Milano, Radio Statale: via i conduttori che osano difendere Israele Commento di Daniel Mosseri
Testata: Libero Data: 02 settembre 2021 Pagina: 10 Autore: Daniel Mosseri Titolo: «Via dalla radio i conduttori che osano difendere Israele»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 02/09/2021, a pag. 10, con il titolo 'Via dalla radio i conduttori che osano difendere Israele' l'analisi di Daniel Mosseri.
Daniel Mosseri
Le parole pesano e i giornalisti più ancora degli altri sono tenuti a saperlo. Anche quelli di Radio Statale, un'associazione di radioamatori autogestiti ai quali l'Università Statale di Milano ha concesso l'uso delle proprie apparecchiature radiofoniche. A volte le parole escono male: può succedere. A chi però cerca di far notare che alcuni termini sono stati usati a sproposito si dovrebbe dare ascolto. A Radio Statale invece chi la pensa diversamente viene silurato. E stato Bet Magazine Mosaico, testata della Comunità ebraica di Milano, a fare luce sulla vicenda. Siamo a metà ma: o e da dieci giorni sono riprese le ostilità fra Israele e Hamas: è il movimento terroristico di ispirazione islamica a riaprirle il 6 maggio con una salva di missili su Gerusalemme. Nel giro di pochi giorni Hamas esploderà circa 4 mila missili all'indirizzo dello Stato ebraico. Missili che cadono su abitazioni civili, scuole e autobus quando non vengono intercettati dallo scudo antimissile di Israele. Circa un quarto dei missili ricadrà sulle teste degli abitanti della Striscia di Gaza. Le Israeli Defense Forces risponderanno anche con bombardamenti di strutture ritenute strategiche per Hamas. Alla fine del conflitto si contano 20 morti israeliani e 200 palestinesi. La trasmissione Twitch di Radio Statale del 15 maggio osserva che il termine «conflitto» non si può più utilizzare. Tali sono le «atrocità» degli israeliani che più opportunamente bisogna parlare «di genocidio». Usata assieme al termine «sterminio», la parola ha provocato la reazione di Paolo Castellano e Fabio Simonelli, due collaboratori di Radio Statale, responsabili della trasmissione "Eurovisione".
Castellano protesta subito col direttore della testata, Marco Cangelli, che si scusa a titolo personale. «Ho poi chiesto la rimozione del video della trasmissione», racconta Castellano a Libero. Dopo quattro giorni tutto tace. Così Castellano e Simonelli il 19 maggio durante "Eurovisione" ricordano che in radio non si usano le parole in libertà ma si fa informazione e che i termini sopracitati non solo non corrispondono alla situazione ma rischiano anche di incitare all'odio anti-israeliano e antiebraico, mettendo a repentaglio gli studenti israeliani dell'ateneo e tanti ebrei italiani. «Il 20 maggio ricevo una chiamata da un responsabile dei programmi di Radio Statale in cui vengo accusato di aver "infamato" la radio», riprende Castellano, che mantiene la calma e spiega di aver voluto fare chiarezza sui contenuti. Una settimana dopo le parti, pur dissentendo l'una dall'altra, decidono di eliminare dal sito i due contenuti in conflitto. Pace fatta? Manco per niente. «Ad agosto ricevo una telefonata dal direttore e dal responsabile di programma in cui vengo informato che "Eurovisione" è eliminata dal palinsesto di Radio Statale. Sono accusato di aver fatto like a un post di Calenda e di aver canzonato l'inglese di Renzi in una radio che si vorrebbe apartitica», riprende Castellano. Ma soprattutto «di aver criticato dei colleghi dall'interno», reato gravissimo per i sostenitori del pensiero unico antisionista. L'aggravante: lo stop è stato deciso dal consiglio direttivo dell'emittente nel quale, conclude l'epurato, «siedono anche i due speaker del programma Twitch». Del caso si è accorto martedì sera il rettore della Statale, Elio Franzini, che in una nota «stigmatizza toni e accenti impropriamente aggressivi (...) ripromettendosi di vagliare attentamente le diverse posizioni coinvolte, assumendo nel caso gli opportuni provvedimenti». Perché «la natura dell'università è anche quella di palestra di idee». Sempre che a Radio Statale siano d'accordo.
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