Germania, il voto si avvicina Commento di Roberto Giardina
Testata: Italia Oggi Data: 31 agosto 2021 Pagina: 11 Autore: Roberto Giardina Titolo: «Germania, fra un mese si vota»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 31/08/2021, a pag.11 con il titolo "Germania, fra un mese si vota" il commento di Roberto Giardina.
Roberto Giardina
Neanche i sondaggisti sono più quelli di una volta. Le previsioni per il voto politico in Germania del 26 settembre cambiano di settimana in settimana, anche di giorno in giorno. Dipende da chi li compie, ma spesso la stessa società diffonde risultati che si contraddicono. Chi è interrogato confida di votare per un partito, ma di non volere assolutamente il suo leader come Cancelliere. Secondo l'ultima Sonntagsfrage, il tradizionale sondaggio di domenica, il socialdemocratico Olaf Scholz, a 28 giorni dal voto, balza in testa con il 23%, stacca di tre punti il cristianodemocratico Armin Laschet sceso al 20%, e la verde Annalena Baerbok, sembra ormai fuori corsa per la vittoria, con il 18%. Colpa dei suoi errori, che dimostrano una sorprendente immaturità. A Pasqua era prima con il 30%. Ma che avverrà tra una settimana? Il margine d'errore è del 3%, e quindi i tedeschi non possono ancora prevedere chi prenderà il posto di Angela Merkel. I tedeschi sono ossessionati da sondaggi, non solo elettorali. Si interrogano sulla birra e sul vino, se portare la cravatta oppure no, sull'arte di grigliare würstel e hamburger sul barbecue, sul nome da dare ai figli, sugli animali domestici preferiti. I sociologi spiegano la mania con il desiderio di stare con la maggioranza. L'individualismo è pericoloso? Per questo, risponderebbero con sincerità ai questionari. Se barano non avrebbero più alcuna certezza. Forse è vero, oppure no. Con la sociologia non sa mai. In passato, nei grandi duelli, Schröder contro Kohl, o Schröder contro il bavarese Stoiber, o contro Frau Angela nel 2005, i contendenti ottenevano indici di gradimento tra il 40% e il 50%.
Era uno scontro al vertice. Per i giornalisti era una sicurezza. I pronostici sbagliavano al massimo dell'1% in più o in meno. C'era un problema quando i duellanti erano quasi in parità. Schröder nel 2002 batté Stoiber per qualche migliaio di voti, e perse con un minimo distacco contro Frau Merkel. E’ un altro problema quando un partito era dato intorno al 5%, la soglia per entrare in Parlamento. Bastavano pochi voti per rimanere fuori, rivoluzionando il risultato generale. Nel 1969, i neonazisti dell'Npd, giunsero al 4,9%, sprecando i voti sottratti alla destra, all'ala conservatrice della Cdu/Csu, e paradossalmente favorirono la vittoria di Willy Brandt. In passato i partiti rappresentati al Bundestag erano appena tre, o tre e mezzo, perché la Csu bavarese è il partito gemello della Cdu ma diverso, l'Spd socialdemocratico, e l'Fdp liberale. Oggi sono il doppio: i verdi, la Linke all'estrema sinistra, e l'AfD, all'estrema destra, che è e arrivata in parlamento per la prima volta nel 2017. Le previsioni sono più complicate. Le altre formazioni non hanno alcuna chance di superare lo sbarramento. Oggi nessuno e sicuro di vincere, e di coalizioni possibili ne abbiamo quattro. C'è un problema di costi. Sempre meno i tedeschi sono disposti a rispondere al telefono, ha dichiarato Bernhard Weßes dell'istituto Wzb di Berlino. Negli Anni 80 erano il 70%, oggi a volte non più dell'1%. Intervistare di persona richiede tempo e aumenta il costo. I sondaggi online sono rapidi e meno affidabili. Ho l'impressione che i sondaggisti cerchino di guidare il risultato, a seconda del committente. Nel 2017 i Grünen ottennero poco più dell'8%, e a Pasqua nei sondaggi erano balzati al primo posto, sicuri di vincere con il 30%. Oggi sono crollati sotto il 20% Come mai? Eppure l'alluvione di metà luglio avrebbe dovuto favorire gli ecologisti. E oggi gli intervistati sono meno sinceri a causa del politically correct, e mentono anche nelle interviste compiute di persona. Gli elettori dell'AfD temono di essere giudicati neonazi, razzisti, populisti, non lo confessano, e poi finiscono per votare a destra, anche se fino a poco prima votavano a sinistra. Fino a quattro anni erano appena sopra il 4%, e pochi previdero il successo alle elezioni nazionali con il 12,6%. Si vergognavano di se stessi e avevano mentito ai sondaggi? Poi all'ultimo momento decisero deciso d'istinto votando per protesta.
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