'Un colpevole quasi perfetto', di Pascal Bruckner La costruzione del capro espiatorio bianco
Testata:La Ragione Autore: la redazione della Ragione Titolo: «Un colpevole quasi perfetto»
Riprendiamo dalla RAGIONE di oggi, 09/09/2021, a pag. 3, la recensione a "Un colpevole quasi perfetto", di Pascal Bruckner.
Copertina (Guanda ed.) e autore
E’ la stagione più adatta per leggere questo libro, che magari non va preso come oro colato, ma meglio non perderne il molto di ragionevole che ne cola. E del resto, l'autore è arrivato a questa spietata e utile riflessione dopo un lungo percorso di preparazione e approfondimento. Parigino, nato nel 1948, Pascal Bruckner chiarisce subito il soggetto di cui parla: «A fare del mondo occidentale il capro espiatorio per eccellenza è anzitutto il fatto che esso ammette i propri crimini, attraverso la voce delle sue coscienze più lucide (...). Ha inventato la coscienza infelice, pratica quotidianamente il pentimento con una plasticità quasi meccanica, al contrario degli altri imperi, che invece faticano a riconoscere i loro misfatti, come l'impero russo, l'impero ottomano, le dinastie cinesi e gli eredi dei vari regni arabi che hanno occupato la Spagna per quasi settecento anni. Solo noi occidentali siamo pronti a batterci il petto mentre molte altre culture si atteggiano a vittime o ad anime candide. La Colpa ci è talmente consustanziale che tendiamo ad assumerci anche quella degli altri». E non basta, perché dopo il crollo dell'impero sovietico, dal 1989 «un'altra ideologia ha sostituito le promesse di salvezza sbandierate dal socialismo reale per riprendere la battaglia su nuove basi: la razza, il genere e l'identità. Per i fautori dei tre diversi discorsi, quello neofemminista, quello antirazzista e quello anticolonialista, il colpevole è ormai l'uomo bianco, ridotto al colore della sua pelle». Il che porta anche una inquietante deviazione: volendo combattere l'estrema destra, ma adottando il politicamente corretto, si finisce con il condividerne l'odio per la ragione e i lumi, in una specie di rivolta avverso la nazionalità, fatta anche di decontestualizzazione della storia. La data di pubblicazione del libro esclude che l'autore abbia potuto qui scriverne, ma se si osservano certe piazze anti vaccini, in giro per l'Europa, si tocca con mano quel convergere di opposti estremismi del pregiudizio e dell'anti scienza, in nome di una libertà che diventa parodia e oltraggio di sé stessa. Può darsi che qualche stomaco abbia problemi a digerire queste pagine, il che depone a loro favore.