indicare il suo rappresentante in cda, nonostante gli inviti ripetuti di Venezia ai soci. E se il consiglio d'amministrazione è una delle gambe della Fondazione, l'altra è il Collegio dei soci fondatori: «La sindaca non ha mai partecipato di persona a nessuna nostra riunione», racconta Riccardo Pacifici, 58 anni, voce storica dell'ebraismo romano, che in quel collegio siede dalla sua costituzione, prima come vicepresidente della comunità ebraica romana, poi come presidente della Cer — dal 2008 al 2015 — e adesso come delegato dell'associazione Figli della Shoah. «Alle riunioni durante la consiliatura Raggi ha sempre partecipato l'ex vicesindaco Bergamo che non è più neppure in giunta. Se Raggi fosse venuta in una di quelle riunioni, le avremmo spiegato che le necessità di realizzare il Museo della Shoah a Villa Torlonia forse vanno riviste, in un momento così complicato per il Paese e che sarebbe saggio trovare soluzioni adeguate alle rinnovate disponibilità economiche della comunità pubblica». Il costo previsto nel 1997 per la realizzazione del Museo era di 6 milioni di euro, oggi ne servirebbero almeno 20. Pacifici lavorò quando guidava la Comunità con Mario Venezia a realizzare la struttura altrove: «Con l'allora sindaco Marino si parlò di Palaexpo e poi di Eur. Poi Marino cambiò idea, cadde e non se ne fece nulla». L'appoggio al grande no di Ruth Dureghello alla sindaca da parte di Pacifici è totale: «La presidente ha fatto benissimo. Mi auguro che nessun altro abbia il coraggio di umiliarsi in quella kermesse elettorale». Se il riferimento fosse all'Ucei, l'unione delle comunità ebraiche italiane, il rischio non ci sarebbe: la presidente Noemi Di Segni seguirà l'esempio di Dureghello. I rapporti tra sindaca e comunità ebraica romana sono complicati da tempo e passano per gli spostamenti dalle zone centrali delle bancarelle — molti gestori sono di religione ebraica — col Tar a sospendere gli ultimi provvedimenti al 5 ottobre. Dureghello ha espresso più volte al Campidoglio la preoccupazione della comunità ebraica anche per gli urtisti: la giunta Raggi li ha allontanati da Pantheon e Fontana di Trevi. Ultimo episodio l'assenza di Raggi ai funerali di Carla Di Veroli, che pure al Campidoglio aveva lavorato. C'erano Calenda e Gualtieri.
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